Pur di guadagnare tempo sulla tabella di marcia, la comitiva si mise in viaggio ancora prima dell'alba.
I ragazzini avevano ripreso il sonno in carrozza accanto a Beatrice e Madame Emilie.
Oscar sbadigliò.
"Tutto bene?" – André le si affiancò a cavallo.
"Da quando ho lasciato i Soldati della Guardia è quasi come se il mio corpo si fosse abituato a ritmi differenti"
"È così. ..ho la sensazione che ti abbia solo giovato"
"Si, ammetto di sentirmi bene...o quasi..."
"Qualcosa non va? Hai avuto ancora delle crisi?"- si allarmò.
Abbassò gli occhi, lo sguardo affranto.
"Parla....ti prego"
"In effetti....beh si..."
"Che cosa?" – la vide talmente titubante che stoppò Alexander.
Tirò le briglie –" ...ecco..."
"In somma, la finisci di tenermi sulle spine?"
Il resto della comitiva procedette tranquillamente.
Lei fece girare Cesar per avvicinarsi di più poi alzando il volto e fissandolo negli occhi.
"....mi manchi André. ...ho terribilmente bisogno di stare sola con te...." – accostandosi di più gli mormorò –" ..ho voglia di fare l'amore con te...."
André tirò un sospiro di sollievo.
Oscar rimase senza parole.
"Pensavo ti fosse successo qualcosa di grave!"
"Non lo ritieni importante?"
"Certo...ma credevo peggio"
Senza nemmeno controbattere mosse le briglie e spronato Cesar raggiunse velocemente l'ultima carrozza.
"Oscar!"
Recuperò il terreno perso.
"Ti sei offesa?" –
Non lo degnò di una risposta.
Poi guardandola meglio si accorse di un leggero sorriso malizioso.
Si schiarì la voce –" Comandante....mi auguro che questo atteggiamento nei vostri confronti non mi porti a dover affrontare un tribunale militare"
"Soldato Grandier, valuterò attentamente la vostra posizione. Appena possibile vi comunicherò il verdetto"
E lanciò Cesar verso la testa del gruppo affiancando il Generale.
André rimase indietro. Sorrise osservandola dialogare col padre.
Un Oscar decisamente diversa , più serena , più donna, più bella.
Ripercorse tutti quei momenti di abbattimento del passato nel tormento di essere semplicemente un perenne innamorato respinto, l'aver cercato di affogare nel bere quel dolore ....l'incidente con Bernard "Il Cavaliere Nero" dove aveva rischiato di perdere la vista....con la paura soprattutto di non poter più vedere lei....le scazzottate in caserma con la colpa di essere il suo attendente...il ferimento sotto la Bastiglia.
Nonostante il destino pareva gli fosse perennemente avverso, il pensiero di Oscar era stato la sua ancora di salvezza e la sua ostinazione lo aveva condotto finalmente tra le braccia di colei che amava da una vita.
Dopo tre giorni di viaggio estenuante finalmente il piccolo paesino di Le Conquet non era più un miraggio.
Erano state giornate molto calde.
Ora il cielo era grigio. Le nuvole correvano veloci sospinte dal vento, l'aria carica di umidità.
Nell'arco di poco si mise a piovere.
"Dannazione"- André seguiva Oscar completamente fradici entrambi.
La temperatura si era improvvisamente abbassata.
Imboccarono una strada sterrata. In lontananza si intravvedeva della vegetazione in mezzo alla quale si poteva scorgere l'abitazione.
Il guardiano aveva provveduto ad aprire la casa, accendendo i vari candelabri ed alimentando il fuoco nei camini per scaldare un po' gli ambienti.
Beatrice fece entrare velocemente i figli chiedendo a Rosalie di procurarsi asciugamani per tutti mentre Nanny si era già ritirata in cucina per preparare qualcosa di caldo.
"Sarà meglio provvedere domani a scaricare le carrozze "- Augustin cercò di riparare la consorte.
"Assolutamente si....ora non credo sia consigliabile"
Oscar si passò il piccolo telo fra i capelli mentre André si occupava di collocare al riparo i cavalli.
Percorse il corridoio al piano superiore che portava alle camere da letto. Beatrice le mostrò quella che aveva pensato per lei.
Spaziosa con una bellissima vetrata con vista verso il mare.
"Che ne dici?"
"Solo tu potevi pianificare tutto meravigliosamente"
"Sono felice sia di tuo gradimento" – depose un ciocco di legno nel camino –" Pensa a cambiarti. A breve Nanny avrà preparato qualcosa per cena"
Fece di tutto per trattenersi finché la sorella non se ne fosse andata poi esplose in una serie di colpi di tosse interminabili.
Sperava che quel mostro l'avesse abbandonata. ...invece subdolo si era risvegliato.
Sentì in gola il sapore del sangue risalirle fino alla bocca...portò un fazzoletto alle labbra.
La travolse un'ondata di caldo.
Il tessuto bianco macchiato come non le era ancora capitato di vedere. Lo strinse forte nella mano.
Un brivido.
"No" – si disse –" No, no...."
Udì bussare.
"Madamigella....volete scendere per una piccola cena?" – Rosalie attese una risposta oltre la porta.
"Si...certo....mi cambio...e scendo!"
Indossò qualcosa di asciutto lasciando gli abiti bagnati accanto ad una poltroncina....quel fazzoletto in mezzo....
L'appetito non era molto ma si sforzò comunque di mandare giù alcuni cucchiai di brodo.
André la guardava sottocchio senza perdere di vista un solo suo gesto. Qualcosa non andava.
Tutti molto provati ma felici di essere giunti a destinazione avrebbero voluto andare alla scoperta della casa ma la stanchezza prese il sopravvento.
Beatrice quella notte decise di fermarsi con i pargoli ed attendere il rientro di Louis Antoine.
Il guardiano fece l'ultimo giro per controllare che le porte fossero chiuse e accanto ai camini ci fosse abbastanza legna per scaldare tutta la notte – " Se aveste bisogno la mia camera è in fondo al corridoio oltre le cucine "
Nanny lo ringraziò sistemando gli ultimi piatti nel mobile.
Oscar silenziosamente si avviò in camera.
Si accorse all'ultimo che André l'aveva seguita.
"Ehi...." – la prese per una mano.
Lei si volse. Il volto cereo , madido di sudore, il respiro corto e affannoso, gli occhi leggermente arrossati e affaticati.
Gli posò una mano sulla fronte –" Ma tu scotti!"
Una lacrima scese sulla guancia –" ....io...credo che il mio amore per te sia troppo piccolo...."
"Cosa stai dicendo?" – le accarezzò il viso –" solo io ne conosco la grandezza...."
Lei aprì la porta ed entrò.
".....sono una vera egoista....."
Non comprese.
"Cosa stai farneticando ? "
"...perché mi hai voluto seguire? ...non credo mi resti molto....cosa te ne fai di stare appresso ad un morto che cammina?"
Quelle parole erano decisamente senza senso per lui. L'afferrò per le spalle scuotendola –" Ma sei impazzita? "
Era irragionevole nascondersi ad André. E nemmeno ci sarebbe riuscita.
"....saresti dovuto restare con Leah...."
Sgranò gli occhi. Forse un pugno nello stomaco gli avrebbe procurato meno male.
La tentazione fu quella di schiaffeggiarla...erano parole troppo forti. Ma si trattenne.
"Tu non sai quello che dici!"
"Invece si!"- gli urlò afferrando il fazzoletto nascosto tra gli abiti bagnati abbandonati sulla poltrona e quasi stampandoglielo sul naso.
Allungò la mano e pieno di timore lo aprì.
Un tremore lo attraversò.
"...ti prego, lasciami sola"- gli volse le spalle.
"Oscar...."
"Ti supplico. ...esci"
Che cosa poteva fare?
Nulla se non fare quello che gli aveva chiesto.
Il cuore stretto come in una morsa, ma non poteva ....
"Oscar, coricati hai la febbre"- le disse cercando di accompagnarla a sdraiarsi.
"Vattene, ti ho detto!"
Strinse i pugni dalla rabbia.
Sentì la porta chiudersi violentemente alle sue spalle.
Solo, nella sua stanza ebbe la sensazione fortissima che l'avrebbe persa.
Perché? Perché aveva nominato Leah?
Il pensiero involontariamente o no tornò a lei.
Chissà cosa stava facendo. E Alain? Avrebbe fatto quello che gli aveva chiesto?
Indubbiamente le voleva bene...ma ora doveva percorrere la sua strada senza di lui.
Nonostante ciò le parole di Oscar lo turbarono.
Stava dunque precipitando la situazione? I loro destini allora erano inesorabilmente segnati a dividersi?
Lei doveva andarsene in breve e lui? No non poteva essere, non ora che l'amore li aveva uniti dopo tante sofferenze.
Sedette sul letto con la testa tra le mani.
Seduta nella piccola vasca di legno, il viso solcato dalla lacrime, Leah ripensò all'ultimo discorso fatto con Alain su André.
Da allora lui comunque aveva continuato ad accompagnarla ed andarla a prendere, ma senza scambiare mezza parola. Lei non fiatava, lui nemmeno.
Eppure era come se si fosse abituata a questo tram tram.
La sera lo attendeva sulla porta della taverna, non rientrava più da sola.
La mattina era sempre puntuale per l'inizio del suo turno.
Perché tutto era dovuto per forza andare così ?
Quel sentimento era cresciuto troppo velocemente....
Gli aveva detto di non aver nulla da perdonargli. ..il destino così aveva deciso...
E non aveva nulla nemmeno contro di lei.
Era del tutto normale che André avesse scelto chi amava da una vita.
...i suoi occhi, i suo morbidi capelli scuri, il suo splendido corpo ....fra le sue gambe.....quella sera sarebbe bastato poco....I suoi baci...il suo desiderio...
Faceva male, terribilmente male.
Si asciugò senza riuscire a smettere di piangere.
Ma perché le aveva messo accanto Alain?
Se non gli fosse importato nulla di lei non lo avrebbe fatto....
E la decisione del viaggio in Bretagna?
Se fosse stato solo per accompagnare Oscar? Un pretesto? Per cosa?
Mettere alla prova il sentimento che nutrivano l'uno per l'altra?
Raccolse i capelli guardandosi allo specchio. Il suo corpo nudo riflesso.
Non aveva nulla da invidiare ad alcuna: un bel seno, non troppo grande, pieno e sodo, la pelle chiarissima, giovane, femminile e con la giusta sensualità.
Un uomo non avrebbe potuto desiderare di meglio......gli aveva detto di piacergli da morire...
E l'altra?
Anche lei sicuramente si sarebbe comportata alla stessa maniera, non poteva condannare il suo atteggiamento...
Qualcuno bussò leggermente.
Aprì.
Ed eccola...lì sulla porta, il cuscino stretto tra le braccia, la camicia che non andava oltre la metà coscia, i piedi nudi.
"Posso entrare?"
Come allora....quando la notte pioveva forte e i tuoni scuotevano palazzo Jarjayes. ....se la trovava in corridoio...
"Dai...uffa, fammi entrare...non ci sto nel letto da sola"
E lui col viso imbronciato sbuffava e valutava se dirle di si.
"Dopo mi rubi tutte le coperte e io devo dormire scoperto"- quasi piagnucolando.
"Ho freddo ai piedi " – gli diceva pestando il pavimento.
E cedeva, era sempre così.
Nel letto poi gli puntava i piedi freddi nei polpacci ...perché gli voltava le spalle scocciato ....ma durante la notte si addormentavano spesso abbracciati....
Richiuse la porta.
Lei ferma, immobile.
"Oscar" – la guardò con tanta tenerezza.
Strinse di più il cuscino.
"Ho paura"- gli occhi lucidi.
Le sfilò il cuscino posandolo sul letto.
"Vieni qui" – l'abbracciò.
La sentì tremare.
"Hai ancora la febbre"- le guance tendenti al rosso. Doveva avere la temperatura piuttosto alta.
Si infilò sotto le lenzuola.
André aggiunse un ciocco di legno al camino.
Per maggior tranquillità diede un giro di chiave alla porta .
Tolse gli abiti e si sdraiò accanto.
Lei si rannicchiò contro di lui.
"Non voglio morire"- sibilò.
Che cosa poteva dirle? Solo quel famoso medico avrebbe sciolto ogni dubbio e perplessità sul suo stato di salute.
Certo era che non si preannunciava nulla di buono.
"Lascia che ti metta una pezza bagnata sulla fronte....dobbiamo fare qualcosa..."
Lo sguardo di lei quasi supplichevole ....il desiderio tremendo di vivere....
Sempre coraggiosa di fronte ad ogni situazione, imprevisto o altro, Oscar non conosceva paura...eppure qualcosa sembrava quasi si fosse spezzato dentro di lei.
Non rispose e lasciò che le facesse qualche impacco sulla fronte.
"....che cosa farai?"
" In che senso?"
"Quando non ci sarò più?"
"Ma cosa stai dicendo?"
Si drizzò sul letto –" Insomma, vuoi essere realista? ....a me resta poco...non riesci a metterti in testa che morirò?" – gli urlò.
André non si trattenne più. Non lo aveva mai fatto ma questa volta quelle parole lo fecero uscire di senno....e la colpì.
Oscar si portò la mano sulla guancia. Le lacrime scendevano in silenzio.
La strinse forte –" Perdonami"
Assaporò fino in fondo quel l'abbracciò –" Non mi abbandonare, ti prego"
"Non lo farei mai!"
La fece sdraiare nuovamente riprendendo a farle gli impacchi freddi fino a che non si addormentò .
Durante la notte vedendola tremare aggiunse una coperta controllando che il fuoco non si spegnesse.
La pioggia batteva incessante contro i vetri.
Probabilmente la febbre raggiunse il picco massimo quando la sentì delirare .
Parole, discorsi scomposti....lui....la Bastiglia...i Soldati della Guardia....Fersen....Alain.....Leah...
La tentazione fu quella di avvisare Beatrice.
Poi verso il mattino la febbre calò.
Il colorito più roseo, il viso più sereno, il sonno più tranquillo.
Era lui ora a doverle incuterle coraggio, nonostante in cuor suo mille paure prevalessero.
In diverse occasioni era stata lei a starle accanto.
Quando aveva rischiato la vista lei stessa lo aveva incoraggiato non perdersi d'animo.
E ne era venuto fuori...entrambe gli occhi avevano potuto continuare a vederla....la sua amata, la sua dea, la sua Oscar.
Ma qui ora non si scherzava, la cosa era molto più seria.
Questa crisi aveva decisamente sconvolto ogni piano.
Lo sguardo ricadde su quell'immagine accanto al letto....quel piccolo crocifisso.
Non pregava, quasi mai....
Lo fissò a lungo –" Non ti ho mai chiesto nulla....."- mormorò.
La vide muoversi nel letto.
Alzatosi dalla poltroncina le posò una mano sulla fronte.
Lei aprì gli occhi.
"Ciao"- le sussurrò.
"Dove sono?"- era come stordita.
"Nel mio letto"
Cercò di mettere insieme i pensieri nella sua mente come i pezzi di un puzzle.
Sedette appoggiandosi alla spalliera.
Lui si accomodò accanto.
"Come ti senti?"
"A pezzi"- rispose.
Il sole sembrava volesse prendere il posto delle nuvole.
Scese dal letto e afferrato il cuscino si diresse verso la porta.
"Aspetta" – André la raggiunse.
Le mani di lei sulla maniglia e quelle di lui sulle sue.
"Voglio tornare nella mia camera"
Girò la chiave e la lasciò uscire.
Fortunatamente ancora tutti dormivano.
L'osservò salire le scale barcollando leggermente.
Si accorse quanto fosse dimagrita in quell'ultimo periodo.
Rabbrividì.
Solo quando la vide sparire in cima richiuse la porta. Sciacquò il viso.
Era del tutto inutile rimettersi a letto.
Udì sua nonna lungo il corridoio e andò a prendersi un caffè.
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Al di là del destino
FanfictionNiente e nessuno avrebbe impedito loro di amarsi. Nemmeno il destino