Alicia Suskin Ostriker

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"La mente è un mucchio di foglie dove puoi seppellire qualsiasi cosa…"

(11 Novembre 1937, Brooklyn, New York)

Ogni poeta è un artista, maggiormente se disegna.

Infatti, dopo la poesia, il disegno è la passione di Alicia Suskin Ostriker, scrittrice di origini ebraiche, che ha trascorso l'infanzia passando dai poeti Shakespeare e Barrett-Browning, che sua madre le leggeva, ai disegnini che realizzava insieme alle sue poesie.

Da ragazza Alicia Suskin Ostriker avrebbe voluto di più fare l'artista e sceglie di studiare arte, ma, dopo aver sposato nel 1958 l'astrofisico Jeremiak Ostriker, in parte realizza questo sogno, perché la poesia è comunque una forma d'arte.

Infatti in alcuni libri, come "Songs" (1969) e "A Dreams of Springtime" (1979), si trovano molte illustrazioni accanto alle poesie e il suo primo libro, "Vision and verse in William Blake" (1965), è centrato sulla tesi di dottorato riguardante il poeta William Blake, di cui ha discusso all'Università di Wisconsin - Madison.

Però i temi più conosciuti e ricorrenti nei libri di Alicia Suskin Ostriker sono il femminismo ebraico e la maternità: infatti è stata una delle prime poetesse a parlare di quest'ultimo argomento nelle sue poesie, senza vergogna e con orgoglio nelle proprie origini.

Questi argomenti rientrano soprattutto nelle raccolte rivoluzionarie "A Dreams of Springtime", " A woman under the surface" (1982), dove Alicia Suskin Ostriker scrive di donne in crisi tra problemi politici e personali, "The volcano sequence" (1983) e "Stealing the language: the Emergence of Women's Poetry in America" (1986), in cui mostra come le donne della letteratura americana abbiano affrontato i pregiudizi di critici uomini.

Invece nel libro di saggi critici "Writing likes a woman" (1983) Suskin Ostriker spiega quali sono le poetesse a cui si è ispirata: Adrienne Rich, Anne Sexton, May Swenson e Sylvia Plath e ne "La nudità dei padri" (1994) cambia completamente il midrash, ossia l'interpretazione della Bibbia ebraica, concentrandosi sul ruolo della donna, messa in disparte dalla società, al punto da non poter speculare sul significato dei testi biblici e delle leggende.

In questo modo la poetica di Suskin Ostriker conquista anche i lettori ebrei e il National Jewish Book Award nel 2009, con "The book of seventhy" e nel 2017, con "Waiting for the light".

Nessuno è scandalizzato o schifato dalla rabbia con cui, nelle sue poesie, sostiene donne che nel corso della Storia hanno combattuto anche in silenzio, ma sempre con coraggio.

Proprio per questo impegno ancora oggi Alicia Suskin Ostriker è definita "la poetessa più ferocemente americana".

Proprio per questo impegno ancora oggi Alicia Suskin Ostriker è definita "la poetessa più ferocemente americana"

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(Alicia Suskin Ostriker al National Book Festival del 2014)

"Danzatrice rugosa"

"Diventerà una vecchia signora rugosa
Diventerà
una di quelle fragili persone
di pezza
Avrà le mani appassite e sarà
Confusa fino alle lacrime che attraversano la strada

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