27. "ti voglio bene."

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sono le dieci di sera.
ho tentato di far passare il tempo ascoltando un po' di musica, ma la noia mi tartassa la testa. quando sono sola e non ho nulla da fare tendo a pensare troppo, rimuginando su ogni singolo dettaglio della mia vita, trovando sempre le cose negative, sprofondando nelle mie stesse paranoie. finisco sempre per non sentire più nulla, esclusivamente il battito del mio cuore e il mio respiro. improvvisamente il tempo si ferma, non mi rendo nemmeno conto di quello che ho attorno e mi limito a esistere.

mi lavo e mi sistemo sotto le lenzuola, ma, per quanto mi sforzi di non pensare, non riesco a chiudere occhio.
il telefono vibra, facendomi notare una manciata di notifiche di cui non mi sono nemmeno accorta.
vibra di nuovo, ripetutamente, e sento che potrebbe essere qualcuno che ha bisogno. dovrei rispondere, eppure mi limito a fissare lo schermo che si illumina, incapace di reagire.

una chiamata persa, due: è lorenzo.
<davvero pensi che dopo come mi hai trattata ti risponderò?!> prendo il telefono dopo il suo ennesimo tentativo e rispondo, stufa della sua insistenza.

<cosa vuoi?>
"ginny, ho bisogno di te."
<stai scherzando spero.>
"no, ginevra, non sto scherzando. ho fatto una cazzata."
<solo una?!>
"perfavore, non è il momento. l'ho baciato, e ho rovinato tutto."
<veramente mi stai chiedendo aiuto per una cosa così?>
"cosa devo fare? non voglio che lui pensi che io sia gay o cose simili."
<prima di tutto vorrei dirti che evidentemente lo sei, quindi credo sia giusto che una persona lo pensi. secondo, voglio che tu sappia che non è sbagliato essere gay e sono davvero fiera di te, ma ora come ora non ce la faccio: sono distrutta. mi hai abbandonata. mi hai lasciata da parte e sono stata di merda, ma tu nemmeno ti sei degnato di assicurati che stessi bene. quindi, mi dispiace che a lui tu non piaccia, ma non è un problema mio.>
"ginny... io-... mi dispiace veramente tanto, non credevo stessero così le cose. non volevo farti stare male, mi dispiace davvero."
<puoi tornare in albergo? così ne parliamo di persona...>
"arrivo subitissimo, scusa."

—————

"ehi..." lore entra lentamente nella stanza, con lo sguardo basso e girandosi le dita.
non voglio litigarci, ho bisogno di lui e non riesco a rimanere arrabbiata con lui. mi alzo dal materasso e mi fiondo contro il mio migliore amico, circondandolo con le braccia e stringendo forte.
<ti voglio bene.>
"ti voglio bene anche io, davvero tanto." alcune lacrime gli bagnano il viso.

rimaniamo appiccicati per qualche istante. lore molla la presa, ma lo stringo forte un'ultima volta, per poi allontanare i nostri corpi.
"mi dispiace..."
<dispiace anche a me...> lo prendo per mano e lo trascino sul materasso. <cosa vuoi fare con gioele?>
"mi importa di più sistemare le cose con te..." è sincero e queste sue parole mi fanno sorridere.

trascorriamo la notte raccontandoci gli avvenimenti degli ultimi giorni: scopro che dopo aver incontrato la ragazza di internet lore si è reso conto di non essere etero; quando ha conosciuto gioele ha realizzato di essere gay e pensava che ricambiasse, ma dopo aver provato a baciarlo è scappato e non ha sentito cosa avesse da dire il ragazzo. <allora dovresti parlarci, vedere se ha qualcosa da dire. non sai nemmeno se fosse solo spiazzato o se veramente non provi attrazione per te.>
"hai ragione, come sempre. ora gli scrivo un messaggio."
prende il cellulare e gli scrive.
<ei lore, sono fiera di te.> gli stampo un bacio sulla guancia e mi sdraio, stanca morta.

nel sonno sento lorenzo aprire a federico. li sento discutere ma sono troppo stanca per intervenire. sento le loro voci sempre più lontane e mi addormento.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 04, 2021 ⏰

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