Capitolo 3

27 1 0
                                    

Sono le 13 e le lezioni sono ufficialmente finite... meglio se vado in camera e mi cambio prima che qualcuno mi prenda davvero per scema. Mi alzo dal pianoforte e mi dirigo verso la mia stanza nei dormitori delle ragazze. Apro la porta con la targhetta con il numero 682 ed entro . Non è molto grande perché le stanze qui sono singole per fare in modo che ognuna abbia il suo spazio. È tipo un micro-appartamento con un letto da una piazza e mezza, un armadio a tre ante, una scrivania, degli scaffali per i libri e una porta sulla destra che da sul mio bagno personale. Niente di speciale ma almeno non sono in uno spazio sacrificato. Apro il mio armadio e tiro fuori un paio di jeans attillati neri, una canottiera rosso scuro e la mia mitica giacca di pelle nera con le borchie. Aggiungo anche un paio di Dottor Martens bordeaux e lascio liberi i miei lunghi capelli rossi. Non mi trucco nemmeno ed esco dalla stanza dirigendomi verso la mensa e mettere qualcosa sotto i denti. Attraverso i lunghi territori dell' Accademia e mi dirigo con passo spedito verso la mensa comune. E' una sala enorme con all'incirca un centinaio di tavoli rotondi con otto sedie per ognuno, in modo da far sedere tutti gli studenti della scuola. Ovviamente non siamo così tanti ma capita spesso che i "giri" cambino. L'immensa sala è molto luminosa. Il soffitto a volta e alto è sorretto da grandi travi di legno che danno al luogo un'atmosfera antica e sofisticata; le finestre sono alte e molto grandi e fanno entrare un sacco di luce nella stanza. Le pareti sono decorate da quadri che raffigurano eventi storici come per esempio la rivoluzione francese oppure la dichiarazione d'Indipendeza Americana. Appena entro nella stanza noto che il vociferare di miei compagni si infittisce e affievolisce. Noto con piacere che le voci girano in fretta. Nonostante tutto, tiro dritta al "nostro" tavolo, ovvero il tavolo mio e di Alec, dove lo trovo già seduto mentre mangia avidamente una delle zuppe preparata da Elinor -la cuoca della scuola- . Mi siedo al tavolo e Alec alza lo sguardo su di me.

-Oggi non eri a lezione- non è una domanda ma un'affermazione quasi dura.

-Lo so- rispondo semplicemente alzando le spalle con fare noncurante

-Come mai?- sei serio? Non sono venuta perchè ho visto un unicorno volare fuori dalla mia stanza e dirmi di saltare le lezioni... dico io: Quale sarebbe il tuo problema?

-Che fai mi prendi in giro adesso Alec? Non venire da me a fare il moralista dicendo che dovrei frequentare tutte le lezioni perchè non ti starei ad ascoltare. Sarebbero parole sprecate.

- Lo so, per chi mi hai preso? Cercavo di intrattenere una conversazione il più possibile civile con la persona che ieri sera mi ha quasi ucciso per colpa di un fottuto sonnifero!- dice alzando leggermente la voce.

-Oddio . Ancora con questa storia!- dico esasperata portandomi le mani nei capelli.

-"Ancora con questa storia?".Dico io, non solo mi hai addormentato ma hai anche rischiato di farti ammazzare e ti sei fatta espellere a tempo indeterminato dalle missioni, tutto ciò solamente perchè sei spinta da un insensato desiderio di vendetta verso Alexander che Dio solo sa che cosa ha fatto per farti sebare un rancore così grande.-dice esasperato- e io sono qui, ma tu non ci sei. Sei chissà dove e non parli con nessuno. Smettila di tenerti tutto dentro e sfogati.- stavolta ha alzato la voce e attirato un po' troppo l'attenzione su di noi.

- Non me ne frega niente di quello che pensi tu- dico a denti stretti. Non è vero. Di lui mi interessa. E' l'unica persona che in questa scuola mi rivolge la parola perchè sono troppo "strana" ed è anche l'unica persona che mi sia sempre stato vicino. So che mi pentirò di quello che sto per dire ma devo farlo.-Alec, apprezzo davvero tutto quello che hai fatto per me in questi due anni , ma per favore, almeno per un po' stammi lontano. Non sparire dalla mia vita ma non essere nemmeno troppo presente perchè so già come andrà a finire questa storia e credimi, il finale non ti piacerà per niente.- dico con voce flebile. In effetti so come andrà a finire questa storia, forse fin troppo bene.

RedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora