Era il 6 gennaio 2016, si svolgeva la diciottesima giornata del campionato di serie A e la Juventus era impegnata in un match in casa contro l'Hellas Verona.
La partita finì 3 a 0 per la Vecchia Signora, con gli incredibili gol di Dybala, Bonucci e...
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« Unico » Pov'sEva
Parlotto con mio cugino Giacomo seduto accanto a me mentre i nostri parenti parlano di lavoro e politica. Il ristorante prenotato da papà era veramente bellissimo, non facevamo una cena di famiglia da qualche settimana e — detta sinceramente — mi mancava una serata con i miei familiari.
« Mi è passata davanti come se niente fosse! Tu capisci con che razza di stronza sono stato io? Cos'ho scritto in fronte? "Scemo"? » Sbraitò quasi mio cugino.
Il discorso di Giacomo sulla sua ex stronza venne interrotto dal mio telefono che iniziò a squillare all'impazzata e chi poteva essere se non Alice?
« Amo, pronto. » Risposi portandomi il telefono all'orecchio.
« Hai letto il giornale?! » Urlò rompendomi i timpani.
« Giornale? Da quand'è che tu leggi il giornale? E poi perché stai urland- »
« Leggi la Gazzetta, TorinoToday, TuttoJuve, Sky, Mediaset, Juventus.com, Corriere dello spo- »
« Ali cosa cazzo stai dicendo?! Fermati, respira e fammi capire. » La bloccai immediatamente, sembrava come impazzita.
« Vai sul sito di qualsiasi giornale dal telefono di Giacomo, subito. O dal tuo! Basta che ci vai adesso. »
« Ok, arrivo, aspetta... » Borbottai mentre sbloccavo il telefono di mio cugino con il suo consenso e decisi di andare sul sito ufficiale della Gazzetta dello Sport. Mi impietrii completamente quando lessi "Bonucci rissa al ristorante." Le mie mani iniziarono a tremare improvvisamente, in cosa cazzo si era cacciato?
« Hai letto? »
« Porca puttana, ma che cazzo?! — Chiesi incredula e cliccai il titolo dell'articolo per leggerlo. — Il 19 bianconero, Leonardo Bonucci, dopo aver ricevuto un pugno in volto da un ragazzo torinese dopo qualche sguardo di troppo, decide di ripagarlo con la stessa moneta. I giocatori della Vecchia Signora e gli amici del ragazzo sono intervenuti per separare i due, riuscendoci senza troppe difficoltà. Il torinese coinvolto si chiama Luca Lelli ed è l'ex fidanzato della ragazza che si sta frequentando adesso con il difensore. Su di lei non si sanno molte informazioni, sono stati avvistati poche volte insieme, però il gol che Leonardo le ha dedicato allo stadio contro l'Inter lascia poca immaginazione ai sentimenti che prova nei suoi confronti. » Lèssi l'articolo velocemente cosa fosse realmente accaduto e non credetti ai miei occhi.
« Porca troia... » Sussurrò Giacomo accanto a me che aveva sentito tutto alla perfezione.
« Chiama Leonardo subito e fatti spiegare cosa cazzo è successo! » Disse Alice per poi attaccare la telefonata.
« Ma cosa cazzo... » Mormorai ancora con gli occhiali sgranati — ancora incredula — e le mani che non cessavano di tremare per capire se fosse successo realmente o stessi sognando. Aprii la rubrica del mio telefono e cercai fino al nome Leonardo, che poi chiamai.
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Decisi di alzarmi dalla tavola dicendo alla mia famiglia che dovevo andare in bagno, non avrei voluto che tutti sapessero della mia frequentazione con Bonucci, sarebbe stato uno scoop troppo grande per una ragazza riservata come me. Appena arrivo in bagno premo il dito sull'icona del suo nome facendo partire così la telefonata.
« Ev- »
« Leo cos'è successo? Tutte le prime pagine dei giornali parlano di una rissa con Luca. »
« Lo so... — Sospirò. — Mi ha tirato un pugno in faccia mentre stavamo parlando. »
« Se vuoi vengo lì e ne parlia- »
« No, Eva, tranquilla. — Mi interruppe. — Goditi la cena con la tua famiglia, davvero... Ci vediamo domani dopo l'allenamento, come avevamo deciso. »
« O- oh, ok... Va bene. Sei sicuro che vada tutto bene? Hai appena fatto una rissa... Con Luca per di più. »
« Rissa è un parolone, ci hanno separati dopo due secondi davvero. »
« Va bene... »
« Ci vediamo domani, grazie per esserti preoccupata. Solito orario. »
« Va bene, ciao Leo. » Risposi con un filo di voce ed attaccai la chiamata.
Qualcosa non andava nel 19, glielo si percepiva dalla voce. Non stava per niente bene ed il fatto che stesse cercando di nascondermelo mi faceva preoccupare ancora di più... Decisi di tornare al tavolo e finire la mia portata provando a schiarirmi un pelo le idee, ma fu parecchio difficile.
☾
Appena salgo sulla macchina di Leo le mie narici vengono dal suo profumo stupendo, mi voltai verso di lui e gli rivolsi un sorriso.
« Ehi. » Parlai sporgendomi verso di lui per rubargli un bacio.
« Ehi, piccola. » Mormorò — sussultai appena per quel nomignolo che mi faceva impazzire — e mi baciò a stampo.
« Dove andiamo oggi? Immagino che tu sia stanco per l'allenamento, per me possiamo anche andare a fare una passeggiat- »
« Ti porto da me. » Mi interruppe e per poco non mi uscirono gli occhi dalle orbite.
Non mi aveva mai invitato a casa sua prima d'allora, rimasi felicemente sorpresa. Eravamo sempre a casa mia o a fare due passi nella natura torinese, non avevo mai avuto l'opportunità di varcare la soglia di casa Bonucci.
« Non vuoi? » Domandò notando il mio silenzio.
« Si, certo che voglio! Non mi hai mai invitata a casa tua prima di adesso, sono solamente sorpresa. »
« C'è sempre una prima volta, no? » Alzò un lato della bocca sorridendomi dolcemente.
Il resto del viaggio fu abbastanza tranquillo, parlammo e scherzammo come sempre. Volevo chiedergli della rissa, per capire meglio, ma decisi di aspettare di arrivare a casa sua per aprire il discorso. Non volevo essere troppo insistente, ma dovevo capire come fossero andate realmente le cose. I giornali non raccontavano mai il 100% della realtà, è risaputo. Parcheggiò la sua auto dinanzi ad una grande villa dai muri bianchi poco lontana dal centro città di Torino. Inserì le chiavi nella serratura della porta e girò facendola spalancare dinanzi a noi: era modernissima. Mi fa largo nella sua dimora mente si sfila la giacca della Juve e le scarpe. Mi guardai immediatamente intorno e non c'era niente fuori posto, anche i minimi dettagli erano curati: i cuscini del divano erano in perfetta posizione, niente vestiti sparsi in giro, la cucina era pulita in modo impeccabile, il giardino che si intravedeva dalla porta finestra era curato al top ed avrei potuto continuare fino a domani.
« Ti piace? » Mi domandò notandomi osservare attentamente l'ambiente.
« Molto, hai proprio una bella casa. Non sembra nemmeno di un uomo. » Scherzai.
« Non tutti gli uomini vivono nel caos. Comunque sono felice che ti piaccia. — Parlò sfilandosi anche la felpa rimanendo a torso nudo e camminando verso le scale. — Vieni? » Si girò verso di me.
« Dove? » Alzai un sopracciglio non capendo e feci passare i miei occhi lungo tutto il suo corpo perfetto provando a non sciogliermi dinanzi a lui.
« In bagno, voglio farmi una doccia. — Fece una breve pausa. — Con te. »
Mi morsi leggermente il labbro inferiore, provando a nascondere un sorriso, ed alla fine annuii seguendolo. Mi prese per mano e mi portò al piano superiore della sua lussuosissima villa, mi condusse verso il bagno iniziando a baciarmi sulle labbra. Il suo tocco era più frenetico del solito — come se non stesse aspettando altro — e le sue mani si posizionarono sui miei fianchi per attirarmi meglio al suo corpo.
« Leo. » Ansimai quando le sue labbra andarono sul mio collo leccandolo con passione.
Mi sfilò la maglietta nera a maniche lunghe iniziando a baciare e mordicchiare il mio seno scoperto. Cazzo, cosa stavo facendo? Dovevo chiedergli di Luca a mente lucida, non andarci a letto sorvolando il suo comportamento freddo di ieri sera.
« Dimmi piccola. » Sussurrò facendomi sedere sul lavandino senza interrompere mai il contatto con il mio corpo.
« Volevo... — Mormorai buttando la testa all'indietro. — Volevo parlare di ieri... Sei- sei stato così stronzo al telefono, io- » Gemetti ancora.
« Dio, Eva... — Mi baciò sulle labbra interrompendomi. — Parliamone dopo, ho solo bisogno di te adesso. »
Mi staccai da lui e lo guardai negli occhi. « Si? »
« Si, Eva. Facciamo l'amore qui, ti prego. » Sembrava più una supplica che altro, decisi di accontentarlo, — senza alcun dubbio — d'altronde era tutto ciò che volevo anche io.
Sorrisi come una deficiente alle sue parole e non riuscii più a resistergli. Feci scontrare nuovamente le nostre bocche trasmettendogli tutto il mio amore e la mia felicità dimenticandomi completamente di tutte le preoccupazioni della sera prima. Si staccò da me di colpo ed aprì l'acqua della doccia, poi — riavvicinandosi — si spogliò completamente facendo lo stesso con me. Mi prese in braccio, così ne approfittai per avvolgere le mie gambe al suo bacino per non cadere e camminò fin sotto il getto d'acqua calda. Appena entrò in me mi sentii al settimo cielo ed iniziammo a muoverci in modo sincronizzato. Non staccava gli occhi nemmeno un secondo dai miei rendendo tutto ancora più intenso e bello.
« Dimmi che sono l'unico... » Sussurrò a due centimetri dalla mia bocca.