CAPITOLO 37

46 9 0
                                    

Mancavano due giorni all'epifania ed Alyssa non vedeva l'ora di ricevere la sua calza con dentro i dolci. Sua madre le aveva ripetuto centinaia di volte che lei era troppo grande per quelle cose, ma non si sentiva tale.

''E poi ho bisogno della cioccolata, ho carenza di affetto!'' disse a sua madre, scherzando.

''Ma se hai Giorgio che viene ogni giorno a coccolarti'' le rispose Clarissa, maliziosa

''Mamma, Giorgio ed io abbiamo deciso di essere solo dei buoni amici. Non siamo pronti per una relazione''

''E' colpa di quei ragazzi che frequenti. Sai che non mi piacciono quindi mi risparmio di farti la morale, non dovrei nemmeno averne bisogno visto come ti hanno sempre trattata''

Alyssa ci rimase male, non poteva spiegare a sua madre perché li frequentasse e com'era difficile per lei non pensare ad Isak e al passato che avevano avuto. Però non si aspettava nemmeno che sarebbe stata così diretta e dura, non che non avesse ragione.

''Non ho dimenticato quello che mi hanno fatto, stai tranquilla. Ma una parte di me è sempre rimasta legata ai ragazzi, anche dopo tutti questi anni. Esattamente come una parte di te è rimasta legata ai loro genitori. Non pensare che non sappia che ti mancano, e vedo come ti rattristi ogni volta che li incroci per la via''

Sua madre non aveva intenzione di aprire quell'argomento e cercò di parlare d'altro, ma Alyssa aveva avuto un'idea: ''Mamma, come mai ci avete dato questi nomi? Li avevate sentiti da qualche parte?''

''Ora non ricomincerai con le tue idee di cospirazione, vero?''

''Non è cospirazione, semplicemente analizzo dei fatti reali. Come la nostra data di nascita, i nostri occhi e anche questi nomi particolari. Sembrano antichi, che origini hanno?''

''Sono solo dei nomi, Alyssa, per favore''

''Nomi particolari''

''Si, va bene. Ci eravamo messi tutti d'accordo che non avremmo dato nomi comuni ai nostri figli. Avresti preferito chiamarti Ilaria? O Federica? O Elena?''

''Perché, che hanno quei nomi? Sono belli''

''Non ho detto il contrario, ma sono comuni. Ci sono tante ragazze che si chiamano così, ma poche che si chiamano Alyssa''

''Ok e a chi è venuta in mente questa genialata?''

''E' stata una decisione comune. All'epoca cercavamo di distinguerci dagli altri: avevamo il nostro gruppo, i nostri ideali, la nostra comitiva''

''Com'è nata la vostra amicizia?''

''Siamo tutti cresciuti in questa via: questa casa ci appartiene da generazioni. Fu costruita da un nostro antenato, e così vale per gli altri. Anche i nostri genitori sono cresciuti insieme, e così i nostri nonni''

''Sarei dovuta crescere anche io insieme a loro, come è sempre stato. Perché con me le cose sono cambiate?''

Sua madre non rispose subito, non avevano mai parlato così a lungo di questi argomenti e la cosa metteva a disagio la donna: ''Tu sei speciale tesoro, tutto qui''

''Speciale in senso negativo? Speciale come qualcuno che ha problemi?''

''Tu non hai problemi! Hai sempre avuto molta fantasia e quello stronzetto di Adrian è sempre stato geloso di te, ti ha messo tutti contro''

''Adrian? Pensavo fosse stato Nikolai'' azzardò Alyssa, per vedere se sua madre sapesse qualcosa. La ragazza aveva sempre incolpato Adrian perché era sempre stato il più crudele, ma aveva scoperto che dietro a tutto c'era Nikolai.

I sospetti di Alyssa erano fondati, lo capì quando sua madre sbiancò al sentir nominare il ragazzo: ''Non dire sciocchezze, è sempre stato Adrian a aizzare tutti. E gli altri stupidi che gli sono andati dietro''

''No mamma, sono convinta che c'entra qualcosa Nikolai. Lo sai anche tu, è strano quel ragazzo. Com'erano i suoi genitori?''

Clarissa sbiancò ancora di più: ''Adesso basta tesoro. Non dire più queste cose, per favore. Ormai è il passato, stai solo attenta a non dare troppa confidenza a quei ragazzi''

''Ma il passato è tutto quello che sono, non è vero mamma?'' Alyssa guardò sua madre negli occhi, intensamente. Aveva capito che sua madre sapeva più di quello che diceva, doveva solo trovare il modo per farla parlare.

''No, non è tutto. Hai un futuro davanti a te''

''Pensi sia un caso che io sia tornata qui? E se fosse che il mio destino è già scritto? Non l'hai pensato?''

Lo sguardo di sua madre si perse nel vuoto e la donna se ne andò nel suo studio senza più dire una parola.

Mia mamma sa qualcosa, non so cosa, ma sono sicura di ciò. Non ha mai voluto parlarmi della sua amicizia con i genitori dei ragazzi. Non ha mai voluto che andassi nel bosco. E mi ricordo di quando me ne andai da qui, mi disse: ''Tesoro, ti saluto sapendo che tornerai presto. Questa è casa tua, lo è sempre stata''.

Non diedi peso a quelle parole all'epoca, ma ora che so quasi tutta la verità, hanno acquisito un altro significato.

Alyssa cercò mentalmente Eirik, voleva chiedergli se avesse mai parlato coi suoi genitori di queste cose. Ma il ragazzo non le rispose. Per un momento la ragazza pensò che potesse trovarsi con qualche ragazza e quel pensiero le fece male.

Allora, quasi inconsciamente, cercò il legame con Isak e poté percepire che lui stava con Nikolai e Adrian.

Passano moltissimo tempo insieme, chissà perché ultimamente Eirik si è allontanato. E chissà come mai non mi risponde. Ho voluto controllare Isak per un moto di gelosia nei suoi confronti, o per accettarmi che Eirik non stesse con qualche ragazza?

Questi pensieri avevano il potere di innervosire la ragazza, che reagì d'istinto: mise la pettorina a Shyra e insieme si diressero verso casa di Nikolai, dove sapeva di trovare Isak. Alyssa doveva parlargli, voleva sapere lui cosa provava e se quei sentimenti fossero reali.

Adesso mi sono stancata di giocare.

Figli del BoscoWhere stories live. Discover now