A fior di labbra

895 31 0
                                    

Hermione era sempre stata una ragazza con le idee ben chiare in testa, fin da bambina. Avrebbe sposato un ragazzo gentile e premuroso, avrebbe messo su famiglia in una grande casa di campagna.
Quelle idee l'avevano accompagnata fino a quella notte del molo.
Ma tutti quei puri, ingenui sogni si erano polverizzati, lasciando spazio ad una visione del mondo e della vita più matura, realista.

In quel momento ogni idea di Hermione era stata di nuovo messa in gioco e silenziosamente scossa con violenza da quel burbero Professore, facendola vacillare in quel vortice di incertezze.
Era tremendamente vulnerabile ma allo stesso tempo attratta da quella che definiva la persona più impensabile tra tutte.
Se all'epoca di Ronald qualcuno le avesse detto ciò che sarebbe accaduto, non ci avrebbe mai creduto.
Eppure era lì, di fronte a lui, i visi vicini.
Aveva sollevato una mano, per appoggiarla poi sulla ruvida guancia del Professore.
Lui, per tutta risposta, non si mosse ma, sentendo quel tocco leggero, socchiuse gli occhi. Quasi a bearsene.

Percepì poi il corpo di Hermione appoggiarsi al suo, con l'intenzione di baciarlo.
Severus sapeva quanto fosse sbagliato.
Tutto tremendamente sbagliato.
Eppure non riusciva a contrastare ed allontanare la giovane creatura attaccata a lui.
Anzi, le sue braccia, dapprima ferme ai lati del corpo, si erano appoggiate sui fianchi della Grifondoro.
-Hermione- tentò di dire, ma non ricevette alcuna risposta. Anzi sembrava stesse approfondendo quel semplice tocco di labbra.
E lui, combattuto come non mai, aveva inizialmente ceduto.
Si stavano baciando con gentilezza, senza alcuna famelica foga. Era una dolce scoperta tra due persone apparentemente distanti anni luce.
-Hermione- sussurrò di nuovo tra le labbra ma lei, imperterrita, continuava a baciarlo.

Dovette scegliere la via probabilmente più violenta. Ciò che stava accadendo era fin troppo pericoloso, per entrambi.
La staccò fisicamente da lui, affermando contrariato -Hermione!-
Lei lo guardava con quegli occhi innocenti, chiedendosi perché avesse deciso di interrompere quell'idilliaco momento.
Era tutto così perfetto.
-Ciò che scioccamente stiamo facendo è inopportuno-
La ragazza prese coraggio per ribattere -eppure mi sembrava che non la pensassi allo stesso modo, poco fa-
-Granger, non ci vuole nulla per cedere alla tentazione di una giovane e fresca carne-
Ed eccola, la lingua tagliente.
Le parole come lame affilate.
"Una giovane e fresca carne"
Quella frase si ripetè all'infinito nella testa della Grifondoro.
Era arretrata di alcuni passi, guardando negli occhi l'autore di quella brutale affermazione.
Non vi trovò nulla.
Solo un paio di buchi neri, inespressivi.
Corse verso la porta e in quel momento Severus tentò di fermarla, richiamandola, ma fu tutto vano.
Era fuggita.
Lasciandolo solo.
Solo con le sue colpe e i suoi fantasmi.
"Dannata ragazza!"

Hermione arrivò nel suo dormitorio più presto del previsto, trovando Ginny intenta a mettersi il pigiama.
-Herm, ma che ci fai già qui? Non dovresti essere da Piton?-
La ragazza scosse la testa, con occhi lucidi.
Non disse nulla, andando dritta in bagno e chiudendosi la porta alle spalle.
Non servirono a nulla le suppliche dell'amica. Hermione voleva solamente starsene in completa solitudine, metabolizzando ciò che era accaduto in quella maledetta aula.
"Una giovane e fresca carne"
Più ci pensava e più quel pugnale invisibile affondava nel suo cuore, in una lenta agonia.

Si definiva una ragazza romantica. Sotto molti aspetti. Uno fra tutti il modo in cui credeva che le persone potessero cambiare.
E ci credeva veramente, quando guardava dalla parte opposta di quel vetro del reparto Rianimazione, il Potion Master. Disteso su quel letto del San Mungo, con il volto rilassato dal sonno profondo.
Sperava in una svolta della sua vita, data dalla seconda possibilità.
Ed ora la realtà l'aveva piombata con poca grazia sulle crude parole del Professore.
Parole che risuonavano come uno schiaffo dato con tutta la potenza possibile.

Dopo quasi un'ora, Hermione sbucò dal bagno.
-Finalmente!- disse la rossa, in ugual posa a quella di sua madre Molly, quando era in procinto di fare una bella ramanzina.
-Scusa Ginny- proferì l'amica con tono triste -non ho voglia di parlare-
Quel tono smorzò ogni tipo di intenzione bellica dell'amica.
La guardò con occhi addolciti, sedendosi di fianco a lei sul letto.
Le prese una ciocca caduta davanti al viso, depositandola gentilmente dietro l'orecchio.
-Quando te la sentirai potrai sfogarti con me, sai che puoi contare sul mio appoggio-
Hermione ringraziò l'amica, sistemandosi poi per andare a dormire.

Il giorno seguente Hermione si svegliò con una rinnovata coscienza: avrebbe evitato il Professore.
Era ciò che egli voleva.
Ciò che probabilmente lei voleva, visto come era andata miseramente a finire la sera precedente.
Forse in questo modo sarebbe riuscita ad affrontare prima quel brutto episodio.
Perché era solo quello.
Una semplice sbandata.
Una piccola parentesi della sua vita che avrebbe dovuto gettarsi alle spalle.

Scese in Sala Grande, convinta del suo piano.
O almeno così fu nei primi dieci minuti.
Vedendo il posto vuoto alla grande tavolata dei Professori, più volte Hermione si era girata verso l'imponente porta della Sala Grande.
Come se sperasse in una sua comparsa.
Ed infine anch'egli arrivò per la colazione.
Si fermò per un istante sulla soglia del portone, virando automaticamente lo sguardo sulla studentessa.
La vide sgranare gli occhi e prestare poi la sua attenzione al piatto di uova e bacon, rimasto intatto.
La tentazione di andare da lei, chiamarla nella sua aula e parlarle era tanta.
Allo stesso tempo, si rese conto di aver già fatto troppi danni.

Nel giro di pochi secondi prese la sua decisione.

Legame indissolubile - snamioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora