Capitolo 9

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Meredith

Dopo aver parlato con Jason cado in un sonno profondo sognando dei fiori. Mi sveglia Jennifer dicendo che è mezzogiorno.

I giorni passano in fretta,è già domenica,sono le sei e un quarto. Sto uscendo di casa per andare a prendere Jonathan.
Ho raccolto i miei capelli in una coda di cavallo alta,messo dei jeans e il parka,l'unico che mi salva da questo freddo gelido. Salgo nella mia Audi A1 Citycarver nera e vado a casa di Jason. Si trova fuori Milano,ci vogliono circa 40 minuti per arrivare,per fortuna c'è la musica che mi tiene compagnia.

Arrivo fuori dalla villa di Jason,parcheggio la mia auto davanti al cancello.
Scendo e dopo essermi sistemata il vestito suono il campanello.
Il cancello si apre e noto subito il vialetto che conduce alla casa,ci sono sempre gli stessi fiori. Li avrà ripiantati come tutte le primavere facevamo insieme.

Non tornavo in questa casa da quando due giorni dopo il suo tradimento sono venuta a prendere le mie cose e quelle di Jonni. Mi faccio forza ed entro,cammino lenta ammirando la casa. Le vetrate pulite che danno al giardino e al viale. Le tende nere della camera da letto si vedono dalla vetrata della camera da letto,la scalinata da 5 scalini dove c'è la porta principale.

Sono un po' malinconica,c'è ancora il vaso di ceramica che mi regalò Jason per il nostro secondo anno di fidanzamento,me ne ero innamorata in un negozio al centro di Milano dunque lui ha pensato bene di regalarmelo.

-Ciao mamma!!- sorride e corre ad abbracciarmi.

La voce di Jonathan mi distoglie da tutti i pensieri che finora avevo in testa. Quanto era felice di giocare su quel prato,ci passava le ore.
Lo stringo fortissimo a me.

-Amore mio,ti sei divertito? Come sei stato?- domando curiosa ma tranquilla perché so bene che Jason non gli fa mai mancare niente.

-Tutto bene mamma,sono così felice di aver dormito qui. Sai che c'era ancora la stanza come l'ho lasciata? Le mie macchinine,le mie collezioni di carte.- dice sincero.

Sono così felice che lui si sia trovato bene. Alla fine è sempre suo padre.
Jason arriva,è appena uscito dalla doccia e lo noto dai suoi capelli fradici. Le gocce d'acqua gli ricadono sul collo perfetto.

-Ciao Meredith,vuoi entrare a bere qualcosa?- esito,poi annuisco.

Mi porge un calice di vino rosso,la casa è rimasta sempre la stessa,il divano in pelle nero nel salone infondo alla stanza è sempre posizionato davanti alla TV grande circondata da una parete a muro grigia opaca dove al suo interno ci sono bicchieri di cristallo,lavoretti di Jonathan quando era piccolino,le nostre foto. Oh,guarda questa. Ci sono io e Jason che ci abbracciamo davanti al Duomo. Era la mia foto preferita.

Ci spostiamo nella cucina dove in mezzo c'è il bancone dove impastavamo la pizza insieme. La cucina è sempre la stessa,nera e bianca. Il tavolo situato davanti alla vetrata che da al giardino e la TV nel mobile vicino alla vetrata.
È tutto così famigliare,niente è cambiato e questo mi rasserena un sacco.

Mentre penso che vorrei tanto visitare la nostra stanza da letto non mi accorgo che Jason mi stava parlando.

-Hei Meredith?? Ci sei?- chiede.

Merda.
-Sì scusa Jason,ero persa nei ricordi. Senti forse è meglio che vada,devo preparare ancora la valigia..- dico con la mia voce malinconica.

-Va bene,senti va bene se domani andiamo a mangiare fuori tutti e tre? Sai visto che partite e non ci vedremo per un po'..vorrei passare ancora un po' di tempo con te e Jonathan.-

Annuisco silenziosamente prima di uscire dalla porta principale e sentire gli occhi che mi bruciano. Arrivo in macchina prima di Jonathan e scoppio a piangere,cerco di ricompormi ma non riesco,entra in macchina e mi stringe forte a se. Mi guarda negli occhi e mi sorride.

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