1 capitolo

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Clarke POV
Ed eccomi qui, con la testa sotto al cuscino ad imprecare contro la sveglia
che non smette di suonare.
Vorrei davvero tanto rimanere a letto tutto il giorno ma purtroppo devo alzarmi
per andare a scuola. Quindi seppur malavoglia mi alzo e spengo la sveglia,
vado a fare una doccia veloce lasciando che l'acqua calda s'impossessi
del mio corpo facendomi rilassare. Mi vesto con la prima cosa che trovo
nell'armadio per poi scendere a fare colazione, ovviamente non trovando mia
madre, visto che due giorni fa è partita a Londra per lavoro.
È  il chirurgo più ammirato al mondo, e per questo si ritrova quasi sempre
in viaggio per lavoro, e questa volta è partita per circa due mesi e mezzo,
La cosa bella? Non sarà neanche presente al mio compleanno che è
esattamente tra un mese.
Ma ormai ci sono abituata quindi decido di prepararmi una tazza di latte
caldo, ignorando del tutto la solitudine che mi pervade ormai da
14 anni, cioè l'anno in cui mio padre è morto in un incidente stradale
quando avevo soltanto 3 anni.
Ma ignoro anche questi pensieri e dopo aver finito di sistemarmi,
esco di casa aspettando che arrivi Bellamy e sua sorella Octavia
Con la macchina così da poter andare a scuola insieme.
Non aspetto molto ed una volta salita in auto saluto questi due pazzi
partendo poi a tutta velocità verso scuola.
Una volta arrivati ed aver parcheggiato, ci dirigiamo subito verso
Raven che ci stava aspettando davanti al cancello.
Octavia: "Olà chica"
la saluta Octavia con un sorriso, che Raven non tarda a ricambiare,
Raven: "hey c'è ne avete messo di tempo, pensavo foste morti"
Bellamy: " certo, ti piacerebbe"
Clarke: "ok, ma adesso entriamo, che siamo già abbastanza in ritardo"

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Usciti da scuola, avevamo deciso di andare a fare una passeggiata al bosco,
io adoravo andare a passeggiare all'aria aperta, ma purtroppo
non ci andavo quasi mai visto che mia madre non vuole.
Dice sempre che è troppo pericoloso, soprattutto per gli animali selvatici,
ma lei adesso non c'era e non avrebbe mai potuto saperlo,
per cui non mi sono fatta problemi.

Stavamo camminando ormai da mezz'ora, addentrandoci sempre di più,
anche se parlando non c'è ne siamo proprio resi conto.
Ci stavamo divertendo, ridendo e scherzando come degli idioti,
quando sentimmo dei rami spezzarsi, e dei ringhi provenire da tutte le direzioni.
Mi voltai e fu lì che lo vidi, un enorme lupo con la pelliccia nera,
e d'aglio occhi rosso sangue, il doppio degli altri, che ci ringhiavano contro.
Intanto gli altri lupi ci avevano ormai accerchiati,
e mentre i miei amici andavano in panico, io ero rimasta a guardare
quello che sembrava essere il capo negli occhi.
I lupi cominciarono ad avvicinarsi pian piano, pronti a saltarci
addosso da un momento all'altro.
Quando all'improvviso, il lupo nero smise di ringhiare,
ed intimando gli altri di fare lo stesso.
Cominciò ad avvicinarsi a me, piano piano, fino ad arrivare proprio
ad un centimetro del mio viso, e guardarmi dritto negli occhi.
Cominciai a sentire le palpebre sempre più pesanti, fino a chiuderle del tutto.
Poi, il buio più totale.

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