Capitolo 28 - Carte e Ampolle

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Ci vollero tre giorni per ristabilirmi del tutto e, quando potei finalmente uscire dalla camera, optai per un abito giallo come la bellissima giornata che si intravedeva dalla finestra e, tra i capelli, osai con una piuma dello stesso colore.

Abbracciai con lo sguardo la stanza, mia gabbia in quei giorni, e mi sentii sollevata. Amavo l'aria aperta, le corse a cavallo, le passeggiate e le colazioni sul prato ed essermi persa tutte quelle attività mi faceva arrabbiare. "Ancora di più se penso a colei che ha causato tutto ciò".

La finestra era aperta e un lieve venticello muoveva i tendaggi chiari del baldacchino, sul tavolo da pranzo il vassoio della colazione che avevo consumato e, a ridosso, Anne che sistemava la veste da camera. Il mio sguardo cadde poi sulla cesta di vimini che conteneva i doni nuziali per gli ospiti, terminati a pochi giorni ormai dalle nozze. Lady Elizabeth aveva insistito perché li tenessi con me, impaurita da non so bene cosa. Dana invece aveva raggiunto il marito a corte.

Bussarono alla porta ed entrò il valletto di Thomas che posò con delicatezza il mazzo di fiori sul tavolo. «Con i migliori saluti del mio Signore».

Scesi nel salottino privato di lady Elizabeth e scoprii di essere già attesa. La marchesa e mia madre sedevano attorno ad un tavolino basso sul quale vi era un mucchio di carte colorate e alcune boccette di profumo.

«Buongiorno lady Elizabeth. Madre» salutai entrambe con una lieve riverenza.

«Amelie, che gioia vedervi in piedi!» esclamò mia madre, venendomi incontro.

«Il vostro colorito è molto migliorato» mi sorrise la padrona di casa. «Prego, sedetevi».

Presi posto sulla poltroncina accanto alla finestra dalla quale proveniva un delicato profumo di peonie che impregnava tutta la stanza.

«Oggi ci dedicheremo agli inviti ma prima dovremmo pensare alla lista degli ospiti» introdusse la padrona di casa. «Credo che sia d'obbligo accogliere le nostre famiglie al completo»

«Sono sicura che i nostri parenti dalle Fiandre ne saranno deliziati»

Lady Dowen invitò Susan, la sua dama di compagnia, a redigere l'elenco di nomi e personaggi che le due nobili recitavano a voce.

«Passiamo ora alla corte. Il duca di Brandon? È in Inghilterra per un breve periodo» avvisò la Marchesa e mia madre annuì palesemente stupita.

«Voi conoscete il Duca?»

«Certo. È un cugino acquisito di mio marito. Cosa ne pensate del conte di Bristol e del visconte Spencer? Li avete conosciuti a corte, Amelie?»

Riconobbi solo alcuni di quei nomi. «Ho parlato con lord Spencer solo poche volte. Se non ricordo male è il figlioccio del precedente re».

«Sì, avete ragione. Dovremmo invitare anche i Devonshire. Sono sulla bocca di tutti ultimamente».

Ricordai uno degli ultimi eventi a palazzo e quella stramba coppia.

«La bizzarria della Duchessa in fatto di moda è molto rinomata» rispose estasiata mia madre.

«I duchi di Grafton?»

Andammo avanti così per ore, lady Elisabeth e mia madre suggerivano i nomi e Susan scriveva diligentemente. Credetti di essermi assopita ad un certo punto poiché un pizzicotto mi fece sussultare. Non avevo sentito alcun passo.

«Oh scusatemi, lady Amelie. Credevo vi foste accorta del mio arrivo» ridacchiò Thomas.

«Milord!» lo rimproverai con il braccio dolente.

Lui in risposta mi strizzò l'occhio e si rivolse alla matrigna. «Venite a fare una passeggiata, milady? C'è un bellissimo sole caldo che sicuramente gioverà alla vostra carnagione»

Lady Elizabeth ci osservò per qualche minuto. «Ci potrà far solo che bene»

Ci alzammo e seguimmo Thomas all'esterno e poi per i giardini deliziosamente di moda inglese con il suo taglio corto dell'erba e le aiuole ricche di fiori.

«Come vi sentite?» mi chiese, prendendomi delicatamente per il gomito ed allontanandomi dalle dame che ci precedevano.

«Molto meglio, milord».

«Siete incredibilmente bella oggi» mi sorrise lui.

«Vi ringrazio. E vi ringrazio anche per i fiori che mi avete fatto recapitare questa mattina»

L'uomo accennò un piccolo sorriso e continuammo a camminare vicini, con lui che mi teneva il gomito delicatamente. Sentivo il suo calore irradiarsi per tutto il corpo fino allo stomaco.

La passeggiata durò poco poiché la matrigna aveva tutte le intenzioni di completare gli inviti entro sera e consegnarli nel giro di pochi giorni. Il tempo era molto limitato.

Fu così deciso che gli inviti sarebbero stati redatti su carta di lino bianco, profumato di rosa inglese e recante sigillo dei Dowen.

«Avrete la dimora piena di gentiluomini» sospirò mia madre, prima di salutare lady Elizabeth per la notte.

«È un'occasione speciale e merita di essere condivisa con i nostri illustri amici».

«Avete riservato un invito anche per il Primo Ministro?» chiesi, espressamente. Decisi di essere leggera e indifferente. Ma dovevo sapere se aveva mantenuto le intenzioni che ci eravamo scambiate nella mia camera.

«Parlate del conte di Guilford? Lord North tesse molte lodi e ammirazioni» rispose mia madre.

«È anche un grande amico di lord Brian, madre» le ricordai.

«Ho invitato anche lui, certamente» rispose la marchesa.

Angolo Autrice
Eccomi!!! Perdonate il ritardo assurdo con il quale ho pubblicato questo capitolo!
Aspetto i vostri commenti e i vostri pareri.
-Irene-

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