Capitolo 2

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Harry non si ricorda l'ultima volta che è stato così felice di andare in ospedale.

Si era svegliato stranamente in anticipo, così da riuscir a fare anche una doccia per risplendere al meglio.

Aveva indossato i suoi migliori vestiti e domato i suoi ricci con un pò di gel.

"Ma come siamo belli" disse Gemma appoggiata allo stipite della porta del bagno, mentre lui era intento a guardarsi allo specchio "appuntamento romantico?" Chiese sarcastica.

Harry arrossì immediatamente e borbottando parole sconcluse uscì di lì, affermando che fossero già in ritardo.

Così, 20 minuti dopo, erano nella sala d'aspetto dell'ospedale.

Il riccio non la smetteva di battere la gamba per terra, come un tic nervoso.

Gemma, sempre attenta ai dettagli, gli posò una mano sopra, cercando di fermarlo

"farai un buco nel pavimento se continui così" ridacchiò.

Harry respirò pesantemente, passandosi una mano tra i capelli "e se mi trovano qualche problema?" Diede voce alle sue preoccupazioni.

Sua sorella, notando gli occhi così lucidi, gli prese la testa e se la portò nell'incavo del collo, iniziando ad accarezzare tutta la sua schiena, così da calmarlo "l'affronteremo insieme" sussurrò al suo orecchio, mentre il ragazzo strizzò gli occhi per ricacciare indietro le lacrime.

Era troppo giovane, aveva ancora troppo da vivere, posti da visitare e persone da incontrare.

Doveva ancora andare a Parigi, città dei suoi sogni, e bere un calice di champagne dalla torre Eiffel.

Mentre era assorto dai suoi pensieri, "Harry Edward Styles" annunciò una voce maschile.

Alzando il capo notò come quella voce provenisse da un ragazzo di al massimo una trentina d'anni, capelli castani ricci e viso leggermente spigoloso.

Harry pensò subito che un requisito per lavorare in quello ospedale doveva per forza essere la bellezza.

"Sono io" disse sfoggiando il suo miglior sorriso, mentre Gemma roteava gli occhi verso il cielo perché-davvero? Quando mai suo fratello teneva le mani al proprio posto.

E notando lo sguardo che gli riservava quell'uomo, poteva benissimo capire che era ben ricambiato.

Fin troppo, visto che era come incantato dalla sua presenza. O bellezza, per meglio dire.

Si schiarì la voce e "dottore, dove dobbiamo dirigersi?" Chiese seccata, ricevendo una gomitata da suo fratello.

"Oh no, non so un dottore. Sono un infermiere" storse la bocca "io non c'entro nulla con quella categoria" si vantò.

"Allora deve essere proprio una guerra la vostra" si intromise Harry, pensando a cosa Louis gli aveva ripetuto più volte.

Ricevette in risposta una risata fragorosa, un pò esagerata secondo Gemma, e "è così evidente?"

"Oh no, conosco un dottore di questo ospedale che mi ha fatto lo stesso discorso"

Vide l'infermiere illuminarsi e "posso chiederti chi?"

Si schiarì la voce e "Louis" sussurrò, come se avesse paura di infangare il suo nome.

"Ovviamente Tomlinson" disse amaramente, ridendo "siamo meglio di quello che racconta"

Il ragazzo, ignorando il suo cervello che gli faceva notare come quel cognome fosse perfetto per lui, sorrise e "non ho dubbi" ammiccò.

Si scrutarono a vicenda fino a quando Gemma, spettatore di quel teatrino, non ne ebbe abbastanza e "allora? Questa risonanza?"

Only ten dreams- L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora