•Prologo•

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Alison continuava a correre nel buio di un tardo pomeriggio invernale. Li aveva seminati? Non ne aveva idea, non sapeva nemmeno dove stesse andando. Il naso traboccava di sangue e il respiro affannava, gli occhi colmi di lacrime le annebbiavano la vista. Ma doveva correre o l'avrebbero presa, era mossa dalla paura e le sue gambe andavano quasi in automatico. Stava gelando, con una semplice felpa correva tra le strade di un paesino nei dintorni di Tivoli, alla ricerca di un piccolo posticino dove nascondersi, un qualsiasi buco o vicolo. Finché qualcosa si scontrò contro il suo piede, catapultandola al suolo strappandole il pantalone e ferendole il ginocchio. Imprecò a bassavoce e disperata provò a rialzarsi senza alcun risultato: il ginocchio le grondava di sangue e il dolore era atroce. Provò a trascinarsi disperata, finché qualcuno la prese per le spalle sollevandola e voltandola verso di lui.
Alison non fece in tempo ad aprire gli occhi che le partì uno schiaffo in piena faccia.
-Troia, le sai le regole. Mentre ti picchiamo devi stare ferma. La prossima volta che scappi ti ammazzo!-fece Logan
-E dopo dovremmo anche tornare a scuola a riprenderci gli zaini che abbiamo lasciato lì per inseguirti-disse Marco
Le arrivò un altro pugno sul naso e il sangue prese a scorrere più velocemente e in quantità maggiore.
-Ti pare il modo? Potevamo picchiarti e andarcene a casa, invece no, hai preferito scappare. Ma non te la faccio passare liscia, puttana-urlò Logan
Alison piangeva in preda al dolore e la paura. Il cuore le batteva forte e sapeva che non poteva fare nulla per difendersi. Logan la sbatté atterra e le diede un calcio nello stomaco.
-Per oggi basta, sono stanco-disse Logan allontanadosi
-Ma io non mi sono divertito abbastanza-disse maligno Marco
-Fai quello che vuoi-rispose Logan andando via
Alison indietreggiò, ma Marco fu più veloce e si sedette sulls sue ginocchia.
-Che vuoi fare? Togliti!-disse Alison dimenandosi
Marco la baciò.
-Zitta, sarò buono con te se starai zitta, ti farò divertire-disse sbottonandosi i pantaloni.
Alison cominciò a sbraitare. Con tutte le forze che le erano rimaste gli diede un calcio dritto nello stomaco e un pugno sulla faccia. Si alzò e riprese a correre, ma stavolta più veloce che poteva. Si accorse che la sua bussola interiore l'aveva fatta arrivare a pochi isolati da casa, doveva resistere. Sentiva Marco dietro urlare e bestemmiare su di lei, anche se la voce si faceva sempre più lontana. Lo stava seminando. Pochi passi, e Alison, sarebbe stata a casa. Le gambe stavano cedendo. "Dai Alison, corri". Arrivò fuori la porta di casa e sbraitò affinché suo padre l'aprisse. Marco era quasi arrivato, quando la porta si aprì e Alison si buttò in casa chiudendo la porta.
Alison cedette. Le ginocchia tremanti la buttarono atterra, ai piedi di suo padre e le lacrime iniziarono a scendere senza sosta. 
"Non andrò più a scuola, o almwno in quella scuola. E giuro che non sarò più la sfigata della classe, odio tutti, basta. Giuro che mi sbarazzerò di questi capelli biondi Barbie e di tutti quei vestitini e gonne varie. Giuro che non sarò più la stessa, perché la vita é dura, é il momento di levare la corona e indossare l'armatura" si giurò Alison

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⏰ Last updated: Mar 18, 2015 ⏰

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•~Occhi tristi e capelli color mare~•Where stories live. Discover now