11-un nuovo arrivo

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Michael

Dopo circa un'ora un medico entrò nella stanza e ...:

<<Signore Jackson, siamo riusciti a stabilizzare le condizioni di... della sua..., si insomma della...>>

<<della fidanzata di un mio amico >> dissi indossando celermente gli occhiali per non fare notare che avevo pianto. Diedi poi una gomitata a John per fargli capire che doveva stare al gioco.

<<Si...Mi scusi per la...non sono abituato a parlare con una persona importante come lei.>>

<<E dovrà rimanere segreta questa conversazione, non ne parli con nessuno>> continuò John con tono severo, mentre si risistemava l'auricolare ed intascava la pistola>>

Forse il dottore ne fu terrorizzato ed indietreggiò di qualche passo stringendo a sé tutte le cartelle mediche che teneva in mano.

<<Si, sarà fatto.>> deglutii e poi tornò a concentrale la sua attenzione su di me forse per tranquillizzarsi:

<<ora è sveglia...Signor Jackson; abbiamo pensato che essendo incinta da due settimane...ed è questo che ha creato quello svenimento. Era stanca e la mancanza di energie può essere considerato come sintomo durante una gravidanza>>

Il mio pianto si trasformò in un pianto di gioia. Mi sedetti sull' unica panchina presente in quel minuscolo spazio ed inizia a ridere in modo incontrollato mentre mi alzavo e mi risedevo ed iniziavo a fare qualche passo di danza. John mi appoggiò una mano sulla spalla, cercandomi di fermare:

<<Vede Michel...tutto a posto.>>

Gli rivolsi uno sguardo e lo abbracciai con tutte le mie forze poi rendendomi conto forse del mio comportamento poco maschile tornai a sedermi ancora con in sorriso stampato sulle labbra:

<<Mi scusi e che sono molto contento per il mio amico...sa è da molto tempo che avrebbe voluto una famiglia...non vedo l'ora di comunicargli la notizia.>>

Il dottore annuii ancora forse non completamente rilassato a causa della pistola in tasca a John.

Non ci potevo credere un altro figlio. Non avevo parole, ero sorpreso, contento emozionato, non mi importava più di niente e di nessuno. Inizialmente mi avvicinai al medico e gli diedi la mano e poi, come un bambino che non vuole essere preso dalla mamma per lo scherzo fatto al fratello girai di fretta la maniglia e corsi per i corridoi. Uscito dal mio "nascondiglio" mi diressi fino all'alla receptionist dopo aver chiesto ovviamente informazioni a numerose infermiere non sapendo dove si trovava.

<< quale è la sua stanza?>> furono le prime parole rivolte all'infermiera che imperterrita continuava a fissare le cartelle che teneva in mano senza rivolgermi lo sguardo.

<<Mi scusi stanza di chi?>> mi rispose l'infermiera stavolta alzando lo sguardo, ma abbassandolo immediatamente e rivolgendolo così verso il monitor del computer.

<<Di...ehm ...>> Mi venne il dubbio di come l'avessero registrata così tentai la sorte esponendo il suo vero nome:

<<Di Diana...Howard.>>

<<Ehm...si...>> continuava a fissarmi inebetita non riuscendo a digitare più nulla su quel computer, così, impaziente decisi di tagliarla corta,

<<Si sono Michael Jackson.>>

<<ah, ci avrei scommesso...>>disse lei sogghignando e scostandosi i capelli dal viso, come a mostrarmi tutta la sua bellezza. Avrà avuto appena compiuto una ventina d' anni e quella sua mossa mi fece sorridere, rendendomi conto che solo a pronunciare il mio nome, qualsiasi ragazza sarebbe caduta ai miei piedi.

Applehead - A Man Like No OtherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora