9. Si torna a casa

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Abbiamo passato circa due settimane in America, e ora è proprio arrivato il momento di tornare in Giappone.

Il nostro aereo partiva il pomeriggio, quindi la mattina ce la siamo presa molto con calma. Mi sono svegliato presto, Atsushi e Atsuya dormivano come due sassi e ho deciso che fosse meglio non svegliarli, anche perché si sarebbero potuti lamentare, tale padre tale figlio, no?

Scendendo ho visto mia madre in cucina che beveva una tazza di thé, probabilmente mio padre era ancora a letto, quando mi sono avvicinato a lei ho notato che era un po' strana... Mi sono preoccupato, così le ho chiesto se c'era qualcosa che non andava o se non si sentiva bene, la sua risposta fu preceduta da un abbraccio.

"Sei diventato così grande. È da tanto che non ci vediamo... E... Pensare che le due settimane che ti saresti fermato qui sono già passate... Mi rattrista."

Sentire quelle parole mi ha provocato una scossa al cuore, anche per me era così, io ho sempre voluto bene ai miei genitori, mi sarebbe piaciuto rimanere con loro, ma ora ho una mia famiglia, e ho preso la mia decisione di stare con loro.

Siamo rimasti un po' l'uno nelle braccia dell'altra e poi insieme ci siamo sorrisi e abbiamo preparato la colazione per tutti. Quando Atsushi è arrivato in cucina subito ha chiesto se fosse la sua colazione preferita quella che stavo preparando, c'è poco da fare, il suo olfatto è capace di distinguere qualsiasi cosa.

Mi sono girato e ho notato che in braccio aveva un piccolo bambino che appena ha visto la mia faccia ha subito cominciato ad agitarsi per farsi prendere in braccio.

Diciamo che prenderlo non è il verbo adatto, perché appena mi sono avvicinato mi è saltato addosso cominciando a gridare parole incomprensibili, come se mi stesse raccontando il sogno che stava facendo fino a pochi minuti prima, tutti ci stavamo divertendo finché non abbiamo sentito un verso molto strano rispetto a quelli che aveva sempre fatto.

"Mama!"

Tutti ci siamo bloccati a quelle parole e lo abbiamo cominciato a guardare, mentre lui felicemente continuava a ripeterla, come a dimostrare che la sapeva pronunciare bene. Atsushi era veramente contento, era felice di aver potuto sentire la prima parola del suo bambino, tanto quanto lo ero anche io.

Dopo aver fatto colazione tutti insieme abbiamo lasciato il piccolo un altro po' con i nonni, mentre noi siamo andati a preparare le valigie, non mi ricordavo di aver portato così tanta roba, c'è voluto molto per farla entrare tutta dentro alle valigie che avevamo, ma fortunatamente ci siamo riusciti.

Atsuya era molto estroverso oggi, non faceva altro che fare suoni con la bocca, almeno più di quanto già facesse prima, ora che aveva scoperto che poteva imitare le parole che dicevamo non si sarebbe più fermato.

Quando abbiamo salutato i miei genitori è stato abbastanza triste, era da tanto che non ci vedevamo, ma ormai dovevamo andare per non perdere l'aereo, il piccolo aveva capito che ce ne stavamo andando e con un piccolo verso ha chiesto di farsi prendere in braccio per poi salutare i nonni, era veramente dolce.

Durante il tragitto di andata ci siamo fermati in due negozietti per comprare qualche caramella per il lungo viaggio in aereo. Fortunatamente questa volta Atsuya non si è stranito per la confusione, e dal momento dell'imbarco fino a quello dello sbarco è stato tranquillo a giocherellare con i lacci della mia felpa e a fare versetti divertiti finché non si è addormentato sul petto di Atsushi.

Quando siamo arrivati in Giappone erano circa le 22:05, abbiamo fatto in tempo a prendere qualcosa da mangiare in un locale a portarvia vicino all'aeroporto e poi tornare a casa, il piccolo era veramente felice di essere tornato, ha cominciato a urlare una serie di versi come per dirci qualcosa di incomprensibile, e non la smetteva più, ed era anche tardi, in più a causa del jet lag non aveva sonno... Eravamo nei guai...

Per fortuna avevamo un po' di camomilla nella dispensa che l'ha fatto calmare; la vecchia signora che abita vicino a noi sarebbe stata capace di chiamare l'amministratore del condominio per sbatterci fuori e così dare la casa a suo nipote che studia all'università.

Quando l'abbiamo incontrato la prima volta si è subito scusato per il comportamento pessimo che aveva sua nonna, ma per noi non era chissà quale problema. Lo è diventato a lungo andare.

La mattina seguente avevamo appena finito di fare colazione, volevamo disfare le valigie, ma il campanello ha cominciato a suonare, meglio prepararsi al peggio...

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Eccoci di nuovo qui! (=^-ω-^=)
I nostri due papà sono tornati in Giappone con il loro bambino, ma a quanto pare ci sono problemi all'orizzonte, andrà bene o male?...
Lo scoprirete nella prossima puntata! Non mancate, mi raccomando! Ciao!
[Cit. Hamtaro] (?)

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