Capitolo 39

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Audrey

Il tonfo della porta che sbatte è talmente forte che mi fa strizzare gli occhi di scatto.

Il cuore incomincia a battermi più rapidamente, mentre una parte di me freme e mi spinge ad uscire da quella dannata porta per seguire Bryan.

Ma non appena trovo il coraggio di aprire i miei occhi ricolmi di lacrime, sento le energie venirmi meno: le cose che ci siamo detti, la nostra litigata e tutto ciò che è successo negli ultimi minuti mi scorre in testa in rapidi flash dolorosi, che mi portano a sentire le gambe e il cuore tremare.

Decido di sedermi per prendere un respiro profondo e tentare di calmarmi, ma invano.

Quindi... tra di noi è finita?, mi ritrovo a chiedermi ingenuamente.

Quasi scoppierei a ridere per l'assurdità della mia domanda. Se solo non avessi la gola riarsa, gli occhi brucianti e la bocca impastata.

Istintivamente mi porto le dita alla collana che mi circonda il collo, i miei polpastrelli a sfiorare le incisioni gelide sul retro del tassello del puzzle.

Una morsa mi stringe dolorosamente il cuore, una lacrima mi scivola lungo il volto e subito ritraggo le dita.

E' finita... ed è tutta colpa mia.

Però, dopotutto, non era quello che volevo? Porrei fine alla nostra relazione, perché a distanza non saremmo stati capaci di gestirla? 

Continuo a pormi domande a fare riflessioni contraddittorie fino a che il campanello che trilla non mi riporta alla realtà.

Mi asciugo le lacrime e mi sforzo di alzarmi dal divano per andare ad aprire la porta, speranzosa che Bryan sia tornato indietro.

Perché mai dovrebbe tornare indietro dalla persona che gli ha appena spezzato il cuore?, sibila la mia coscienza al mio orecchio, facendomi pizzicare gli occhi e stringere il cuore.

Agguanto la maniglia e indugio qualche istante prima di abbassarla e spalancare l'uscio.

Quando davanti a me ritrovo Vince, non riesco ad ignorare la coltre di delusione che mi annebbia il cuore.

-Oh, ciao Vince...- sussurro con voce rauca, quindi mi schiarisco la gola e tiro un sorriso. -Come mai sei...-

-Audrey, tutto bene?- mi domanda, i suoi occhi celesti luccicano di preoccupazione.

Tiro ancor di più il mio sorriso. -Certo, perché non dovrebbe?-

Per quanto mi faccia piacere che Vince sia qui, vorrei proprio che se ne andasse e che mi lasciasse da sola: averlo accanto significherebbe dover spiegare anche a lui tutto quel che è successo e non so se riuscirei a reggere così tante e forti emozioni in una sola volta.

-Audrey...- mormora lui con tono di rimprovero. -Si può sapere che diamine sta succedendo? Prima ti allontani all'improvviso e diventi strana, poi vengo a scoprire che ti trasferirai alla fine di Maggio e che non ci avevi detto nulla, allora decido di chiederti spiegazioni e tu leggi il messaggio senza nemmeno rispondere- Vince intanto avanza, entrando nell'appartamento e chiudendosi la porta alle spalle. -Preoccupato, decido di correre qui a vedere se è tutto okay e, oltre ad aver appena incrociato Bryan fuggire via dal condominio come se stesse scappando da qualcuno, mi vieni addirittura a dire che va tutto bene quando hai gli occhi velati di lacrime, arrossati e le guance completamente sporche di mascara colato? Audrey si può sapere che cosa diavolo sta...-

Non riesce a concludere la frase che io mi porto una mano davanti alla bocca per soffocare un singhiozzo, che mi sconquassa il petto.

Vince si interrompe di colpo, i suoi occhi furenti si addolciscono un po' e mi posa una mano sulla spalla.

-Audrey...- sussurra docilmente, e io crollo.

Le lacrime iniziano a scendere copiose dai miei occhi, rotolano sulle mie guance senza dignità mentre mi lascio andare al dolore, cercando riparo e conforto tra le braccia di Vince.

Mi stringo a lui, premendo il volto sul suo petto.

-Ehi, Audrey...-  sussurra al mio orecchio, accarezzandomi i capelli. -Va tutto bene, okay? Ci sono qui io...- mi rassicura, e continua a ripetermelo, una volta, due, tre. Poi perdo il conto.

Non so per quanto tempo rimaniamo così, stretti l'uno nelle braccia dell'altro.

I minuti scorrono, ma le lacrime non cessano di rotolarmi lungo le guance.

Ad un certo punto strizzo le palpebre, ma non vi esce nulla.

Ed è in quel momento che avverto un incolmabile vuoto al centro del petto, un buco nero che mi strappa il fiato, che risucchia ogni emozione, che mi lascia vuota e frantumata.

Inizio a tremare fragilmente tra le braccia di Vince, che mi stringe più forte.

Sono grata che lui non se ne sia ancora andato.

-Audrey... vuoi parlarne?- mi domanda, cauto, senza smettere di carezzarmi dolcemente la schiena e i capelli.

Io rabbrividisco tra le sue braccia e mi limito a scuotere piano la testa.

Complimenti, Audrey! Oltre ad aver appena distrutto tutto quel che tu e Bryan avevate costruito, mentendogli, stai anche tenendo nascoste delle informazioni al tuo migliore amico. Wow, hai davvero superato i limiti della ridicolezza, mi dice la mia coscienza, facendomi salire le lacrime agli occhi.

-Io...- balbetto, la voce tremolante a causa del nodo che mi ha improvvisamente chiuso la gola. -Non ci riesco. Io proprio non ce la faccio...-  cincischio, la voce spezzata dal dolore che cresce esponenzialmente nel mio petto.

-Shh...- sussurra Vince, stringendomi più forte a sé. -Va bene così... quando te la sentirai, me ne parlerai, okay?-

Nonostante le sue parole siano mirate a rasserenarmi, non posso far a meno di sentirmi in colpa.

Non solo gli ho mentito per tutto questo tempo e ho tenuto anche lui, mio migliore amico da una vita, all'oscuro del mio imminente trasferimento. Ma ora, sto anche evitando la conversazione, lo sto rigettando di nuovo, come se lo stessi allontanando da me ancora, ancora e ancora.

D'istinto mi allontano da lui, il suo tocco confortante mi sembra sbagliato e immeritato: come può una persona d'oro come Vince confortarmi dopo tutto questo? Menzogne, bruschi trattamenti... come può sopportarlo e non dirmi nulla? Come può non infuriarsi a tal punto da giungere a litigare?

-Mi dispiace...- riesco solo a sussurrare, prendendomi il viso tra le mani.

Ma quante volte ancora dovrò sentirmi pronunciare queste due parole? Quante volte ancora dovrò chiedere scusa per gli errori che compio?

-Audrey...- Vince si avvicina alle mie spalle e vi posa sopra entrambe le mani. -Non ti lascerò da sola, se è quello che mi stai per chiedere. Sono qui, okay? E ci starò fino a che sarà necessario. E anche di più. - asserisce, abbracciandomi da dietro.

A quel punto non ce la faccio più e, premendomi le dita sul viso, scoppio in un pianto disperato, la gola bruciante e il cuore che grida.


 


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