17. Una meta, un viaggio e un'ombra

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I presenti a quella scena -o meglio- a quello macello, erano allibiti. Un vero e proprio massacro, senza che nessuno avesse udito qualche sparo. E la ragazza pellerossa, il vero punto nevralgico di quella situazione tanto surreale quanto sanguinosa.

<<Porca puttana>> esclamò Freddy alzandosi il cappello, mani sui fianchi e sguardo stupito oltre ogni dire. <<Ne ho viste di cose, ma mai così.>>
Julian camminò stando attento a non calpestare interiora o chiazze di sangue rappreso, raggiunse Nidawi ancora intenta a pulirsi. <<Questa guerriera nasconde qualche asso nella manica.>>

<<Non sono tenuta a dirti nulla, viso pallido.>>

<<Io non ti chiesto nulla. Grazie per aver protetto il mio cavallo.>>

Trinity intervenne contrariata. <<Non crederai alle parole di questa selvaggia? C'è più sangue che fieno davanti a questa stalla.>>
<<Esatto, Trinity>> replicò lui voltandosi a fronteggiare l'amica. <<Davanti a questa stalla. I cavalli scarseggiano in questa città moribonda, e non penserai mica che questi poveracci siano capitati qua per caso?>>
La cacciatrice distolse lo sguardo, chiaramente aveva connesso gli indizi, capendo alla fine, di essere nel torto. Sbuffò entrando nell'edificio per controllare il proprio cavallo.

<<Cosa diavolo è successo qui?>> chiese Roman appena giunto con Frankie appresso. Il gigante trasportava in spalla una grossa e lunga cassa di legno, stretta con cinghie di cuoio. Stessa cosa con una sacca in pelle sgualcita sotto l'ascella opposta.

<<Non saprei darvi una risposta, con tutta sincerità>> ammise Sauner a braccia spalancate.

L'inventore fece segno all'amico di proseguire, prese la sua piccola bisaccia in cuoio raffinato che tiene sempre a tracolla, e tirò fuori con eleganza alcuni strumenti di misura: un piccolo righello in rame e un calibro a compasso.

Il suo animo da studioso di anatomia si fece strada nella mente. Minuzioso, esaminò le ferite sui cadaveri, gli squarci nella loro ampiezza e profondità, tutto sotto lo sguardo incuriosito di Sauner e Freddy.

<<Interessante>> mormorò Roman fra sé, passò al tizio decapitato scoprendo che la testa era distante una decina di passi o poco più. Anche Nidawi, ora osservava l'uomo con curiosità.

<<Ci sono leoni di montagna qui?>> chiese lui alla fine della sua indagine.

<<Non credo>> disse Freddy. <<O almeno non così a sud del Texas.>>

Roman rimise a posto gli utensili. <<Beh, i numeri non mentono, qualcosa di grosso, non come un grizzly certo, ma comunque grosso, ha ammazzato questi disgraziati. E deve essere molto forte, visto che con una zampata ha decapitato quell'uomo laggiù.>>
Tutti i presenti si volsero a scrutare Nidawi. Le risposte potevano essere molteplici.

Un crepitio di zoccoli pose fine a quell'interrogatorio. Il resto del gruppo era tornato dal fronte.

<<Che cazzo è successo qui?>> berciò Karl con la pistola in pugno.

<<E' tutto sotto controllo>> lo tranquillizzò Freddy. <<Questi gentiluomini hanno cercato di prendere i cavalli, e ora concimeranno la terra.>>
<<Direi piuttosto che le daranno da bere>> soggiunse Hunder scendendo dalla sella.

<<Che macello>> mormorò Misra.

Il veterano sudista si prodigò a depredare i cadaveri di armi e munizioni, e anche di denaro. Fanculo il rispetto per i defunti.

<<Ah proposito, dove siete stati?>> li interrogò Julian a braccia conserte.

Lancel parlò per il gruppo. <<Abbiamo aiutato i soldati al fronte sventando un attacco su larga scala.>>

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