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⚠️disclaimer⚠️
Userò "Ava" quando scrive la protagonista e "fra" quando scrive Francesco/crytical, perché sarebbe troppo lungo e noioso riscrivere ogni volta i loro nickname

Ava: JAKXOWPAPAPOSWP
Fra: tutto bene?
Ava: MI HAJ RIAPAOSTO
Fra: sei completamente ubriaca o semplicemente emozionata?
Ava: u. Misto
Fra: direi decisamente andata, si

Ava ridacchiò, mentre Stefano la trascinava nella sua stanza. Aveva frugato per cinque minuti nella sua borsa, troppo disordinata per trovare le chiavi, e poi l'aveva portata di peso dentro. I suoi genitori dormivano profondamente, non erano mai stati molto presenti, non si sarebbero accorti se fosse scappata e tantomeno non si sarebbero mai accorti che stava rientrando alle quattro di notte, dopo aver bevuto tutto l'alcol del locale. "Hai davvero esagerato stavolta" la rimproverò lui, lasciandola sul suo letto. Le gettò sopra il pigiama, intimandole di cambiarsi. Lo fece con molta fatica, mentre l'amico aspettava girato di spalle, per lasciarle la sua privacy. "Domani ti chiamo, e facciamo i conti" avvertì, prima di lasciarle un dolce bacio sulla fronte e poi uscire, lasciandola sola nella sua stanza.

Fra: stai bene? Sei sparita
Ava: si!
Fra: il fatto che tu sia riuscita a scrivere una sillaba giusta è già un grande passo avanti
Ava: sti sohnanfo ?!
Fra: come non detto

Ava avrebbe voluto rispondere e continuare a parlare con lui finché le sue dita non si sarebbero consumate. Ma tutto l'alcol in circolo nel suo corpo la fece finire nelle braccia di Orfeo nel momento esatto in cui toccò il cuscino con la testa.

Fra: comunque conosco l' OPHELIA
Fra: È poco lontano da casa mia
Fra: quindi sei anche tu di Pescara, immagino
Fra: oi?
Fra: guarda che mi preoccupo
Fra: ora mi sento colpevole
Fra: tu!
Fra: rispondi!
Fra: quando rinsavisci dovresti dirmi il tuo nome
Fra: vabbè, credo tu ti sia addormentata, buonanotte!

La mattina dopo, leggendo la chat, si sentì sprofondare, aveva fatto una figura terribile con il ragazzo che per lei significava tutto. Vide i dolcissimi messaggi che lui le aveva scritto quando aveva smesso di rispondere, ma non scrisse nulla. Moriva dalla vergogna, non voleva più che lui sapesse della sua esistenza, anzi preferiva che se ne dimenticasse completamente.

Fra: credo che tu sia sveglia, ormai
Fra: come ti senti?

Verso l'ora di pranzo, i suoi amici erano tutti e tre a casa sua, pronti a farle una bella ramanzina. "Dovresti piangere dalla vergogna per come ti sei conciata ieri" esordì Dario, ancora fermo sulla porta di casa. "Ciao anche a te" girò gli occhi al cielo, facendogli spazio così che entrasse. Gli altri due non le rivolsero neanche un accenno. "Sappiamo la tua situazione, Ava, ma non puoi conciarti così ogni cazzo di sabato!" Sbottò Stefano, era arrabbiato, certo, ma era anche molto preoccupato per la sua amica. La verità era che il fatto di non aver nessun adulto che le teneva il fiato sul collo, la faceva sentire come se fosse in cima al mondo, e quindi potesse fare ogni cosa. Ma non era così, per niente. Viveva l'età delle trasgressioni, dei piccoli furti, delle sbronze e delle prime canne. Ma non avere nessun genitore lì, pronto a farle una bella cazziata ogni qualvolta avesse sbagliato, la portava a non conoscere il limite. La prima volta che Clarissa si era ubriacata pesantemente ed era tornata a casa dopo le due del mattino, sua madre l'aspettava sveglia come succede nei film, le aveva fatto un discorso che non finiva più e, nonostante si ricordasse molto poco di quello che lei le aveva detto, a causa dell'alcol, sapeva bene che non doveva più fare in quel modo. Ad Ava non era successo, invece. La prima volta che aveva toccato l'alcol andava ancora alle medie, non le era piaciuto, però aveva continuato a farlo finché il sapore amaro le aveva iniziato a essere indifferente. Da quando aveva iniziato il liceo, era sempre così stanca che il sabato sera era l'unico giorno in cui si poteva sfogare, e lo faceva sempre senza contegno. Non parliamo di cosa era venuto dopo l'alcol, perché ci metteremmo troppo. "Non stressatemi, non lo fanno i miei genitori, perché farlo voi?" Sbuffò. "Appunto perché non lo fanno loro, qualcuno deve pur farlo!" La sua amica aveva gli occhi lucidi, era irritata e preoccupata allo stesso tempo. "Ti prego, Ava, devi capirlo, non sei stupida" la implorò, posando una mano sulla sua spalla. La più piccola sospirò, annuendo piano. "Prometto che ci proverò, ma non so quanto possa funzionare" l'altra le saltò al collo, contenta, quasi faceva le fusa.

Fra: la situazione si è invertita?
Fra: ora sono io che scrivo a te senza ricevere risposta?

"È la trentesima volta che il tuo telefono vibra, Ava, mi sembra di avere un vibratore sul culo" sbottò nervoso Stefano. Erano sdraiati sul divano, lei appoggiata su di lui, mentre guardavano un film. Il suo cellulare, stretto nella tasca della tuta, premeva sul didietro del suo amico. Sapeva bene che stava tremando, sapeva anche chi era a provocare quel movimento, ma non aveva comunque intenzione di rispondere. "Scusa, è Francesco" si lasciò scappare, mentre cercava di togliere la vibrazione, spippolando con lo schermo. "Quel Francesco? Francesco Crytical? Quello da cui sei ossessionata?" Intervenne l'altro, alzandosi di scatto e spegnendo la televisione, per concentrarsi sulla notizia appena giunta alle sue orecchie. "Mh mh" mugugno lei, in assenso. "E possiamo sapere perché ti manda 30 messaggi in cinque minuti e perché tu non rispondi subito, urlando?" La prese in giro, Ste, mentre lei gli mollava un pugno, distogliendo l'attenzione dal suo telefono. Quel secondo bastò a clarissa per rubarglielo dalle mani e aprire Twitter, finendo subito sulla chat con Francesco. "Dio! Ma ti ha inviato 300 messaggio!" Spalancò gli occhi, sorpresa. "Ridammelo, cla" si allungò verso di lei, ma venne placcata dai suoi amici, mentre l'altra si allontanava per leggere i messaggi. "Tu sei una stupida, non dirmi che ti vergogni perché ieri ti sei ubriacata" ipotizzò, letta tutta la chat in qualche secondo. "No, io-" tentò, ma non la lasciò finire. "Invece si, Ava, e sei proprio una cretina, lo tormenti da un anno perché lui PALESEMENTE ti piace e ora, che finalmente, ti caga non rispondi?" La accusò, mettendo l'attenzione su quella specifica parola. Ava non avrebbe mai ammesso di provare interesse per il cantante, per lei restava una piccola cotta da fan, nel senso che lui le piaceva solo artisticamente. Ma tutti sapevano che si era interessata prima a lui come Francesco che a lui come Crytical, e era una cosa di cui andare fieri. "Ora noi, andiamo tutti e tre a casa" trascinò su gli altri due, di peso, lanciandole contro il suo cellulare. "E tu gli rispondi, ci racconterai tutto domani" le mollò un bacio sulla guancia, prima di buttare fuori dalla casa gli altri due e uscire con loro, lasciandola sola.

Ava: Ei

La strada verso il cuore | crytical Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora