17.basil and mind reading

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<comunque 𝑙𝑢𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎, ho trovato un modo per farti tornare umana. Non mi piacciono i licantropi>
<però, come dici tu 𝑚𝑖𝑜 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑜𝑟𝑒, io ti piaccio>
<non farmi ridere Black>
<nOn FaRmI rIdErE bLaCk!!> imitò la sua voce lei.
<non sono io quello che ieri sera ha detto "mi sono innamorata", ricordatelo>
<cos? Ti ho davvero detto che sono innamorata di te? Dovevo essere ubriaca forte per averlo detto> rispose con un sorrisino contorto lei. Il giovane ragazzo però non pensò a guardare i suoi occhi mentre parlavano all'unisono. Ormai di lei si fidava da quella giornata passata ad Hogsmade e non serviva secondo lui vedere le sue pupille girare verso sinistra se mentiva.

Continuarono a mandarsi frecciatine per tutta la colazione e anche durante il viaggio verso le diverse aule. Tom aveva davvero trovato un modo per toglierle il maleficio da lupo: una pozione presa prima di un certo incantesimo l'avrebbero fatta tornare un'umana - non che già lo fosse, ma non poteva parare una ciclata prima di ogni luna piena almeno; ed i suoi graffi sarebbero spariti con la pozione, un sogno per la ragazza. Per quella mattina i piani dei due erano diventati altri: orami le lezioni poteva essere saltate per una mattina - merito di un accidente preso da entrambi.
Insieme, con passo felpato per tutta la mattina, si diressero in biblioteca e poi, per avere una specie di privacy, la camera dei segreti sarebbe stata adatta.

I due, o meglio, Tom, la aprì ed entrarono, facendo attenzione a non cadere uno sopra l'altro come l'ultima volta però. Avevano preso il libro dalla sezione proibita che occorreva e leggevano all'unisono.
<credi che funzionerà?>
<ma certo che funzionerà. Io sono Tom Marvolo Riddle, posso fare tutto>
<l'ho sempre detto che sei un grandissimo egocentrico>
<sei solo invidiosa Black. Ah ah ah, non provare a controbattere.> fermò lui la ragazza con un dito davanti a sè facendo segno di disapprovazione, prima che lei potesse controbattere <ora credo che la cosa migliore sia iniziare ad imparare l'incantesimo, che non sembra una fattura semplice>
Era incredibile quello con Tom potesse fare per quella ragazza: se fosse stato un suo 'amico', l'avrebbe direttamente escluso dal gruppo dato il suo odio per i licantropi; invece per lei aveva trovato un modo. Un modo per farla tornare umana al 100%. Un modo per restare insieme a lei - non che non ci fosse stato se sarebbe rimasta un lupo mannaro, ma così era più semplice per lui.

Il suono del silenzio della Camera dei Segreti veniva riempito dalle fatture scagliate da Tom contro ad una statua di un serpente. Nel frattempo Scarlett pensava a dove potesse trovare gli ingredienti per quella pozione, dato che come quella antilupo era illegale.

𝚂𝚚𝚞𝚊𝚖𝚎 𝚍𝚒 𝚔𝚊𝚙𝚙𝚊
𝙿𝚘𝚕𝚟𝚎𝚛𝚎 𝚕𝚞𝚗𝚊𝚛𝚎
𝚅𝚎𝚕𝚎𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝚕𝚒𝚌𝚊𝚗𝚝𝚛𝚘𝚙𝚘
𝚅𝚎𝚕𝚎𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝚊𝚌𝚛𝚘𝚖𝚊𝚗𝚝𝚞𝚕𝚊
𝙿𝚒𝚞𝚖𝚊 𝚍𝚒 𝚏𝚎𝚗𝚒𝚌𝚎
𝙰𝚌𝚞𝚕𝚎𝚘 𝚍𝚒 𝚙𝚞𝚛𝚟𝚒𝚗𝚌𝚘𝚕𝚘
𝙳𝚞𝚎 𝚊𝚕𝚒 𝚍𝚒 𝚍𝚘𝚡𝚢
𝚃𝚎𝚛𝚛𝚒𝚌𝚌𝚒𝚘 𝚞𝚜𝚊𝚝𝚘 𝚍𝚊 𝚞𝚗𝚊 𝚖𝚊𝚗𝚍𝚛𝚊𝚐𝚘𝚛𝚊 𝚙𝚛𝚎𝚖𝚊𝚝𝚞𝚛𝚊
𝚃𝚛𝚎 𝚏𝚘𝚐𝚕𝚒𝚎 𝚍𝚒 𝚋𝚊𝚜𝚒𝚕𝚒𝚌𝚘

<Riddle> richiamò la sua attenzione lei, mentre lui era intento a rigirarsi la bacchetta tra le dita.
<mh>
<cos'è il basilico?> chiese con leggera esitazione, parendo così ignara. Pensava fosse un animale, dato che 'basilico' assomiglia a 'basilisco'
<Black con le tue conoscienze non dirmi che non sai cos'è il basilico> ghignò l'erede di serpeverde in sua direzione.
<non so niente sui babbani a confronto tuo, mezzosangue>
<ancora ti ostini a chiamarmi così?>
<mi piace farti 𝑎𝑑𝑖𝑟𝑎𝑟𝑒>
<è una pianta, sfacciata>
<e dove la trovo?>
<in un supermercato. Ferma, prima di dire qualcosa, è un posto dove i babbani prendono cibo>
<ma non hanno degli elfi domestici?>
<sono cose magiche gli elfi domestici, ritardata>
<i babbani fanno proprio schifo> concluse lei <pensano di essere grandi e forti, quando invece sono solo delle piccole formichine che andrebbero schiacciate staccandogli piano piano la testa, tanto per farli soffrire per il male che hanno fatto nel mondo e che stanno facendo tutt'oggi con questa guerra che combattono l'uno contro l'altro come degli stupidi senza cervello>.
Disse tutto con il fuoco negli occhi: stava tornando il suo odio per chi non fosse un purosangue o, per lo meno, un mago o strega. In quei due mesi che stava frequentemente con Riddle, il suo ribrezzo verso chi non fosse un purosangue era sceso di gran lunga. Non avrebbe mai pensato di sposarne o peggio, fare un figlio con chi non avesse sangue puro come il suo, però non credeva nemmeno fossero fecce della società, un problema per i maghi comuni.
<calmati sfacciata, pensa a dove trovare gli ingredienti e non a stronzate come babbani>
<so già dove trovare tutto, ma ci vorrà tempo. Minimo 6 lune ancora>
<6 lune!? Maledetto sia Godric Grifonodoro! dovrei venirti a prendere ancora per 6 lune?>
Scarlett non capiva di che stava parlando. L'aveva quasi sbranato e poi l'aveva visto la mattina dopo.
Poi le venne un colpo di lumos alla mente: Druella le aveva mentito. Non era stato suo fratello, Evan Rosier, a riportarla in dormitorio durante la luna piena, ma Tom Riddle.
<tu mi hai portato in camera?> chiese lei, senza guardarlo negli occhi.
<beh sì. Avevo detto a Druella che sarebbe stato un mostro segreto, ma a quanto pare in tua presenza le cose che non dovrei dire le dico, e ti odio per questo. Mi rendi suscettibile in tua presenza, ragazza sfacciata> disse lui in un fiato, come se l'aria potesse essergli strappata non facendo finire le sue parole. Aveva rivelato un segreto che la ragazza non avrebbe mai dovuto sapere.
<dimmi tutto. Dimmi che cosa hai fatto>
<ti ho presa, ti ho portata in dormitorio e basta> disse lui, fissandola istantaneamente negli occhi. Era un bravissimo bugiardo quel ragazzo. Nessuno avrebbe mai capito quando mentiva, stessa cosa Silente. Ma lei aveva intuito che non era tutto. Era una spiegazione troppo corta da parte sua.
<ti ho detto tutto. T.U.T.T.O. Cosa non capisci di questo!?> urlò la ragazza in sua direzione, avvicinandosi minacciosamente.
Ormai i loro nasi si staccavano di pochi centimetri l'uno dall'altro solo per differenza d'altezza che avevano. Lui non si era certo mosso o spostato dalla ragazza che si avvicinava: aveva paura di una sola cosa. Anche se la ragazza quando era arrabbiata poteva parere emanasse vibes di morte da tutti i lati, secondo Riddle non sarebbe mai riuscita ad uccidere una persona. Un animale sì, ma una persona mai - troppo buona secondo lui per togliere la vita a qualcuno. Ma si sbagliava di gran lunga: per avere quello che voleva, Scarlett Black sarebbe arrivata anche ad uccidere, togliendo battiti e respiri a chiunque le infrangesse i suoi sogni o sbarrasse la sua strada.
<ti ho già detto tutto> rispose lui, dandole un colpetto sulla fronte come se fosse una bambina capricciosa.
Lì Scarlett non ci vide più: lei mentiva, anche spesso, ma odiava quando le altre persone mentivano a lei. Era leggermente psicopatica su questo aspetto, e lo sapeva benissimo, ma non le importava.
<allora non ti dispiacerà se frugo nella tua mente per vedere i fatti accaduti>
<non osare osservare neanche lontanamente nella mia mente infrangendo la mia privacy. E poi da quando sei una legilliments?> chiese lui, leggermente sconvolto dalle parole della ragazza. Anche lui era bravo con la legillimanzia, un'arte che aveva imparato all'inizio del quinto anno. Dicevano che era una delle cose più pericolose e difficili da fare: ma Scarlett ne era capace a causa di sua nonna, che le aveva insegnato sia la Legilimanzia che l'occulomanzia. Non aveva mai dovuto necessitare di usare una delle due, ma se fosse servito, le avrebbe usate in pochi secondi.
<sai una cosa? Fottiti! leggiliments!> urlò questa, con la bacchetta puntata alla testa del ragazzo di fronte a sè. Iniziò a correre tra ricordi e ricordi. Uno dopo l'altro, scene di lei le saltavano alla mente. Rivide la prima volta che i loro occhi si incontrarono mentre stava insultando una nata babbana tassorosso, mentre Riddle passava per i corridoi. E tutte le volte che l'aveva guardata senza ricevere un minimo sguardo per quattro anni. Della prima conversazione seria che avevano avuto prima delle vacanze di natale 3 mesi prima.
Tom soffriva, si poteva udire dalle urla che lanciava. Ma era anche lui un maestro dell'occulomanzia e, dopo una ventina di secondi, riuscì a cacciare la ragazza fuori dalla sua mente. Non si sarebbe mai permesso che la ragazza vedesse la conversazione avuta con Druella o quando l'aveva portata in stanza vedendola mezza nuda.
<scusa...i-io....> cercò di giustificarsi lei, ottenendo scarsi risultati. L'unica persona con cui si era scusata, era stata la sua migliore amica. Aveva chiesto scusa alla Rosier ben due volte in tutta la sua vita. Non aveva mai chiesto scusa a nessuno, nemmeno a quel lurido elfo che stava perennemente in casa a Gummald Place. Nemmeno si ricordava quale fosse il suo nome. Creaker? Creacer? Kriter? Bho! Nonostante ciò, era stata una cosa più che naturale chiedere scusa a 𝑙𝑢𝑖. Un mezzosangue.
<ti lurida piccola licantropa! Come hai osato?!>
Riddle era adirato contro la ragazza. Ora toccava a lui vedere nei suoi ricordi, ovviamente togliendole qualunque via d'accesso per farlo uscire da lì.
<leggiliments!> urlò questo. Ora era il ragazzo che sfrecciava nei ricordi di Scarlett a velocità sovrumana.
Lei si contorceva dal dolore. L'erede di serpeverde era a terra quando lei frugrava nella sua mente; la giovane Black era in piedi, tenuta saldamente dalla nuca. Urlava. Urlava come una disperata. Era molto più forte di Riddle con l'occulomanzia, ma lui era un legilliments più che potente, nonostante fosse al quinto anno ad una scuola di magia. Lui vide la prima volta che gli occhi della mora di erano posati sulla sua figura alla stazione. Vide le sue notti passate insonni a causa della luna piena. Vide differenti conversazioni avute con Druella gli anni precedenti a proprosito di Tom. E poi vide un'altra cosa. La sera che avevano passato con lo specchio delle brame. Lei non aveva raccontato tutto: anche lei li vedeva baciarsi. Esitò prima di continuare e per Scarlett fu il momento adatto di cacciato fuori dai propri ricordi.
La ragazza aveva le lacrime agli occhi. Guardò torva Riddle, per poi, in un silenzio assordante dissolto dalle sue scarpe che battevano nella poca acqua del lago nero presente nella Camera, uscire, senza dire una parola.

Le lacrime pungevano dolenti sotto ai suoi occhi smeraldo. Non erano lacrime di dolore fisico, ma emotivo. Oltre ad averle fatto male spingendo sempre più nella sua mente, non le aveva rivolto nemmeno una parola da quando era uscita da quel posto sudicio.
Entrò con il viso rigato dall'acqua salata che era scesa dai suoi occhi in sala comune non ritrovandoci nessuno. Dopotutto, non credeva di trovarci qualcuno durante l'ora di pranzo.
<Scarlett Black> la chiamò qualcuno. Lei si girò verso il divano di pelle verde alle sue spalle, sentendo il suo cognome.
<Chase Nott, che vuoi?>
<calmati tesoro. Perché non sei a pranzo?>
<potresti farti la stessa domanda>
<bhe, io aspettavo una ragazza che a quanto pare è in ritardo. In pratica, 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑡𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜. Ora tocca a t- ma aspetta, hai pianto, Black?> chiese ghignante. Non aveva mai visto Scarlett Black piangere, solo far piangere le altre persone.
<non ti deve interessare, Nott>
Lui si alzò dalla poltrona dirigendosi da lei. Molto lentamente. Forse fin troppo per farle rimanere la mente lucida dopo quello che era successo.
<molto bene. Spero di rivederti 𝑓𝑢𝑟𝑓𝑎𝑛𝑡𝑒>
<ed io spero di no> rispose la ragazza infine. Le sue parole erano puro veleno che usciva dalle labbra vermiglio di lei. Nott sorrise ghignante e se ne andò lasciandola lì in mezzo a mille perplessità.

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