Non appena sento lo sferragliare del cancello alzo gli occhi stanchi in direzione di esso.
Attraverso le iridi che bruciano incessantemente vedo la figura sfuocata di Bryce che si avvicina.
Non ho nemmeno le forze di alzarmi in piedi.
"Che ci fai qua. Fa freddo e sono le 4 di mattina!" Mentre dice queste parole si abbassa al mio livello e mi aiuta ad alzarmi.
"Non avevo le chiavi." Rispondo gelida.
"Ti avevo detto che sarei tornato alla festa dovevo aspettarmi li." Risponde lui in tono quasi arrabbiato.
Ah lui è arrabbiato.
LUI."Apri la porta." Dico non guardandolo neppure negli occhi.
Devo avere delle pessime condizioni. Ho freddo, il trucco è sbavato e le guance sono bollenti, segno che la febbre è tornata.
Lui si avvicina e apre la porta.
"Perché te ne sei andato?" Chiedo tenendo gli occhi bassi.
"Non voglio mentirti. Perciò preferisco non parlartene." La voce è più calma. Ma la cosa non mi rilassa comunque.
Non appena mette una mano sulla mia spalla per aiutarmi ad alzare spalanca gli occhi.
"Sei ghiacciata Giulia. Cosa.. da quanto tempo sei qua!" Chiede lui alzandomi il volto con due dita.
"Dall'una." Rispondo non alzando lo sguardo. Non ho la forza per arrabbiarmi.
"Sei qua al freddo da 3 ore?! Oddio ma hai pianto!" Il tono della voce si alza.
"Cazzo dovevi chiamarmi." Continua lui passandosi nervosamente le mani tra i capelli.
In tutta risposa tiro fuori il telefono dalla borsa e gli dimostro il decesso dell''apparecchio.
"Mi hai lasciata da sola e non conoscevo nessuno. Almeno Noah mi ha tenuta compagnia per un po'." Dico alzandomi e entrando in casa.
"BECK?" Chiede lui contraendo la mascella.
"Cosa ti ha detto?" Continua lui."Non ha voluto dirmi nulla. Ma ha lanciato un sassolino. Credo tu abbia dei segreti Bryce." Metto la giacca nell'appendi abiti e mi incammino verso le scale.
"Giulia." Sento la voce è una mano calda stringe il mio polso dolcemente.
Non mi giro ma abbasso istintivamente la testa chiudendo gli occhi stanchi."Si ho dei segreti. Tutti hanno dei segreti. Ma non è nulla di cui preoccuparsi. Io te lo prometto qui ora. Io non sono la persona di cui si parla nei tabloid o nei social, ma non sono tantomeno la persona di cui si parla nelle voci di corridoio degli influencer.
Forse mi conoscerai meglio con il passare del tempo. O forse deciderai di non farlo.
Ma ti prego.
Sta alla larga da Beck e dalla sua cerchia di amici. Loro non vanno d'accordo con noi, e in particolar modo, con me.""So scegliere da sola in chi riporre la mia fiducia Hall." Dico con voce ferma.
"Ora se non ti dispiace io.." non finisco la frase che mi si chiudono gli occhi e il corpo mi sfugge di controllo.
Sento il freddo del pavimento e una mano calda che mi tiene la testa da sotto la nuca, mentre delle dita scorrono lentamente sulle mie tempie."Giulia?" Chiede Bryce vedendomi aprire gli occhi.
"Stai bene? Vuoi che ti porti all'ospedale? Oddio è colpa mia, avrei dovuto venire subito a casa, sei rimasta la fuori al freddo, io sono un coglione scusami." Dice lui tutto d'un fiato.Accenno un sorriso rassicurante e lo guardo negli occhi.
"Ho spesso dei cali di pressione quando ho l'influenza. Sto bene." Dico.
I miei occhi si posano delicatamente sui suoi. Ci guardiamo con in intensità che non avevo mai sperimentato prima con nessuno.
La sua testa si abbassa impercettibilmente verso la mia.
L'aria sembra rarefatta intorno a noi. La sensazione che provo è quella di essere in una piccola nuvola di buio, ma non il buio che mi fa paura, un buio nuovo, quel buio nero che mi impedisce di trovare delle distrazioni, quel silenzio surreale che mi permette di concentrarmi a pieno sul battito del mio cuore che sembra accelerare.
E mi chiedo perché.
Perché mi sto sentendo in quel modo.
Cosa sta succedendo.Anche solo lo sbattere le ciglia mi fa sentire come se stessi perdendo dei frammenti di secondo di quella scena senza uguali.
Ad interrompere quel momento è proprio Bryce che si schiarisce la voce.
"Credo che sia meglio se vai a dormire. I ragazzi tornano domani sera, e io non voglio combinare altri malanni, per oggi ti ho ferita abbastanza bimba."
Bimba.
Una parola così disgustosamente dolce.
L'ho sempre odiata.
Ma con la sua voce è le sue labbra sembrava la parola perfetta per chiamarmi.
Mi concendo un urletto interiore per poi alzami con calma dalle scale e avanzare con il sostengo di Bryce verso la camera.Entro e dopo aver evitato accuratamente lo specchio indosso dei pantaloncini e una maglietta grigia.
Quella che mi aveva prestato Bryce sere prima.Mentre mi lavo i denti lui è appoggiato allo stipite della porta.
Indossa un paio di pantaloni della tuta completamente neri, la maglietta è un optional che lui preferiva evitare.
I muscoli delle braccia erano tanto ben delineati quanto quelli del petto ed addominali. Se fosse vissuto nell'antica Grecia, avrebbe dato filo da torcere a Afrodite.
Il suo sguardo mi brucia sulla pelle come un carbone ardente.
Prendo una spazzola dal cassetto alla mia destra e iniziò a spazzolarmi i capelli che non presentavano più le belle onde.
"Giulia scusami." Rompe così il silenzio Bryce.
Io sollevo un sopracciglio interrogativa, non dico di averlo perdonato nello stesso istante in cui i miei occhi si sono aperti dopo lo svenimento. Ma sicuramente tutto ciò che era successo prima era un fatto personale suo. E la cosa non mi doveva riguardare.
Per quel che riguarda le chiavi di casa, prima di uscire lui mi aveva ricordato di prenderle. Ma io me ne ero dimenticata.
Lui era tornato alla festa per portarmi a casa. Ma io avevo deciso di fare si testa mia."Bryce. Non sono fatti che mi riguardano. Ho reagito in maniera impulsiva. È colpa mia." La mia risposta è calma e pacata. Ma soprattutto sincera.
"In realtà ti riguarda." Esordisce lui.
"E perché?" Chiedo curiosa io appoggiando la spazzola e sedendomi sul ripiano del bagno.
"Regina. Ha detto che se non fossi andato da lei nello stesso istante in cui mi ha chiamato, ti avrebbe fatto saltare il progetto con Calvin Klein. So quando ci tieni. E so quanto lei possa essere persuasiva. Sono andato da lei, ma -dice lui frenando quella che sarebbe stata la mia risposta- non è successo nulla. Le ho solo chiesto di lasciarmi andare." Conclude portando i suoi occhi sui miei.
"Grazie. Ma so gestire da sola certe cose."
Non ricevo risposta. Noto appena i suoi muscoli contrarsi, e gli occhi fissi sui miei.
"Che cazzo mi stai facendo Giulia?" Il mio nome. Così semplice e banale, nelle sue labbra suonava come la Primavera di Vivaldi. Un trionfo di musica pronta a riempirmi le orecchie.
Non comprendo a pieno la risposta. Noto però che dopo essersi passato nervosamente la mano tra i capelli fa un passo nella mia direzione.Non si ferma a un solo passo.
Ne compie un altro, e poi un altro ancora.
In 5 falcate arriva davanti a me e allargandomi leggermente le gambe si posiziona in mezzo lasciandomi senza battito cardiaco.Allunga una mano sulla parete dietro la mia testa e sembra appoggiarci tutto il suo peso.
Sono incastrata. O meglio. Avrei via di fuga. Ma non voglio andarmene.
Senza dire nulla i nostri nasi si sfiorano e gli occhi si cercano disperatamente.
Anche il suo respiro si fa più pesante.
La mano che non è appoggiata alla parete si appoggia nella mia coscia. Il contatto sembra fuoco.Mando a fanculo l'autocontrollo. La persona che tanto stavo odiando fino a poco prima in quel momento è diventata la cosa che più desideravo.
In un gesto istintivo porto le mie mani dietro L sua nuca, e lo avvicino ancora di più a me notando la poca resistenza che effettivamente il ragazzo stava imponendo.
Ora non sono più i nostri nasi a sfiorarsi. Ma le labbra.
Questo limbo dura poco.
Le farfalle nello stomaco diventano elefanti, e le labbra si muovono da sole.
Un bacio pieno di passione e risentimento esplode in tutte le sue sfumature più belle.
Le nostre labbra si muovo all'unisono in una combinazione tanto perfetta quanto lo Yin e lo Yang.
La mano che fino a prima era appoggiata al muro si sposa sulla mia schiena abbassandosi pericolosamente verso il culo. Le mie invece che fino a qualche secondo prima giocavano con i capelli si erano poggiate sugli addominali tirati del ragazzo.
Il bacio man mano che passava il tempo si faceva più intenso.
La mano che mi cingeva la coscia si spostava man mano sempre più in alto, talmente in su da raggiungere il limite delle mutande in pizzo.
L'aria mi mancò quasi quando le sue labbra si staccarono dalle mie.
Il fiato riprese con un tenore più intenso non appena si riappoggiano sul collo.Questo ragazzo aveva trovato il mio punto più debole.
I baci umidi sul collo mi provocano una sensazione talmente forte da costringermi a inarcare leggermente la schiena e spostare la testa indietro.
La mano sulla coscia ormai si era fatta strada più in su non osando però sfiorare quella zona tanto desiderosa di sentire il contatto."Posso?" Chiede lui con voce roca tra un bacio sul collo e un altro.
Quello che vuole essere un SI viene riprodotto dal mio corpo con un piccolo gemito di approvazione. Poi lo sento sorridere sulla mia pelle.
La mano allora si insinua sotto i pantaloncini e due dita leggere sfiorano delicatamente la stoffa ruvida di pizzo.
Poi il contatto diretto. La mano calda inizia a muoversi delicatamente sotto le mutande che ormai fanno solo da scudo visivo.
I brividi di piacere mi percorrono la schiena e le braccia.
E subito dopo il piacere aumenta. Un dito del ragazzo entra dentro di me.
Il movimento della sua mano sembra studiato accuratamente per raggiungere punti precisi.
Il ritmo della mano aumenta esponenzialmente e insieme ad esso il mio piacere.
Poco dopo riprende il bacio. Le sue labbra si posano sulle mie e quando raggiungo il massimo piacere mi lascio scappare un gemito proprio durante il bacio.
La sua mano rallenta.
I miei battiti pure.Nessuno mi aveva fatta venire prima di quel momento.
Mi lascio scappare un sorriso e lui anche.
"Questo era per farmi perdonare bimba." Conclude lui sistemando nuovamente i miei pantaloncini.
Nella classifica dei baci. Questo va al primo posto.
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