C'era una volta un albero immerso nel verde che lasciava liberamente che le sue foglie cadessero per mano del vento, un vento arrogante che soffiava prepotente a cui non importava niente delle povere foglie, voleva solo che cadessero così da poterci ridere su col suo rumore.
Per tutto il tempo in cui l'albero fù verde, il vento soffiò una volta lentamente, una volta velocemente e sembrava avesse preso di mira una specifica foglia.
Egli non si rendeva conto di ciò che stava accadendo da un pò di tempo, sapeva che il vento soffiava ma semplicemente non riusciva a vedere la sofferenza della foglia.
Per tutto il tempo non fece altro che irrobustire di più la sua corteccia, far diventare più ancorate al terreno le sue radici, diventare un albero più alto e forte.
Poi finalmente si accorse del dolore della foglia, o per meglio dire fu la foglia ad avvisarlo.
Quest'ultima credeva quindi che l'albero finalmente l'avrebbe protetta, credeva che avrebbe dato più forza ai rami su cui era poggiata,ma in realtà ciò che ricevette fu un enorme delusione.
L'albero le disse che lei avrebbe dovuto cavarsela da sola, perché ormai era poggiata su di lui da molto tempo e che quindi si presupponeva che fosse forte abbastanza....ma ciò che aveva ignorato ,forse deliberatamente, era che il ramo su cui ella era poggiata era il più debole di tutti, era privo di qualcosa e questo la foglia lo sapeva molto bene.
Dentro di lei un moto di odio e di rassegnazione la pervase, odiò l'albero ottuso e menefreghista, e odiò quel vento che tanto c'è l'aveva con lei senza un perché.
Nonostante tutto non si arrese, era la foglia più piccola e l'ultima nata dall'albero, ma era ormai abituata alla situazione, si convinse quindi che doveva solo aspettare che il vento cedesse e rimanere aggrappata con tutte le sue forze al ramo, che ormai però si stava inaridendo e seccando sempre di più, senza nutrimento.
Dopo il tanto resistere fu la foglia a cedere, e a cadere ormai esamine ai piedi dell'albero, quest'ultimo finalmente la guardò e fu come vederla veramente per la prima volta, la vide piccola e di un verde ormai spento, ma ciò che lo terrificò di più fu vedere i molteplici tagli che il vento le aveva procurato, poi guardò il ramo su cui era poggiata e si accorse che ormai era diventato completamente arido...comprese quindi di non essersi impegnato abbastanza a proteggerla, comprese di averla lasciata sola, comprese di averla SEMPRE lasciata sola.
In quel momento fu colto dalla disperazione, ma il vento arrivò e cercò di manipolarlo così da poter ancora soffiare sulle altre foglie, gli disse che non aveva mai avuto l'intenzione di uccidere la piccola foglia, ma che voleva solo giocare, provocarla un pò, in quanto era la più particolare che avesse.
L'albero però non volle sentire ragioni e finalmente scacciò via il vento, poi riguardò la sua piccola foglia e decise di compiere un'azione immane, fece uscire fuori alcune delle sue radici robuste e contornò la foglia quasi a proteggerla.NOTE AUTRICE:
Buon pomeriggio, se avete letto avrete potuto constatare che questa volta ciò che ho scritto non si tratta di una riflessione o di una poesia, ma oserei di un racconto metaforico...nello specifico un racconto del rapporto con mio padre.
Spero vi sia piaciuto.
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I PENSIERI DELLA MIA ANIMA
PoetryCiao a tutti, sono una ragazza di 20 anni, e studio "scienze e tecniche psicologiche" all'università. Fin da piccola sono sempre stata una bambina molto curiosa e che si faceva tante domande su tutto quello che la circondava. Complici poi le situazi...