Nicholas
"A volte le dimore umane
generano mostri inumani"
Stephen kingQuando ero piccolo amavo fare sport, era la mia valvola di sfogo. Ogni volta che avevo una brutta una giornata, andavo in palestra e stavo subito meglio.
Col tempo, però, le cose cambiarono. Cominciai a percepire gli sguardi delle altre persone su di me o i loro sussurri quando gli passavo accanto.
Cercai di diventare invisibile agli occhi degli altri, ma il mio piano non funzionò.Poi arrivò anche la stanchezza costante che mi portava a non avere le forze neanche per alzarmi da letto. Cominciai a perdere l'interesse per qualsiasi attività e lasciai definitivamente la palestra e dopo cominciai a non andare più a scuola.
Solo dopo un anno di sofferenza seppero dare un nome a questa mia costante stanchezza e tristezza. Dopo la diagnosi cominciai ad andare in terapia e ora, fortunatamente, stavo meglio.
Una delle poche cose positive del campo di addestramento era proprio la palestra. Nonostante Lilith ci facesse allenare fino allo stremo, dovevo ammettere che mi era mancata quella sensazione. La sensazione di avere qualcosa per cui vivere.
Mentre sollevavo un bilanciere, tutti i miei problemi scivolavano via insieme al sudore che mi scendeva dal corpo. Inoltre volevo dimostrare a Lilith che non ero l'incapace che credeva che io fossi.
In quei giorni non ci eravamo più parlati. Molte volte, a lezione, avvertivo il suo sguardo fisso su di me, ma non ci avevo dato molto peso.
<<La lezione è finita, potete andare a farvi una doccia e a mangiare>> la sua voce interruppe il mio flusso di pensieri, facendomi ritornare bruscamente alla realtà.
Mi avvicinai alla panca dove tenevamo tutte le bottigliette d'acqua e presi quella col mio nome scritto col pennarello sull'etichetta.
L'acqua mi scivolò in bocca e in gola portandosi via con sé tutta la secchezza. Ne bevvi altri sorsi e dopo averla richiusa e presa in mano, mi unii agli altri per uscire da quella struttura.
Accanto a me, c'era il gruppo di Mike che continuava a fissare la sagoma di Lilith, che ci dava le spalle, continuando a fare battutine che per fortuna non sentii.
Ad un certo punto vidi Mike incamminarsi, sicuro di sé, verso di lei. Senza pensarci due volte so seguii, consapevole di cosa volesse fare. Non sapevo esattamente se lo seguii perché non volevo che lui la toccasse o perché sapevo che Lilith non sarebbe stata gentile con lui.
Nonostante avessi provato a fermarlo, lui riuscì comunque a raggiungerla prima di me.
Si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò qualcosa, nonostante ci fosse troppo rumore per riuscire a sentire non ci voleva molta immaginazione per capire cosa le avesse appena sussurrato. Poi vidi la mano di Mike scendere sul suo fondo schiena e palpeggiarlo con veemenza. Un'incredibile voglia di spezzare le ossa di qualcuno si impossessò di me.
Prima che potessi fare qualsiasi cosa, Lilith si era già girata verso di lui e le dita della sua mano erano già affondate nel collo di Mike, stringendoglielo. Tutte le persone intorno a noi che un attimo prima stavano ridendo, si zittirono immediatamente vedendo la scena.
Mike cercava di lottare contro la stretta Lilith, scalciando e cercando la afferrare il braccio della ragazza davanti a lui per fargli allentare la stretta.
Mentre il colore del viso di Mike cambiava, Lilith lo guardava con indifferenza, senza allentare la sua presa. Era come se avesse strangolato così tante persone che farlo con un'altra persona non gli facesse più alcun effetto.
<<Prova a sfiorarmi un'altra volta anche solo con un dito e io ti stacco la mano>> disse con una calma guasi letale <<Ci siamo capiti?>> Mike cominciò ad annuire velocemente con la testa.
Dopo aver ricevuto la risposta desiderata, mollò la presa sul suo collo facendolo sdraiare sul pavimento sporco e mettendogli un piede sullo sterno, in modo che non si potesse alzare.
<<Pensate che non sappia dell'alcol, la droga e le feste?>> disse questa volta rivolta a tutti noi <<La prossima volta che paparino ti porterà qualcosa di nascosto io lo dirò al direttore>>
Mike, non riuscendo a trattenere il suo orgoglio e decise di ribattere
<< Mio padre non si farà spaventare dal direttore o da una puttanella come te>> Lilith aumentò la pressione sul suo sterno, facendolo gemere per il dolore.<< Forse del direttore no, ma ti assicurò che ha il terrore della puttanella che hai davanti>> anche gli uomini più potenti avevano paura di lei, nessuno provava a contraddirla. Non avevo mai capito a cosa fosse dovuta tutta quella paura.
Dopo aver detto quelle parole, tolse la suola della sua scarpa dal suo sterno e la appoggiò sul pavimento. Si piegò in avanti per afferrare la maglia di Mike per poi tirarla e rimetterlo in piedi. Strinse la mano in un pugno e tirò un pugno sul naso del ragazzo che aveva davanti.
Il naso di Mike cominciò a sanguinare copiosamente, si portò la mano sul naso per il dolore e cominciò a piangere, mischiando le sue lacrime al sangue.
Poi Lilith, non ancora soddisfatta, aggiunse:<< Quando andrai in infermiera e ti chiederanno casa è successo, gli dirai che sei stato un coglione e io ti ho dato quello che meritavi>> gli angoli della sua bocca si alzarono lievemente <<Succede questo quando ti metti contro le persone sbagliate>>
Mike si fiondò all'uscita, diretto verso l'infermeria, seguito dai suoi amici e dalla maggior parte dei presenti. Dopo poco rimanemmo solo io e lei.
Mi avvicinai e gli chiesi: <<Come stai?>> non doveva essere facile essere toccata senza permesso e sentirsi dire certe cose.
Lei mi guardò confusa come se non capisse perché gli avessi fatto quella domanda <<Dovresti avere paura di me>>
Ora era il mio turno di essere confuso. Perché avrei dovuto avere paura di lei? <<Se tu non avessi fatto qualcosa l'avrei fatto io>> avevo ancora un'incredibile voglia di picchiarlo.
<<Di solito, le persone, dopo aver visto questo lato di me scappano>> poi mi guardò come se avesse di fronte un alieno <<Sei strano>>
<<Siamo tutti strani>> dissi.
<<Tu più degli altri>> mi rispose con leggero sorriso.
<<Grazie>> la stranezza era una delle qualità che più amavo delle persone.
<<Comunque sto bene>> dopo averci riflettuto per qualche secondo aggiunse <<Penso>>
<<A quel coglione di Mike avresti dovuto tagliargli la lingua>>
<<In effetti sarebbe stato divertente>> dal suo tono di voce, capivo che a differenza mia, lei non stava affatto scherzando <<Comunque grazie per avermi difesa alla festa>>
<<Pensavo mi avresti urlato che non avevi bisogno di nessuno>> scherzai <<Mi deludi>>
<<Sono dei giorni strani>> decisi di non chiedergli a cosa si stesse riferendo << Ora dovresti andare>>
<<Oppure potrei rimanere qui>>
<<Penso che dovresti andare>>
Gli feci un saluto militare, mentre sorridevo <<Agli ordini>> mi diressi verso l'uscita con il sorriso.
Note autrice:
Cosa ne pensate del capitolo?
Io ho amato scrivere questa scena 🙃
Vi avviso che il prossimo capitolo non sarà dal punto di vista ne di Lilith ne di Nicholas.
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Insieme nell'oscurità
RomanceLilith ha solo diciassette anni ha già conosciuto l'inferno. Tutto quello che ama gli viene tolto e l'unica volta si è concessa di credere nell'amore è stata delusa. Nicholas è sempre vissuto in una prigione creata dagli altri e da se stesso. Quand...