Capitolo 20

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Finisco il mio caffè e mi accendo una sigaretta.
Andrea mi fissa per un pó mentre sono persa nei miei pensieri e poi mi chiede:
"Tutto bene Emily? A cosa pensi?"
"A nulla di ché in realtà, mi ero solo incantata." ridacchio.
"Va tutto bene, sto iniziando a realizzare che non ho colpe. Ho fatto tutto il possibile per tenere Isabel al sicuro , ma non mi rendevo conto che il pericolo più grande era rimanere con suo padre sotto lo stesso tetto. Mi sentivo in colpa. non volevo toglierle un padre, ma realizzo ora di non averle tolto un bel niente. Lo realizzo ogni volta che ti vedo giocare con lei, l'attenzione e la pazienza che le riservi, il tuo tempo e il tuo affetto sincero.. Ho visto raramente questo in lui. Direi mai." butto fuori tutto d'un fiato.
Non dice nulla ma mi stringe in un abbraccio che vale più di tutte le parole del mondo.
"La amo tanto quanto amo te. È stato così dal primo giorno, di questo non dovrai mai preoccuparti." mi dice dopo un lasso di tempo che sembra infinito.
"Grazie. Per tutto." lo bacio dolcemente.

La lavatrice finisce e Andrea mi obbliga letteralmente a lasciare stare e far fare a lui. Stende un infinita di roba arrossendo ogni qual volta si trovi davanti alla mia biancheria intima. Non posso fare a meno di ridere.
"Non rideresti se sapessi quanta fatica faccio davanti a questa lingerié pensandotela indosso." mi prende in giro sventolando un tanga.
Arrossisco e lui ridacchia.
Manca ancora un'oretta per la sveglia di Isabel, quindi torniamo dentro e ne approfittiamo per un altro episodio di Riverdale.
Mi tolgo il cardigan rimanendo in camicia da notte e ci sdraiamo a cucchiaio mentre faccio partire l'episodio.
"Avevo dimenticato che indossassi questa lingerié." dice malizioso Andrea mentre mi bacia la clavicola e mi accarezza il fianco lasciato libero dalla camicia da notte che si è alzata pericolosamente facendo intravedere il mio intimo.
"Mi dispiace, non era mia intenzione provocarti." Arrossisco e mi copro con il plaid mentre faccio leva per spostarmi.
"No, rimani qui per favore. Non dispiacerti, a me non dispiace affatto questa vista. Ho sognato per mesi di poterti guardare così. Di vivere questi momenti. Di essere l'unico. Finalmente solo io e te. Voglio solo accarezzarti." sorride dolce.
Guardiamo l'episodio rimanendo avvinghiati così, e per tutta la durata Andrea non smette un attimo di coccolarmi.
Mi chiede letteralmente il permesso e accarezza ogni centimetro della mia pelle scoperta.
"posso toccarti?" domanda cauto riferendosi al mio basso ventre e annuisco. Non mi sono mai sentita più rilassata di così, la sensazione è paradisiaca. Devo fare ricorso a tutto il mio autocontrollo ogni volta che le sue mani sfiorano i bordi della mia lingerié per non implorarlo di togliermela. Non so cosa mi prenda, è l'unica persona al mondo a farmi questo effetto. E mi piace da morire. Ma ho paura. Non me la sento ancora.
"Se sto esagerando devi solo dirmelo e la smetterò." mi dice titubante. Mi posa un bacio umido sul fianco.
"Non riesco proprio a resisterti. Ti mangerei. Voglio assaporare ogni centimetro di te." ansima.
Mi maledico mentalmente per starmi controllando.. Ma voglio andarci piano, so benissimo di non essere propriamente lucida adesso, quindi faccio del mio meglio per trattenermi come so che sta facendo anche lui.
"Nemmeno tu me lo rendi facile." ammetto.
"Amo il modo in cui il tuo corpo reagisce al mio." dice compiaciuto guardando la mia pelle che si riempie di brividi.
Mi posa dei baci umidi sul basso ventre. Gemo.
"Basta così o non riuscirò a fermarmi" dice tornando al suo posto e continuando ad accarezzarmi.  Nemmeno io Andrea. Nemmeno io.
La mia sveglia suona e mi alzo per svegliare Isabel.
Le faccio una hola mentalmente per avermi salvata dal cedere.
Poco dopo il mio cellulare squilla per avvisarmi che tra poco sarà qui la ditta per portarmi l'ultimo blocco di arredamento rimasto con le nuove cose di isabel. Vado a cambiarmi e prendo isabel, Andrea nel frattempo prepara un caffè per tutti. Neanche mezz'ora dopo arrivano. Porto loro le tazze di caffè mentre montano il tutto e si portano via le vecchie cose. I ragazzi della ditta sono molto socievoli e mentre lavorano chiacchieriamo del più e del meno. "amore puoi aiutarmi un attimo con isabel?" Andrea mi cinge la vita.
"a fare cosa?" lo guardo stranita.
Isabel gioca tranquilla con le sue costruzioni.
"sono proprio negato nel legarle i capelli. " dice imbarazzato e rido. È una scena buffissima. "ci penso io." sorrido.
Mi piego per farle la coda e sento Andrea tossire per attirare la mia attenzione. Lo guardo confusa.
"Quel ragazzo non ti toglie gli occhi di dosso. Ti fissa il sedere come se io non fossi qui." sussurra infastidito.  La sua faccia è impagabile e scoppio in una fragorosa risata.
"Non sarai mica geloso?" ridacchio.
"Moltissimo quando si tratta di te. Ho sperato e pregato per averti, sono rimasto in un angolo ad aspettarti per mesi, sono impazzito ogni giorno, ogni ora, sapendoti e vedendoti con un altro uomo e ora che sono ad un passo dal coronare il mio sogno non cederò facilmente. Sei mia adesso, finalmente." mi sussurra ed il suo sorriso cresce.
"Solo mia." rimarca e mi bacia una guancia sotto lo sguardo divertito di isabel.
"mia." marca il territorio lei e scoppio a ridere.
"Tua amore mio." la bacio.
"Vi amo." ci cinge in un abbraccio. 
"Giocare"? "domanda isabel.
Ci sediamo con lei a giocare mentre aspettiamo che i ragazzi finiscano il loro lavoro.
Passiamo il resto della serata insieme serenamente sistemando le sue cose, cenando e alle 22:00 siamo già tutti cotti e andiamo a letto.

Alle 7:00 del mattino seguente mi sveglio mentre ancora tutti dormono.
Lascio Andrea riposare beato nel mio letto e Isabel nella sua culla e vado a farmi un caffè in totale relax.
Dopo il caffè e una sigaretta, approfittando del fatto che nessuno dei due si è ancora svegliato, decido di fare il pesto.
Prendo una sedia e ci salgo su per arrivare al ripiano più alto della cucina, mi alzo sulle punte e mi appendo un pó per riuscire a prendere l'aglio in polvere che è un pó più indietro.
"Ti serve aiuto?" sbuca Andrea dal nulla facendomi trasalire, mollo la presa e prendo uno scivolone colossale facendo svegliare anche Isabel dal tonfo.
"Questo caffè mi è costato caro." penso tra me e me mentre guardo il sangue colare dal mio fianco destro.
"Emily? Stai bene? Scusami tanto, è tutta colpa mia." Dice Andrea preoccupato correndo verso di me.
Sgrana gli occhi quando vede il sangue.
"Sto bene, ho preso solo una bella botta, ti prego, puoi prendere Isabel? Si sarà spaventata." dico sentendola chiamarmi e piangere.
Annuisce ed esce dalla stanza.
Mi alzo barcollando e mi ripulisco un pó il fianco cercando di capire cosa mi sono fatta. Fortunatamente nulla di grave, ho solo riaperto un po' la vecchia ferita sbattendo allo spigolo. Mi fa un male cane, la botta è stata abbastanza forte. Adesso si che il livido non andrà più via.
Andrea torna con una Isabel disperata che mi chiama. Zoppico verso di loro e la prendo un braccio.
"Va tutto bene amore mio, scusami se ti ho fatta spaventare." le accarezzo il viso e lei piano piano si calma.
Il sangue continua ad uscire e mentre io tranquillizzo Isabel Andrea mi medica il fianco con il kit di pronto soccorso che ha preso dal bagno.
"Ti fa molto male?" mi chiede preoccupato.
"Un pó" ammetto.
"Il taglio è abbastanza profondo ma non dovresti avere bisogno di punti fortunatamente." mi dice quando finalmente riesce a bloccare il sangue.
"Mi dispiace amore, sono stato uno stupido. sono sbucato dal nulla. avrei dovuto pensare che ti saresti potuta spaventare." mi dice dispiaciuto.
"va tutto bene, non è stata una mossa intelligente arrampicarsi così. avrebbe potuto svegliarsi Isabel d'improvviso e sarebbe successa la stessa cosa." rispondo.
"Ero venuto per dirti che mi ha chiamato mio padre. Il piano superiore di casa mia ha subito un allagamento. Non sarà agibile per un po'. Fortunatamente tutto quello che c'è in ufficio è rimasto intatto ma la mia camera è distrutta." mi spiega rammaricato.
"Puoi restare qui." dico sincera.
"ne sei sicura?" chiede titubante.
"Certo, tutto il tempo che vuoi. Non volevo comunque restare sola, ma non potevo costringerti a rimanere qui. Ora ho la scusa perfetta." ridacchio.
"Non avresti dovuto costringermi. Sarei rimasto con voi volentieri." mi bacia la fronte.
"Lo so, ma mi sembro una disperata. Questa cosa della tua casa mi ci fa sentire molto meno." ammetto ridacchiando imbarazzata.
"Vieni, sedetevi. Vi preparo io la colazione." mi dice accompagnandoci al divano.
Accendo la tv e metto i cartoni animati per Isabel che ancora un pó scossa non si stacca da me. L'ha spaventata abbastanza svegliarsi di soprassalto per il rumore forte e non trovare nessuno in camera.
Rabbrividisco pensando come sarebbe stato se si sarebbe svegliata così quelle volte in cui Thomas mi puniva.. Grazie a Dio non è mai successo. Non avrebbe mai interrotto la sua tortura per permettermi di calmarla.
Dolce amore mio. Mi siedo con lei in braccio e la sistemo in modo che riesca a vedere la tv senza staccarsi da me. Andrea le porta il suo biberon di latte e lei li sorride.
"gazzie".
Sorridiamo entrambi e lui le bacia la testa.
"Prego tesoro." le risponde dolcemente.
"Torno subito con la colazione anche per noi." mi dice passandomi del ghiaccio avvolto in uno straccio da mettere sul fianco.
"Non è l'ideale in pieno inverno, lo so. Ma ti eviterà un gran bel gonfiore." lo ringrazio e torna alla cucina.
Ritorna da noi con due tazze di latte caldo e un vassoio di biscotti al cioccolato e rimaniamo così a fare colazione e guardare cartoni animati.
Dopo un paio d'ore Isabel comincia a lamentarsi di avere sonno. Probabilmente non è molto comoda così e non riesce ad addormentarsi. Andrea ripulisce in cucina e mi obbliga a lasciarlo fare e riposarmi. Sul mio fianco sta già prendendo forma un livido enorme.
Mi sposto con lei sul letto e ci addormentiamo entrambe dopo poco.

Andrea scosta le tende e ci sveglia.
"Ho preparato il pranzo." mi dice accarezzando in viso prima me e poi Isabel.
"Grazie." dico mentre cerco di alzarmi. Faccio un pó fatica a dire la verità e quando mi guardo il fianco capisco perché. Ho un livido SPROPOSITATO, una roba esagerata, davvero.
"Non ringraziarmi, è giusto che faccia anche io la mia parte in casa. Prendo io Isabel, fai piano. Riesci ad alzarti? Ti aiuto?" mi chiede gentile ma faccio da sola.
Cambia Isabel e ci dirigiamo in cucina, zoppico non poco quindi mi fa appoggiare a lui.
Ci sediamo in tavola già apparecchiata e ci passa i nostri piatti.
Ha preparato pasta e zucchine, la mia preferita.
Li bacio la guancia e sorride.
"È buonissima." lo elogio. Non ho ancora trovato qualcosa in cui non sia bravo, è incredibile.
Anche Isabel concorda e fa il bis.

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