È ormai un'ora che sono nella cabina armadio, ma ogni volta che provo ad andarmene mi distraggo vedendo altri vestiti, uno più bello dell'altro.
"Hai fatto?!" grida impaziente Gabriel dal piano di sotto.
È l'ottava volta che mi chiama.
"Quasi!"
"Hai risposto cosi anche le altre volte" dice sbucandomi dietro.
"È tutto cosi...paradisiaco"
"Immaginavo ti sarebbe piaciuto"
"Li hai scelti tutti tu?"
"Forse" ride "perciò sono perdonato?"
"Ci penserò su"Dopo avermi costretta ad uscire dall'armadio solo perchè si stava annoiando, ci siamo stesi sul divano e acceso la televisione.
Ma poi una domanda è sorta spontaneamente.
"Come hai fatto a scegliere tutti quei vestiti e a metterli nell'armadio se è questa casa è una cosa provvisoria, per giunta non tua?"
Si gira di scatto verso di me e mi squadra.
"Giuri che non ti arrabbi?"
"Non darmene motivo Kade"
"Non esiste nessun amico, questa casa è mia. Ci ho messo dei vestiti per te perché speravo saresti venuta con me. L'hanno finita da poco e stavo per chiedertelo, ma poi ho scoperto di Loris"
"Cioè tu stavi per chiedermi di convivere?"
"Ormai stiamo praticamente sempre insieme, non avrebbe fatto differenza. Sei arrabbiata?"
"No! Perché dovrei esserlo? Sono tutto il contrario che arrabbiata"
Mi lancio su di lui stringendolo in un abbraccio.
"Ti amo"
"Perciò ora sono perdonato"
"Si" gli sorrido baciandolo.Si rigira più e più volte nel letto mentre cerco invano di svegliarlo.
"Oh andiamo Gabriel!"
La candelina che ho infilzato nella torta ormai non può più essere definita candelina dopo tutto questo tempo.
"Che c'è? Non ci corre dietro nessun impegno, perché devo svegliarmi?" borbotta girandosi rivolto verso me.
Apre leggermente gli occhi, il necessario per riuscire a vedere, e inclina gli angoli della bocca in un sorriso appena mi vede.
"Tanti auguri!"
Si alza dal letto e spegne velocemente la piccola fiamma prima di afferrami per i fianchi e buttarmi sul letto, trascinandomi in un bacio.
"Mi hai fatto una torta?" continua a sorridere.
"Anche un regalo"
"Come hai fatto a prenderlo?"
"Non sono cose che ti riguardano"
"Ma-"
"Hai intenzione di continuare a parlare o..." ammicco guardandolo per poi vederlo fiondarsi di nuovo sulle mie labbra."Voglio il mio regalo" si lamenta seguendomi giù per le scale.
"Potrei decidere di dartelo...oppure no"
"Lo troverò"
"Fai pure"
"Dammelo!"
"Ti do un indizio: non è sul divano"
Ci pensa un po' ma alla fine il suo cervellino decide di mettersi in moto.
Lo raggiungo nel grande salotto e lo vedo intento a scartare la piccola scatolina con i denti.
"Hai bisogno di un ingegnere?"
"Ho...fatto"
Mi guarda prima di aprire la scatolina e rimane fisso a guardarne il contenuto per almeno un minuto.
"È uno scherzo?" mi guarda.
"Qualcosa è andato storto"
Mi siedo di fronte a lui mentre estrae la tutina da neonato che nasconde il test di gravidanza.
"Tu sei incinta" inizia ad elaborare.
"Si"
"E io sarò padre?"
"A quanto pare"
Non parla per alcuni secondi, per me eterni.
Penso che oltre ad elaborare la mia gravidanza stia iniziando ad elaborare anche un piano per scappare il Messico.
Torna a posare lo sguardo su di me e sorride.
Un sorriso che non gli avevo mai visto prima.
Un sorriso pieno di gioia.
"Sarò padre cazzo!" urla alzandosi dal divano correndo fuori in spiaggia, mostrando a tutti i passanti la tutina bianca.
"Giuro che non avresti potuto farmi un regalo migliore" dice appena torna in casa abbracciandomi "da quanto lo sai?"
"Qualche giorno. Ho aspettato oggi per dirtelo"
"Come te ne sei accorta?"
"Avevo un po' di nausea così sono andata in farmacia per prendere un test. Quando è uscito positivo ne ho fatti altri due per vedere se fosse vero, e lo è"
"Diventerà un giocatore di football provetto"
"Sarà una femmina"
"No no"
Guarda di nuovo la tutina che ha in mano e sorride stringendomi a sè."E adesso che si fa?"
Non riesco a rispondere perchè il campanello di casa suona.
"Hai ordinato qualcosa?" chiede cambiando subito umore.
"Io no"
Si avvicina lentamente alla porta cercando di non fare rumore e si affaccia allo spioncino prima di aprirla.
Neanche il tempo di vedere di chi si tratta che spalanca il portone rivelando mio fratello in stampelle.
"Tu!" urlano prima di abbracciarsi.
"Auguri stupido"
Michelle sbuca da dietro Jake e lascia che si salutino per venire a salutare me mentre tiene Victoria in braccio.
"J!" lo saluto abbracciandolo "mi siete mancati tantissimo"
"Anche voi" si stacca dall'abbraccio e fa scorrere lo sguardo tra me e Gabriel prima che esso si posi sulla tutina buttata sul divano.
"Ehi, fermi tutti. Quella cos'è?" chiede avvicinandosi.
"Quello che credi tu"
"Tu aspetti un bambino?"
"Si!" urlo euforica.
"Doppio zio! Fantastico! Vi lascio tre settimane da soli e guarda che combinate"Parliamo tutta la sera della situazione a casa e del fatto che loro staranno a casa nostra per un po'.
"Come stanno mamma e papà?"
"Sono ancora preoccupatissimi. Non volevano neanche che venissi, ma sono venuto comunque"
"E Lisa?"
"Lisa va alla grande. Derek è già più intelligente di te"
"Spiritoso"
"C'è una piccola possibilità per cui possa riabbracciarli?"
"Non adesso"
"Gli ho lasciato il mio telefono, puoi chiamarli" dice Jake.Dopo cena ho chiamato i miei genitori raccomandandoli di salutare da parte mia i Kade, Lisa e Jordan.
Jake e Michelle sono andati a dormire stanchi del lungo viaggio perciò anche noi siamo andati a letto dove Gabriel non la smette più di accarezzarmi la pancia guardandomi con un sorriso.
"Sarò papà" ripete ormai da dieci minuti con aria sognante "e se potesse succedergli qualcosa per colpa mia? E se non sarò un bravo papà?"
"Sono sicura che sarai un padre perfetto"
"C'è sempre un grande pericolo di mezzo però"
"Anche se mi lascerai di nuovo sola" queste parole sembrano ferirlo "sanno che sono importante per te e mi terrebbero comunque di mira. Ma se resterai con me, in due faremo qualcosa in più"
"Scordatelo, non ti lascerò più. Non adesso"
Scende verso la mia pancia lasciandoci un bacio dolce che riserva anche alle mie labbra prima di augurarmi la buonanotte e addormentarsi.
Meglio di così non potevo chiedere.
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just a dream?
RomanceLa vita di qualsiasi persona è contornata da 'giorni si' e 'giorni no'. Ma sopratutto capita che un giorno si è felici mentre quello subito dopo ci si ritrova a sentire tutto il peso del mondo sulle spalle. Jessica è un'adolescente qualunque che rie...