𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚑𝚛𝚎𝚎 - 𝚅𝚒𝚌𝚝𝚒𝚖𝚜 𝚊𝚗𝚍 𝚜𝚞𝚜𝚙𝚎𝚌𝚝𝚜

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𝚃𝚑𝚎 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚜𝚞𝚐𝚐𝚎𝚜𝚝𝚒𝚘𝚗𝚜:
- 𝙴𝚊𝚜𝚒𝚎𝚛 (5𝚂𝙾𝚂)
ᴄᴀʟ's ᴄʜᴏɪᴄᴇs:
- ᴊᴜsᴛ sᴀʏɪɴɢ (5SOS)
- ᴋɪʟʟ ᴍʏ ᴍɪɴᴅ (ʟᴏᴜɪs ᴛᴏᴍʟɪɴsᴏɴ)
- ɪ ʜᴀᴛᴇ ᴜ, ɪ ʟᴏᴠᴇ ᴜ (Gɴᴀsʜ)

Nessuno salutò Luke quando si sedette al tavolo per la colazione, quella mattina. Tutti sembravano voler evitare il suo sguardo, concentrandosi sul loro caffè o sul giornale.
Non ci provò neanche a salutare per primo. Già si immaginava l'occhiataccia di Calum, il mezzo sorriso poco sincero di Ash, quello fin troppo zuccheroso di Arzaylea e l'espressione enigmatica di Michael. Non ne valeva la pena.
Dopo qualche minuto Arzaylea si schiarì la voce per spezzare il silenzio. "Oggi niente concerti, viaggeremo soltanto. Possiamo prendercela con calma, direi."
"Bene" sospirò Luke. "Ho bisogno di dormire."
"Devi recuperare il sonno che la signorina ti ha fatto perdere stanotte, eh?" ringhiò Michael.
"Per tua informazione, devo recuperare il sonno che ho perso per nessun apparente motivo nelle ultime due settimane. Lei non c'entra proprio niente."
"Io?" chiese la ragazza, molto probabilmente fingendo di non capire. "Cosa c'entro io?"
"Oh, niente, ti sei solo fatta qualsiasi essere vivente di genere maschile che abbia mai messo piede sulla terra, e hai voluto cominciare proprio mentre eri fidanzata con Luke. Tutto qui" sibilò Michael.
La ragazza sembrò offendersi, ma non fece in tempo nemmeno a difendersi.
"Punto primo, non sono cazzi tuoi" rispose Luke. "Punto secondo, vorrei tanto sapere chi te l'ha raccontata questa cazzata." Suo malgrado, Luke sapeva bene che non era del tutto falso. Ma non era questo il punto. "Terza ed ultima cosa: si può sapere cosa cazzo ti è preso?"
"Ragazzi, andiamo. Lasciateli parlare" sussurrò Ash agli altri, alzandosi in piedi, e persino Arzaylea lo imitò, annuendo. "Ne hanno bisogno."
"Luke, dobbiamo parlare dopo" lo avvertì Blackbird. "Ti aspetto in camera appena finisci con lui."
Calum scosse la testa prima di allontanarsi. "Si ammazzeranno o scoperanno davanti a tutti. Non ci sono altre alternative."
"Cosa è preso a me?" Sei tu quello che si è scopato di nuovo la sua ex, che tra l'altro non ha fatto che tradirlo e mentirgli!" disse l'altro.
"Non sono problemi tuoi, Clifford. È la mia ex, se qualcuno ci soffrirà sarò io, ed è la mia vita. Devi imparare a non ficcare il naso in faccende che non ti riguardano se vuoi scollarti di dosso questo soprannome idiota, Danger."
"Non hai idea del motivo per cui ho ottenuto un soprannome del genere. E se io devo imparare a farmi i cazzi miei, tu dovresti capire la situazione prima di giudicare gli altri."
Luke sospirò, fissando lo sguardo negli occhi dell'altro. Non li aveva mai visti così verdi… e così da vicino. "Sai che c'è che non mi quadra, Clifford? Prima ci odiavamo a vicenda, sin da quando ci siamo conosciuti. Poi per due o tre giorni fai la parte dell'amico, mi chiami per nome, scherzi con me e fai il simpatico. Poi trovi la mia ex - e sottolineo, la mia ex - nella mia camera d'albergo e ti incazzi senza motivo. Cosa vuoi da me?"
Michael sbuffò, iniziando ad allontanarsi, stringendo i pugni nelle tasche dei jeans neri. "Niente, Hemmings. Pensavo potessi avere qualcosa di buono da te, ma a quanto pare mi sbagliavo."

Luke scosse la testa e sospirò prima di bussare alla porta della camera di Ashton. Per qualche motivo, era ancora confuso e arrabbiato a causa della discussione con Michael. Non riusciva ancora a capire perché a Michael dava tanto fastidio il fatto che si fosse avvicinato di nuovo alla sua ex. Perché gliene sarebbe mai dovuto importare qualcosa?
E soprattutto, perché a lui pesava così tanto la reazione di Michael?
"Luke, ciao, sei ancora vivo" lo salutò Ash, distogliendolo dai suoi ragionamenti spesso fin troppo contorti. "Entra. Ti voglio parlare."
Obbedì e si sedette sul divano nero dell'amico. "Cosa c'è? Novità su Calum?"
"Anche, ma ne parleremo dopo. Prima voglio sapere a che cazzo stavi pensando ieri sera. Arzaylea, di nuovo?" lo rimproverò Ash, sedendosi di fronte a lui sul tavolino. "Ti vuoi fare del male?"
"Io non le ho fatto niente, Ash, te lo posso giurare" spiegò. "Ha fatto tutto lei. È entrata in camera, mi ha detto di voler essere solo mia 'amica', per ora, - e adesso che ci pensava non suonava troppo bene - poi mi è praticamente saltata addosso."
L'altro non sembrava troppo convinto. "Perché la tenevi per i fianchi, Luke?"
"Stavo cercando di allontanarla, te lo giuro. Anche se non volevo, era la cosa giusta."
Ash sembrò pensarci su e infine annuì. "Va bene, ti credo. Non sei del tutto scemo. E hai fatto bene a provare a scrollartela di dosso. So che ti piace ancora, anche fisicamente, e si vedeva bene ieri sera" scherzò.
"Piantala. Ho anch'io una domanda, però" aggiunse Luke. Se c'era qualcuno che avrebbe potuto chiarire i suoi dubbi, quello era Ashton.
"Dimmi."
"Michael. Che gli è preso?"
Ash sospirò e scrollò le spalle. "Sinceramente, non lo so. Non ha più detto una parola a nessuno dopo ieri sera, tranne a te stamattina. Mi sembrava piuttosto scosso dopo ieri sera. Eppure è strano, perché fino al concerto era tranquillo."
Luke sospirò. "E non sai proprio perché potrebbe aver reagito così, vero?"
Ash fissò Luke dritto negli occhi blu per qualche attimo, poi accennò un sorriso come se avesse capito qualcosa che Luke ancora non sapeva. "Penso di aver capito cos'ha che non va, ma dovrei parlargli prima. Penso che lo scoprirai presto da solo."
"Mh, vabbè, ho capito, non vuoi dirmelo. Parlami almeno di Calum" insistette Luke.
"Michael ci ha parlato. Ha detto che non se la sente di stare con me, come pensavo. Ha paura della gente, del management eccetera. E crede che io meriti di meglio, per qualche motivo. Ma io voglio lui, e lo sa. Sopporterei anche le voci della gente, gli insulti, e vaffanculo alla band e alla copertura."
Luke annuì. "Ti piace davvero, eh?"
"Decisamente. Credo… penso sia lui quello che stavo cercando."
Ash fu interrotto dalla notifica di un nuovo messaggio sul telefono di Luke.
Ormai il riccio sapeva già da chi fosse il messaggio e sospirò, leggendolo a voce alta per Ash. "«Buongiorno, Luke. Prepara le valigie e allaccia le cinture. Mentre sarete in viaggio avrai una sorpresina. Manca poco, ormai. Pronto alla notizia-bomba?». Simpatico, Jackal, davvero simpatico."
L'amico sgranò gli occhi, guardando ora Luke e ora il telefono che aveva in mano. "Jackal? Ancora?"
Annuì. "Sì, anche ieri sera."
"Luke, quando è troppo è troppo. Devi dirlo agli altri."
"Tu credi?"
"Decisamente. Non sei in pericolo solo tu, ormai, ma anche io e i ragazzi. Hanno il diritto di saperlo, Luke". protestò Blackbird.
"Mi spieghi che cazzo dovrei dire? 'Ragazzi, sto ricevendo minacce di morte dal killer che dobbiamo prendere, potremmo morire tutti perché è più vicino del previsto?'"
"Esatto. Sarò lì con te nel bus, oggi, ti aiuterò a spiegare se vuoi. Ma devi promettermi che glielo dirai."

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