Non ho paura

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"Cosa si mangia di delizioso oggi?"

"Cosa ci fate già a casa?"

Chiese con un tono molto superficiale Felix guardando prima Jisung poi Minho che stava dietro lui aspettando che si spostasse per poter passare.

"Mi scuso immensamente per il disturbo, volevate passare il pomeriggio da soli piccioncini?"

"Mi chiedo la stessa cosa di voi"

Rispondo sta volta io con un tono molto simile a quello di Felix, ma molto più divertito.

"Andiamo via alle 15"

Erano le 11:50, il mio sguardo non aveva neanche provato a posarsi sull'orologio da quella mattina sino ad allora.
Non mi importava del tempo, in verità non mi importava di nulla e neanche a Felix quanto pare, siccome non ha avvertito nessun senso di fame.
Forse perché avevamo fatto colazione tardi.

Ci toccava fare da mangiare. Anche se l'unica cosa su cui riuscivo a concentrarmi era Felix, quello che stava per succedere e cosa avrebbe comportato.

Soprattutto se l'interrompersi di tutto quello un secondo prima che succedesse avrebbe comportato solo ad un rimandarsi ad un secondo  momento oppure ad un occasione per Felix di pentirsi, lasciare il momento nel passato e non tornarci mai più sopra.

Di cosa non aveva paura?
Cosa prova?
Perché non me ne sono mai accorto?

Mi resi conto che se tutto quello era vero allora forse non eravamo così lontani dal protagonista di quel film che tanto prendevamo in giro, siamo soltanto la replica di una di quelle mille scene in cui ha preferito il silenzio piuttosto che la verità.

Allora vale la pena avere paura?
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L'unico motivo per cui avevamo scelto quel film era non pentirci di lasciarlo a metà così da poterlo riprendere in un secondo momento, oppure non riprenderlo mai più e non provare neppure un briciolo di ripensamento o la curiosità di finirlo, l'indifferenza di sapere se allora valeva la pena parlare.

A quel punto non sapevo cosa volevo, mi interessava davvero sapere come andava a finire il film? No, forse quello che mi importava di più era stare solo con Felix, non importava se davanti avevamo un film o in mano un tè caldo e una ciotola di popcorn che ci separava a forza risiedendo in mezzo a noi.

Finimmo di mangiare tutti insieme parlando come sempre, io e Felix ci saremmo allenati quel pomeriggio.

"Andate a fare un giro, è una bella giornata oggi"

Questa fu l'ultima cosa che disse Minho prima di uscire portandosi dietro il suo ragazzo che ci augurava un buon pomeriggio.

"In effetti... Potremmo fare una corsa al parco invece di allenarci al chiuso"

Suonava come un'idea graziosa che infatti Felix accettò senza neanche pensarci, sarebbe stata una situazione molto meno pesante o imbarazzante.

Ci preparammo come meglio potevamo, raggiunsimo il parco passeggiando e una volta lì iniziammo la nostra corsa.

Dopo qualche chilometro fummo costretti a fermarci, il cielo infatti si era coperto di nuvole e minacciava proprio di iniziare a piovere.

Iniziammo a correre verso casa, quando poco dopo, sulla via del ritorno, effettivamente si mise a piovere davvero forte, ridevamo facendo a gara chi correva più veloce mentre la pioggia ci inzuppava.

"Andate a fare un giro, è una bella giornata"

Prendeva in giro Felix ripensando alle parole di Minho.

Ridevo così forte che l'addome mi faceva il doppio più male.
Più di quanto già non facesse per aver corso così tanto in così poco e in queste condizioni.
Pioveva così forte che Felix per farsi sentire doveva quasi gridare.

Mi fermai a riprendere fiato, esausto, quando vidi Felix fermarsi, girarsi verso di me, scivolare e cadere davanti ai miei occhi.
Mi spaventai parecchio.

Temevo si fosse fatto davvero male.
Le mie preoccupazioni sparirono quando una volta sul pavimento si mise a ridere guardandomi e poi stendendosi definitivamente sul pavimento anche con la schiena.

Istintivamente, stavo per dirgli di tirarsi su, perché altrimenti si sarebbe sporcato, ma eravamo già spolti, quindi non importava.
Risi ancora più forte di prima, sdraiandomi di fianco a lui sull'asfalto.

La pioggia colpiva ogni parte del nostro corpo, guardavo il ragazzo sulla mia destra cercare di mettersi le mani davanti alla faccia per impedire alla pioggia di colpirgli il volto, mi soffermai sul suo profilo.

Qualcosa si mosse nel mio stomaco.
Io non avevo paura.

"Felix..."

"Mh?"

Non so perché attirai la sua attenzione.
Non so perché l'istinto mi portò ad avvicinarmi così tanto a lui.
Non so perché lui non si scansò, anzi, chiuse gli occhi aprendo leggermente le labbra.
Non so perché ma è successo.

Nessuno lo sa, nessuno lo può sapere, nessuno saprà mai quanto esattamente il cuore mi battesse forte, così forte che la pioggia in confronto era silenziosa, leggera, limpida, fresca, solida, pura.

Come labbra caste e carnose di Felix avevano lo stesso sapore della sua pelle nonostante ci avesse piovuto sopra per così tanto.

Ricordo il calore.
Ricordo il respiro affannoso di Felix unirsi al mio.
Ricordo il rumore della pioggia.
Ricordo le mani di Felix appoggiate al mio volto.
Ricordo le farfalle nel mio stomaco che volavano come se ci fosse abbastanza spazio per tutte.
Ricordo come non avessi più paura.
Ricordo quanto caldo fosse l'asfalto bagnato sotto i nostri corpi freddi.
Ricordo come dolcemente il mio bacio veniva ricambiato.
Ricordo che non pensavo a nulla di tutto questo di cui adesso mi ricordo solo perché lo stavo vivendo.

Più importante mi ricordo con quanta malinconia fui costretto ad alzarmi, una volta che tutto quello raggiunse la fine, come svegliarsi da un dei miei soliti sogni che hanno come protagonista Felix.

Ci alzammo perché un lampo seguito da un tuono aveva squarciato il cielo, rendendo molto pericoloso il nostro stare lì.
Mi alzai prima io, poi aiutai lui a fare la stessa cosa.
Non mi disse nulla, sono io che dopo qualche passo notai che stava zoppicando.

"Ti fa male la caviglia?"

"Non ti preoccupare non è nulla"

Quasi lo obbligai a saltare sulle mie spalle per proseguire il percorso verso casa, era solitamente molto leggero, ma sicuramente la pioggia lo appesantì un po', rendendo difficili anche i miei passi, non mi arresi.

Raggiunsimo finalmente casa.

Bagnati dalla testa fino ai calzini.
Ci affrettammo ad asciugarci.
C'era seriamente freddo e nessuno dei due aveva voglia di ammalarsi.

Indossammo vestiti puliti, lo vedevo passare dal bagno alla sua stanza sempre zoppicando leggermente.
Pantaloncini della tuta corti fino al ginocchio, maglia nera a maniche corte di qualche taglia più grande della sua con i capelli bagnati e un asciugamano appoggiato sulle spalle senza motivo.

Mi arrivò una chiamata da Jeongin.

"Pronto...?...Quindi come fate?... Va bene... non ti preoccupare, ciao."

Felix si era fermato in mezzo al corridoio a fissarmi.
Attendeva che parlassi, curioso di quello che la persona che mi aveva chiamato aveva da dirmi.

"Era Jeongin... piove così tanto che hanno bloccato i treni, è probabile che non tornino per sta sera."

"Beh... Finiamo il film?

Profumo di MoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora