Capitolo 11

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《Presto, portatemi un panno!》
《Oh tesoro, sto tremendamente male!》
《Siete calda, lo so, ora se ne prodigano. Grazie》sorrise.
Appoggiò delicatamente il panno imbevuto di acqua sulla graziosa fronte di Hera, che prese a rasserenarsi.
《Ci siete sempre per me, Easton. Grazie》.
Lui le sorrise e la lasciò sola per un po', mentre era indaffarato con gli affari del regno.
Dovevano farlo assieme, ma al momento non era possibile. Hera si sarebbe ripresa, ma mai avrebbe dimenticato cosa le era successo. Spesso ebbe incubi tremendi di trasformazione, sentiva voci che le dicevano cosa fare, discorsi abominevoli di gruppi di mostralberi. Voleva non aver avuto quegli strani sogni orrendi, ma non poteva evitare di ansimare nervosamente durante la notte, mentre Easton la rassicurava con la sua candida voce. Era encomiabile come lui riuscisse a farla stare bene dopo i suoi attacchi. A dispetto di ciò sudava tantissimo e non riusciva a non languire. Sentiva spesso fitte alle tempie e i mal di testa aumentarono.
In occasione del centesimo secolo del regno tutti festeggiarono gloriosamente, anche se Hera era devastata da sbocchi e palpitazioni strane. Arrivò un dottore che non seppe curare la giovane, ma le assicurò di riposare ancora un po'.
Easton la visitava ogni volta per vedere come stava, ma un giorno non ne ebbe l'occasione. E quello fu un guaio. Hera non era più la stessa. I suoi lunghi ricci neri presero a divampare, i suoi occhi azzurri a brillare follemente e la sicurezza a pervaderla. Prese la sua corona e si diresse sul trono. Non vedeva altro se non sé stessa e si sentiva potente come se posseduta da un demonio. A Easton si rivolse a malapena. Afferrò un bastone di legno nero lucido e lo tenne come se fosse stata la strega più potente del regno.
《Oggi è un grande giorno!》pronunciò al suo popolo - Oggi sconfiggeremo i mostri che oseranno imbattersi nel nostro regno! E voi sarete di parte!
Il popolo era confuso, ma anche più onnipotente.
Tutti alzarono i forconi trionfanti. Easton non la riconosceva.
《Sono sempre io Easton》parlò maliziosamente.《Voi non sapete che sensazione di libertà sto provando ora. Mi sento viva, dopo tanto!》fece un risolino《Voi siete speciali, mio caro Easton. Ma io devo mostrarmi sicura al popolo e non è di certo quello che state facendo voi. Oh, non commiseratevi. Sapete quanto desiderassi questo trono》rise ambiguamente.
《Voi non siete Hera e non lo sarete mai!》
《Oh Easton! Mio caro Easton. Voi dubitate di me, sapete? Credete di vedermi e di conoscermi, ma la spudorata verità è che siete maledettamente invidioso. Guardie! Prendetelo!》.
Il corpo di agenti si mosse senza nessun commento, come controllati dalla mente manipolatrice di Hera.
《Mago Isbert! Voi sarete di grande aiuto! Create nuovi cavalli per tutti i sudditi... E voi, mio fedelissimo messer Alistair, voi sarete la chiave di tutto. Preparate le armerie, si va in battaglia!》sorrise crudele la spietata Hera, alzando il capo convinta.
Ilasall era avvolto da un velo di seta nero, che opprimeva tutti e rendeva il popolo diverso. Tutti più sicuri di sé e pervasi della potenza di Hera. Sembrava come se un antico sortilegio avesse permeato il lontano regno. Anche i migliori maghi di Ilasall venivano convocati al castello per realizzare magie e stregonerie di ogni tipo. Poi, un'altra emicrania colpì la regina che dovette sedersi frustrata.
《Che, che sta succedendo a me? Non capisco》.
《Vostra maestà è dolorante, ma il regno è pronto a servirla. Cosa intendete fare?》
《Mago Isbert, pronti per quale?》un colpo alle tempie compenetrò nella mente di Hera che non capì più cosa era giusto fare e chi ascoltare.
《Easton? Il mio Easton dove si trova?》
《In cella, mia signora. L'avete mandato voi》.
Hera non comprendeva che le stava succedendo. Aveva rinchiuso nelle segrete suo marito? Quando? Come? Ma soprattutto chi era diventata fino a poche ore prima? Temeva che un demone si fosse impossessata di lei, eppure non sentiva più fitte così forti. Doveva andarsene, era meglio per il regno.
《Neanche per sogno mia regina. Noi siamo fedelissimi a lei e non permetteremo che venga sopraffatta da semplici dolori. Dobbiamo fermarli. L'avete detto voi. Dobbiamo fermare chi ostacola il regno》.
《Io ho detto questo? Non ho ricordi di averlo mai pronunciato. Forse sto impazzendo》.

La regina non era conscia del fatto che nessuna di quelle ipotesi a cui stava pensando corrispondesse alla realtà. Tuttavia, che qualcosa di ben più grande si sarebbe svolto in seguito e che solo lei avrebbe potuto determinare il destino del Regno.

Il dominio di HeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora