Prologo

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《Cara come stai?》
Una voce femminile rimbombava nella testa della ragazza che aveva appena aperto gli occhi. Le immagini erano sfocate e a malapena si distinguevano le forme di un letto candido, un tavolo con dei fiori e una figura vestita di blu che era chinata a guardare la ragazza.
《Stai bene? Ricordi qualcosa?》
Con fatica, appoggiandosi sui gomiti si mise seduta e iniziò a mettere a fuoco la stanza, quando guardò la signora alla sua destra, parecchie voci iniziano a risunarle nella testa
"Spero stia bene!"
"Fidati, non vuole farti del male"
"Ti prego fa che riesca a parlare"
La ragazza d'istinto chiudse gli occhi e le voci cessano di botto, per ricominciare nonappena alzò di nuovo lo sguardo per guardare l'infermiera.
Alla fine la ragazza decise di rispondere senza guardarla.
《Dove sono? Cosa è successo?》
La donna sembrava rincuorata che finalmente avesse parlato e si sedette.
《Hai perso la memoria in un incidente automobilistico, un signore ti ha portata subito qui quando ti ha visto... purtroppo però... i tuoi genitori non ce l'hanno fatta... ma, dimmi, ricordi qualcosa?》
《Io... ricordo...》
Di nuovo aveva guardato l'infermiera e di nuovo erano esplose migliaia di voci nella sua testa.
《Ricordo il mio nome... la mia età... no, non ricordo la mia età... solo il mio nome》
L'infermiera ci mise un po' per rispondere
《Mi vuoi dire come ti chiami?》
La ragazza fissò il vuoto per ben venti secondi e poi ancora guardò in faccia l'infermiera, e ancora se ne pentì... poi rispose
《Sirio... Sirio Illumibris... credo》
《Bene Sirio, sarai dismessa da qui nel giro di un paio d'ore, il gentilissimo signore che ti ha salvata si è offerto ti ospitarti a casa sua per un po'》
Sirio fece un cenno di assenso con la testa e guardò l'infermiera uscire dalla stanza, sempre evitando di guardarla direttamente in faccia.
Quando l'infermiera uscì, Sirio si alzò piano dal letto e tenendosi aggrappata ai mobili andò in bagno, si lavò la faccia e alzò lo sguardo per guardarsi allo specchio.
Sirio aveva dei lunghi capelli blu con sfumature viola e oro, una macchia di pelle più scura sopra l'occhio destro e due grandi occhi, uno blu notte e l'altro giallo.
Ebbe giusto il tempo di meravigliarsi e chiedersi se il colore dei suoi occhi fosse naturale che di nuovo molte voci scoppiarono nella sua testa, erano meno forti di prima e lei decise di ascoltarle.
"Che strano, occhio giallo e capelli blu"
"Chiederai tutto al'infermiera quando ritornerà"
"Come posso sentire voci? Ho sbattuto così tanto forte la testa?"
E poi in sottofondo una voce diceva piano, come un soffio di vento:
"Sirio... tu sai perché... devi sbrigati... fai in fretta"
Decise di ignorare quel piccolo sbuffo sospetto che le diceva di fare in fretta e di seguire un istinto che la portò a coprirsi l'occhio destro con una mano. Le voci si fermarono di botto.
Un'altra voce dalla stanza affianco risvegliò Sirio che uscì dal bagno di fretta e si diresse dall'infermiera e dal signore che Sirio indovinò fosse quello che l'aveva salvata.
Tenendo lo sguardo basso per evitare che tutte quelle vocine le facessero venire definitivamente il mal di testa.
《Posso chiederle una cosa?》chiese sirio rivolta all'infermiera che annuì prontamente
《Non è che avreste una benda? Vorrei coprire questo occhio》Seppur sorpresa la donna si avviò verso un armadietto di ferro e ne estrasse una benda nera che porse a Sirio.
La ragazza ringraziò e si mise la benda sull'occhio.

Sirio uscì dall'ospedale accompagnata dal signore che ancora non si era presentato e non aveva detto nemmeno una parola.
Camminarono per il parcheggio in silenzio e dopo un po' Sirio persò che avesse messo l'auto nel posto più lontano apposta.
Una volta giunti al veicolo notò che non era un auto, bensì un furgoncino verde con il retro aperto e due sedili davanti.
Sirio si sedette sul sedile del passeggero e chiuse la portiera mentre il signore si sedeva al posto del guidatore, avviò il furgoncino e partirono.
Dopo circa cinque minuti, finalmente, parlò con tono molto gentile.
《Allora ragazzina, io sono Jhon, tu sei?》
《Sirio》Rispose semplicemente
《Sirio, bene, allora, io sono inglese, se vuoi puoi venire a stare con me per un po' ma devo tornare in Inghilterra la settimana prossima, se trovo il biglietto puoi venire con me》
Sirio lo guardò con uno sguardo che era a metà tra lo stupito e lo speranzoso e rispose
《Non ho niente qui... mi piacerebbe venire con te》
L'uomo sorrise e i due passarono il resto del viaggio a guardare il paesaggio desertico che gli scorreva ai lati e i nomi delle cittadine egiziane scritti sui cartelli.
A un certo punto il furgoncino si fermò ad una stazione di servizio e Jhon fece sapere a Sirio che se avesse preferito sarebbe potuta stare nel retro.
Sirio scese euforica e risalì con un abile balzo sul retro aperto del furgone, spostò due sacchi di farina in modo da mettersi comoda e chiese se per caso avrebbe potuto avere qualcosa da mangiare. Fu felice di veder tornare Jhon con due sacchetti unti che intuì fossero pieni di cibo.
E così mangiò nuggets di pollo  mentre guardava il paesaggio scorrere veloce.

A un certo punto notò in lontananza un cratere enorme in fiamme con centinaia di persone armate di canna che si davano da fare per spegnere l'incendio. Sirio aprì la finestrella che connetteva il retro con il sedile del guidatore per chiedere a Jhon cosa stesse succedendo.
Lui scrollò le spalle ma l'espressione che aveva in volto sembrava dire altro.
E così a Sirio venne un idea e si alzò la benda per scoprire l'occhio giallo e guardò Jhon, come previsto mille vocine le esplosero nella mente come delle bombe e lei cercò di distinguerle
"Non sai perché ma l'infermiera ti ha proibito di dirglielo quindi, Jhon, tieni la bocca chiusa"
"Non ha cattive intenzioni ma ti sta nascondendo qualcosa"
A questo punto Sirio si ricoprì l'occhio con la benda e si risistemò comoda appoggiata ai due sacchi di farina continuando a guardare quel cratere che le pareva leggermente familiare.

Dopo circa mezz'ora Sirio si addormentò, l'aria cominciava a farsi più fresca e prima di chiudere gli occhi Sirio notò quattro paia di occhi lucenti inmezzo alla sabbia, probabilmente appartenenti a una famiglia di fennec.
Sognò di essere in una baia, assieme a una donna dal volto coperto. Aveva i piedi nell'acqua e ogni tanto si portava le mani alla faccia per coprirsi dagli schizzi provenienti dai bambini che giocavano nel lago.
Quando Sirio si svegliò la luce quasi l'abbagliò, era notte fonda ma le cittadine erano parecchio illuminate, i bambini correvano ancora per strada e le madri gli andavano dietro urlandogli di tornare a casa, alcune bancarelle erano ancora aperte e stavano ancora servendo dei clienti, su due balconi c'erano due donne che parlavano tra loro e in quello appena sotto un'altra donna che stava facendo il bucato. Dietro le case (si intravedeva da i vicoletti tra le abitazioni) scorreva un largo fiume verdastro e parecchio sporco dove dei ragazzini si divertivano a giocare a chi pescava il rifiuto più grande.
Sul tetto di una casa c'erano due ragazze che ridevano e appena sotto un bambino stava giocando con una macchinina di plastica.
Voltarono un vicolo e il furgoncino si fermò, Sirio scese abilmente e raggiunse Jhon, che indicando una porta le disse:
《Questo è l'hotel in cui staremo per questa settimana, non è molto, da fuori ma dentro è più bello》
Sirio annuì ed entrarono, la sala era piccola e poco illuminata ma ben decorata, c'erano stoffe colorate appese alle pareti e tappeti rossi, tavolini d'oro e sedie di paglia. Alcune persone stavano chiacchierando animatamente tra loro davanti a fumanti tazze di caffè  e Sirio si ritrovò a chiedersi se quella città andasse mai a dormire.
Jhon la guidò su per una scala stretta e poi lungo un corridoio umido, fino ad arrivare a una porta rossa, che Jhon spalancò prima di fare cenno a Sirio di entrare.
La porta si apriva su un salotto con divani e librerie sui toni del rosso e dell'oro. Un tavolino da caffè d'oro era posto al centro di un grande tappeto rosso e si vedevano due porte scure inmezzo alle librerie piene di vecchi libri.
《Quella la è la tua stanza, la usavo come ufficio ma prima di partire dall'ospedale ho chiesto di arrangiarla a camera da letto, mentre se hai bisogno di me io sarò in quell'altra stanza》
Disse Jhon indicando prima la porta sulla destra e poi la porta sulla sinistra.
Sirio si diresse a grandi passi verso la sua stanza e si chiuse la porta alle spalle, si mise una vestaglia che trovò lì e si buttò sul letto per poi addormentarsi poco dopo.

Ciao, questa è la prima storia che scrivo da sola quindi se avete consigli sono felice di sentirli!!
Avevo iniziato a scrivere questa storia in inglese perché un mio amico mi continuava a ripetere che dicevo di sapere bene l'inglese ma non l'avevo mai dimostrato. Non stava uscendo molto bene perché non ho abbastanza lessico quindi ho deciso di semplicemente ignorare quei suoi commenti e farla in italiano, mi sono detta... perché sprecare un'idea per una storia che potrebbe uscire bene solo perché qualcuno ti dice che non sai fare qualcosa quando nemmeno lo sa!

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