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dopo gli ultimi scleri sotto al capitolo precedente, ho deciso di lasciarvi un altro assaggio di quello che sarà questa storia da ora in poi. Can ha sbagliato, ma se vi fidate di me, credetemi che si farà perdonare alla grande. ovviamente non subito, ma pian piano tutto tornerà alla normalità. sappiate però che c'è qualcosa da scoprire ancora.
buona lettura!❤️

Tutti sbagliano nella propria vita. Chi più, chi meno. Si dice che sbagliare è umano, e perdonare lo è altrettanto. Ma in quei casi, perdonare era simbolo di fragilità oppure di estrema forza? Can non aveva perdonato se stesso per quello che aveva combinato, e non sapeva se Sanem avrebbe fatto la stessa cosa o si sarebbe dimostrata più forte. Aveva paura della risposta, paura di scoprirlo.

Aveva deciso di portare Sanem al rifugio, ma come avrebbe potuto guardarla negli occhi se l'aveva tradita? Se il suo corpo l'aveva conosciuto un'altra? Se le sue labbra avevano conosciuto il sapore di una sconosciuta? Faceva male, tutto intorno a lui bruciava.

Portò il dito sul campanello, pronto per suonare. Quel giorno avevano preso entrambi riposo, nessuno dei due si sarebbe presentato a lavoro. Can aveva lasciato che Deren, Emre e Leyla si occupassero di tutte le questioni irrisolte. Sapeva che però Sanem non era da sola in casa e provava una forte ansia nel guardare i suoi genitori negli occhi. Cosa sarebbe successo quando tutto sarebbe venuto a galla?

Prese coraggio, e suonò. Mentre aspettava che la porta venisse aperta, le gambe tremavano e la vista si annebbiò. Non era andato molto oltre, ma le labbra di quell'estranea avevano toccato il suo punto più sensibile, e Can aveva avuto quel piacere che non aveva sentito da quando aveva conosciuto Sanem. Non aveva sfiorato nessuna donna da quel momento, da quando i suoi occhi avevano incontrato quelli di Sanem.

Ma quella sera qualcosa era cambiato, dentro di sé avvertiva l'esigenza di sentirsi vicino alla donna che amava, e non necessariamente avrebbe dovuto fare l'amore con lei. Bastava semplicemente che qualcuno lo toccasse per immergersi in un altro mondo, fatto soltanto di lui e Sanem.

«Can, figliolo, buongiorno» parlò Nihat, una volta aperta quella porta. Can sentì il battito del cuore aumentare, non si era mai sentito così. Non aveva mai provato sensazioni così forti.

«Buongiorno Nihat, sono qui per Sanem. Lei dov'è?» Non sapeva da dove aveva preso quelle parole. Il solo pronunciare il suo nome l'aveva terrorizzato.

«È in camera sua. Ma stai bene ragazzo? Hai uno sguardo che la dice lunga e sei pallido»

«Sto bene, sono semplicemente scosso. Stanotte non ho dormito per via della mancanza che provo»

«Can non ti ho mai detto che mi dispiace»

«Non lo dica nemmeno per scherzo»

«Invece lo dico. Can, sto cercando di convincere Mevkibe che la colpa non è nostra, ma in verità non posso che essere d'accordo con lei. Se noi non vi avessimo impedito di partire, niente di tutto ciò sarebbe successo e Sanem starebbe bene»

«Nihat, la prego» Si sentì la voce di Sanem e Can puntò subito lo sguardo verso quella figura sottile che scendeva le scale. Era bellissima, immensa.

Era splendida da togliere il fiato.

«Buongiorno, sei già qui?» mormorò, avvicinandosi a lui per poterlo baciare sulla guancia. Can si sentì peggio e trattenne le lacrime.

«Sono qui. Questo a cosa è dovuto?»

«Ho sentito la tua mancanza stanotte, è strano da dirlo ma è realtà» sorrise, mentre metabolizzava le parole di Can. Quelle parole, miste al suo sguardo. Nonostante non lo conoscesse, Sanem sapeva che c'era qualcosa che non andava. «Can stai bene?» domandò, notando i suoi occhi gonfi e lucidi. Credeva che avesse pianto tutta la notte.

Cᴇʀᴄᴀᴍɪ, Tʀᴏᴠᴀᴍɪ Dᴇɴᴛʀᴏ ᴅɪ Tᴇ. Pᴜᴏɪ Fᴀʀʟᴏ. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora