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Apro gli occhi che sono appena le otto del mattino. Ho passato una notte turbolenta, a letto mi sono girata e rigirata. Forse devo abituarmi di nuovo a dormire da sola. Mi alzo compiaciuta dalla sensazione di calma che la casa emana, sembra quasi che parlasse. E' felice della scelta che ho fatto. Mi dirigo verso la cucina e prendo qualcosa dal frigo per fare colazione. Mi guardo intorno e penso che effettivamente non è una novità che io sia sola a casa. Thomas spesso usciva prima, ma nonostante tutto, è diverso. Per quanto possa mascherarlo mi sento ferita nel profondo. Nel frigo trovo delle fragole e latte di mandorle, poso tutto sul bancone e la prima cosa che mi viene in mente è quella di farmi un frullato.

Prendo la mia tazza, e mi dirigo alla porta finestra. Esco fuori al balcone e bevo il mio frullato sentendo la brezza primaverile di Seattle sulla pelle. Chiudo gli occhi e assaporo il gusto del tempo, della natura e della liberta. Ma prima che possa effettivamente lasciarmi andare, una sensazione che nell'ultimo periodo provo troppo spesso mi travolge. Ho bisogno di andare via, una piccola vacanza, o un ritiro spirituale. Non so come definirlo ma so che devo farlo adesso. Specie dopo quello che è successo con Thomas. Dopo starò meglio, e potrò riprendere la mia vita in mano come voglio. Mi eccita il pensiero di aver trovato una soluzione ed inizio ad ipotizzare come e dove andare. Ma prima decido di rimettermi in contatto con la realtà, poso il frullato e vado a recuperare il cellulare dalla camera.

Mi siedo sulla poltrona accanto al tavolino, e contando fino a tre decido di accenderlo. All'interno ci trovo una sfilza di chiamate e messaggi da parte di Thomas, le solite cazzate aggiungerei. Nei messaggi leggo varie volte anche il nome di Jess, e per un secondo penso che prima di ieri sera era una donna che stimavo. Alla fine mi limito a rispondere ribadendo quanto  detto ieri sera, intimandolo a lasciarmi in pace. Spero la smetta di chiamarmi, non vorrei arrivare al punto di bloccarlo. Prima di chiamare Grace per dirgli che va tutto bene mi ritrovo senza motivo a girovagare tra le app. Trovo foto che non vedevo da tempo, momenti spensierati, mi chiedo a che vita mi stessi riducendo. Gironzolo fino ad arrivare al calendario. Premo nelle  varie caselle numerate per controllare, se nell'euforia degli ultimi giorni ho dimenticato qualche evento. Mi sento in colpa quando noto che mi ero scordata che tra due giorni sarà il compleanno di Nana Amanda.

Come posso aver dimenticato il compleanno della persona più importante nella mia vita? Ma un lampo di genio mi colpisce prima del senso di colpa. E se andassi da lei per il suo compleanno? Mi chiedo tra me e me, sarebbe la scelta migliore anche per la pausa che volevo prendermi. Potrei restare lì molto di più di un paio di giorni, e non c'è nulla di meglio che prendermi una pausa nella casa dove sono cresciuta. Devo tanto a Nana Amanda. Ha cresciuto me e le mie due sorelle Marie e Luna da sola, quando i nostri genitori, beh, sono scomparsi. Siamo state tanto fortunate. Abbiamo avuto nella nostra vita l'esempio perfetto di una donna forte. Capace di crescere tre bambine orfane sola, ed educarle verso l'amor proprio, l'amore per gli altri e quello per la vita. I suoi racconti sull'emancipazione, su come ha contribuito al suffragio femminile. Fino ad arrivare al coraggio, e su come riuscire a farsi rispettare in un mondo di soli uomini, ma che non lo sarà ancora per molto.

Amanda è sempre stata impeccabile. Ci ha insegnato tante cose, e infondo so che sono sempre stata la sua preferita. Dall'ultima volta che ci siamo viste, l'anno scorso per natale. Ricordo ancora la sua perfetta acconciatura rossa, che incorniciava perfettamente il suo incarnato chiarissimo e i suoi occhi verdi, che ho ereditato. E ancora tutti i suoi abiti che mai si stancava d'indossare, credo di averci passato un terzo della mia infanzia all'interno del suo guardaroba. Mi sembrava di viaggiare nel tempo. Sentivo come tutti quegli abiti avessero una storia da raccontare, e aspettavano qualcuno pronto ad ascoltarla. Mi congratulo con me stessa per l'idea che ho avuto. E' arrivato il momento nella mia vita di assecondare i colpi di testa senza rifletterci troppo. Mi avvicino alla cabina armadio e rovisto all'interno per cercare le valigie che non prendo da troppo tempo.

Tutto ciò che di te non conoscoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora