CAPITOLO 5 - ANGELO ROCK

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Sono passati tre giorni da quando me ne sono andata di casa. Marco non si è fatto sentire e nemmeno io ho provato a chiamarlo o a scrivergli. Non avrebbe senso. Certo, vorrei sapere se sta bene o se ha bisogno di qualcosa. Ma ha i suoi amici, il suo lavoro, la sua famiglia, non è solo. E poi non devo dimenticarmi che gli ho detto di averlo tradito, quindi sarà talmente imbestialito che, almeno per ora, tentare di avere un rapporto civile è impensabile. Chissà, forse un giorno gli dirò che non era vero...

Neanche Damiano si è fatto sentire. L'unica cosa che ho saputo l'ho saputa da Emy che mi ha detto di aver sentito Diego nel pomeriggio. Era con Damiano, Giacomo e Valerio che avevano appena finito di provare i pezzi che suoneranno sabato nel locale a Testaccio.

E' vero, ricordo che Damiano, la sera in cui ci siamo conosciuti, quando eravamo sui divanetti, aveva detto che il sabato successivo avrebbero suonato a Testaccio. E ricordo anche di aver pensato che non sarei potuta andare. Ma ora le cose erano diverse, ero libera di andare dove volevo.

Bene, penso, vuole rivedermi? Mi vedrà da lontano, dal palco. Gli farò una sorpresa. Mi dispiace un po' non scrivergli fino a sabato. Glielo avevo promesso. Ma se voglio coglierlo impreparato non deve sapere che sabato sarò lì a vederlo cantare.

Lo dico a Emy e lei appoggia.

"Sì dai! Che figata! Mi raccomando non ti vestire da suora come al solito però! Lo devi far morire sabato sera! Ma non esagerare, calcola sempre che c'è Diego che ti sbava dietro. Non vorrai scatenare una rissa!!!"

Mamma mia Emy... ma perché mi deve sempre mettere ansia? Le lancio una scarpa, stando attenta a non prenderla in pieno. E poi andiamo in un locale a Testaccio, mica al ballo delle debuttanti? Come mi dovrò mai vestire?

Domani è già giovedì, non vedo l'ora che arrivi sabato sera. Emy invece non vede l'ora che arrivi il sabato mattina perché lei ama i preparativi, soprattutto quando le lascio carta bianca e può truccarmi e pettinarmi come più le piace.

Passano altri due giorni. Ormai la mia macchina conosce a memoria il percorso: Casa di Emy, ufficio, bar vicino a casa di Emy per l'aperitivo, casa di Emy. Il telefono sembra morto. Damiano non si è fatto sentire. Spero non si sia offeso perché non gli ho ancora scritto e spero di fare in tempo a farmi perdonare prima che si butti sulla sua prossima preda, magari più giovane e divertente di me. Durante questa settimana il tempo è passato velocemente. Non me l'aspettavo. Avevo paura che avrei passato le giornate a guardare fissa nel vuoto e a piangere sul casino che era la mia vita e invece sembravo stranamente tranquilla.

Finalmente arriva il sabato. Appena suona la sveglia maledico Emy

"Ma che cavolo...pure di sabato metti la sveglia?"

"Sì tesoro, cosa pensi che ci vogliano cinque minuti a sistemare il disastro che hai in testa?"

In effetti ho dei capelli improponibili, se non faccio una messa in piega stasera i pipistrelli mi nidificheranno in testa" Mi viene da ridere pensando ai pipistrelli... Beh. Sicuramente sarei rock al punto giusto, in tema con la serata. In compenso non ho più le borse sotto gli occhi, il mio viso è disteso, rilassato. Sembro ringiovanita di die...no, dieci no, facciamo cinque anni.

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