CAPITOLO UN PO' CALDO 🔥🔥🔥
Siamo a casa di Claudio, ha insistito perché facessi il test oggi stesso e così il weekend a Sacrofano è saltato. Devo aspettare 5 minuti, i 5 minuti più lunghi e interminabili della mia vita. Lui è in salone, immagino che stia già pensando a come liquidarmi nel caso dovessi essere incinta, gli ho detto che non rinuncerei a mio figlio per niente al mondo e che lo crescerei anche senza di lui. Il tempo sembra essersi fermato e lui neanche ha provato a chiedermi come mi sento. Finalmente passano i 5 minuti e posso dargli la notizia che tanto brama conoscere.
"Stai tranquillo, non sono incinta. Il test è negativo. Ora puoi dedicarti al tuo relax".
Sto per andarmene, non voglio stare un altro minuto in questa casa, quando sento le sue braccia afferrarmi da dietro. Poggia la sua testa sulle mie spalle e mi sussurra tra i capelli:
"Resta qui, non te ne andare".
Piano piano mi fa voltare e mi scruta con i suoi occhi colore dell'oceano, con l'indice della mano destra mi solleva il mento e mi costringe a guardarlo dritto negli occhi prima di avventarsi sulla mia bocca che, senza opporre resistenza, si apre per dare accesso alla sua lingua. Il bacio che ne segue mi lascia letteralmente senza fiato tanto è stato passionale. Claudio continua a fissarmi negli occhi e d'un tratto mi solleva e mi fa sedere sul tavolo in cucina. È visibilmente eccitato, inizia a sfiorarmi le cosce fino a spingersi sotto la gonna che alza per sfilarmi le calze e le mutandine. Gemo di piacere quando, lui senza neanche privarsi dei pantaloni ma semplicemente abbassandoli, entra dentro di me facendomi provare un brivido che mi porta subito in paradiso.
L'amplesso è stato rapido tanto lui era eccitato ed impaziente. Faccio per rivestirmi ma lui mi prende per mano e mi porta in camera da letto. Sono completamente nelle sue mani, non riesco ad oppormi quando mi fa sdraiare sul letto e, a cavalcioni su di me, comincia a privarmi dei vestiti. Prima la camicetta, poi la canotta e il reggiseno ... fissa i miei seni con gli occhi carichi di desiderio prima di avventarsi su di loro per lasciarvi una scia di baci infuocati che mi stanno facendo perdere il controllo.
"Ora tocca a me, Conforti" – dico ansimando sotto di lui e comincio a sbottonargli la camicia e a percorrere il suo torace con la lingua provocandogli piccoli gemiti di piacere. Lui è sempre sopra di me, terribilmente eccitato tanto che i suoi pantaloni quasi non riescono più a contenerlo, infila le mani sotto la gonna, che ancora indosso, e comincia ad accarezzare la mia parte più intima che in precedenza aveva lasciato nuda. Gli slaccio i pantaloni che lui si sfila abilmente insieme ai boxer, dopodiché mi priva dell'ultimo indumento prima di dedicarsi completamente al mio piacere.
Mi accarezza dappertutto, le sue mani mi sfiorano con delicatezza, percorrono il mio corpo da cima a fondo, prima le guance e le labbra, poi il collo e il seno, infine mi tocca proprio dove lo sto aspettando sempre più impaziente ...
"Non ce la faccio più" – gli dico mentre continua a stuzzicarmi facendo crescere la mia eccitazione a dismisura. Lui sembra non curarsi della mia richiesta e allora faccio in modo di ribaltare le nostre posizioni, mi sistemo a cavalcioni su di lui e, finalmente, lo accompagno dentro di me.
Ci siamo amati per molto tempo, ora lo osservo mentre dorme, sembra un bambino. Mi rivesto facendo attenzione a non svegliarlo e gli lascio un biglietto "Grazie per quest'ultima notte insieme. È stato bellissimo come sempre. Ti prego, non cercarmi più. Alice".
Il resto del weekend l'ho trascorso a casa mia, nel mio letto (fortuna che Cordelia è fuori Roma), non volevo vedere né sentire nessuno. Claudio mi ha inviato diversi messaggi a cui non ho mai risposto e mi ha chiamata un'infinità di volte fino a quando il mio cellulare si è scaricato e ho evitato di caricarlo per non sentirlo squillare.
È lunedì, arrivo in Istituto e subito Lara mi dice:
"Alice, Conforti ti stava cercando e non mi sembrava tanto di buon umore stamattina. Ti conviene andare a vedere cosa vuole. Mi è sembrato veramente fuori di se".
"Grazie Lara, credo di sapere perché è così di cattivo umore" – le dico – "tranquilla, ho fatto il test. È negativo, il motivo non è quello".
Mi avvio verso lo studio di Claudio e quasi ho paura di bussare. Mi faccio coraggio, non voglio entrare come faccio di solito, e aspetto che lui mi dia il permesso. Non appena entro lo trovo con il mio biglietto tra le mani e mi aggredisce.
"Si può sapere che diavolo significa?"
"Esattamente quello che c'è scritto. Non mi cercare più. È finita. Siamo troppo diversi. Incompatibili. Non sono quella giusta per te. Hai bisogno di una persona brillante non di una come me che combina solo guai e che, per di più, ha fatto l'errore di innamorarsi. Ti lascio libero, libero di continuare ad essere quello che sei sempre stato. Libero di cambiare una donna a notte e, soprattutto, libero di non innamorarti mai perché il tuo unico scopo è quello di divertirti e io non voglio esserti d'intralcio. Per favore, te lo chiedo per favore, non mi cercare più".
Esco di corsa piangendo e lo lascio interdetto con il biglietto tra le mani. Arrivo alla mia postazione e subito mi si avvicina Lara.
"Ehi, Alice, si può sapere che succede?"
"L'ho lasciato, Lara. Io non la voglio una storia come la intende lui. Io me ne sono innamorata, non potrei mai accettare di essere solo la sua amante".
"Mi dispiace da morire, Alice. Non meriti di soffrire così. Conforti è proprio uno stronzo. Non ha capito niente di te".
Passa neanche mezz'ora che lo vedo comparire fuori dalla nostra stanza. Mi guarda inviperito prima di urlare: "Allevi, subito nel mio ufficio. È un ordine".
"Che altro vorrà?" – mi chiede Lara ... a lei dico di non averne idea ma, in realtà, so benissimo cosa potrebbe volere.
"Che significa questa storia che hai chiesto a Malcomess di cambiarti il relatore?"
"Significa che non voglio più essere una tua allieva. Sai, l'altra notte quando sono tornata a casa mia avevo deciso di non mettere più piede qui dentro ma poi mi sono detta che, a differenza di quello che volete farmi credere tu e la Wally, io non sono un'incapace. Questo lavoro mi piace e credo che comincio, anche, a fare dei progressi, perciò non è giusto che abbandoni".
"Ma chi ti ha detto che devi abbandonare? Alice non fare la bambina".
"Claudio, allora non hai capito. Non voglio più essere seguita da te. Non voglio avere più niente a che fare con te. Non dopo quello che mi hai fatto. L'altro giorno, in questo ufficio, mi hai uccisa e questo non posso dimenticarlo".
"E allora perché hai fatto l'amore con me l'altra notte?"
"Perché? Perché non riesco a resisterti. Se ti sto vicina succede ancora e io non voglio. L'alternativa sarebbe andarmene ma ho chiesto al Supremo di cambiarmi relatore. Tra poco dovrebbe darmi una risposta".
"Scordati che io ti dia il permesso di cambiare relatore. Ho già parlato con Paul, per fortuna si fida del mio giudizio e tra poco ti comunicherà che la tua richiesta non è stata accettata".
"Perché mi fai questo? Che vuoi da me?" – gli urlo con tutta la forza che riesco a trovare. Lui mi spiazza completamente perché si avvicina a me e mi abbraccia con una tenerezza che non credevo fosse in grado di provare.
"Alice, ammettilo, stiamo bene io e te. Non riusciamo a stare lontani. Siamo due calamite. Non puoi pensare di stare in questo Istituto senza neanche avere la possibilità di parlarmi" – e mi bacia teneramente le labbra prima di baciarmi in quel modo tutto suo che farebbe risuscitare un morto.
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FUNZIONIAMO E POI ...
FanfictionCiao a tutte, qualcuna di voi già mi conosce per aver letto la mia storia "Alice e Claudio un amore indissolubile". Questa volta ho voluto immaginare cosa possa essere successo tra Alice e Claudio dopo quel "funzioniamo" che lui aveva pronunciato i...