Capitolo 33: l'ultimo sussurro

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L'indomani fui svegliata da un sonoro bussare.

Aprii la porta e vidi due suore molto spaventate. «Scappate milady. Sono giunti i soldati».

«Soldati?» ripetei, confusa.

«I soldati dei Dowen, milady. Sono qui per voi».

Nulla poteva andare storto, non ora che avevo preso coraggio e mi ero lasciata alle spalle la vecchia vita. Avevo il cuore pieno di fiducia e di pace. «Dite che non ci sono».

«Lo sanno milady» rispose la suora più giovane, gettandomi uno sguardo preoccupato.

Presi le due suore per il gomito, le trascinai in camera e chiusi a chiave la porta.

«Chi ha parlato?»

«Noi no, milady».

Mi sedetti sul letto, pensando a che motivazione potevo dare nel trovarmi qui e nel ritardare il mio rientro, quando iniziai a udire i passi pesanti dei soldati nel corridoio esterno. Si stavano dirigendo verso di me.

Un pugno forte alla porta e poco dopo giunse l'ordine perentorio: «Milady, lord Berdyshire ordina il vostro ritorno».

Mandai giù il nodo in gola e aprii la porta cercando di mostrarmi più serena di quanto non lo fossi in realtà.

L'uomo che mi trovai di fronte portava la tipica giubba rossa dei soldati, braghe bianche e stivali neri fino al ginocchio. Inoltre non portava la baionetta, come i suoi quattro compagni, ma la spada legata in vita

«Buongiorno a voi».

Lui accennò ad un veloce saluto con il capo. «Milady. Sono Ethan e ho l'ordine di scortarvi a Dowen House».

«Questo è impossibile, capitano» risposi, raddrizzando le spalle.

«Milord ve lo ordina».

«E io non obbedirò».

«Milady, ve ne prego. Milord ha ordinato che...se aveste fatto resistenza avremmo dovuto usare queste» disse, indicando l'arma che portava in vita.

"Ah, è così?"

«Se è così...usatela».

«Che succede qui?» ordinò una voce autoritaria alle spalle dei soldati.

Era una figura piccola e mingherlina il cui abito scuro la faceva assomigliare più ad una creatura eterea che ad una donna mortale.

Le due suore si professarono in un rigido inchino. «Madre superiora».

«Vi ho chiesto che cosa sta succedendo» riprese la figura scura.

Non conoscevo quella donna, ma dal reverenziale rispetto che avevo visto sul volto delle due suore pensai di trovare un solido alleato. «Questi soldati stanno disturbando il mio ritiro»

«Davvero signori? Siete così maleducati e poco rispettosi del ritiro di una giovane donna davanti a Nostro Signore?»

Quegli occhietti piccoli e la schiena dritta sembravano avere un effetto intimidatorio anche su quegli uomini. «Ma veramente...»

«Silenzio. Lady Amelie potrà recarsi ovunque è attesa solo alla fine del suo ritiro. Provvederò io stessa affinché ciò avvenga».

«I nostri ordini sono di scortarla personalmente».

«Allora dovrete attendere qui. Ma io non tollero né armi né intromissioni. Recatevi nel chiostro interno e attendete che vi chiami».

Ai soldati non rimase che accettare e recarsi dove indicato loro. Poi si rivolse a me. «Milady, io non voglio sapere il motivo che vi ha spinto in questo convento. Ma non troverete qui ciò di cui avete bisogno».

Intrigo a CorteWhere stories live. Discover now