Nessuno dovrebbe voler andare al secondo piano. I morti possono ucciderti, aveva detto quella prigioniera di Siderous. Ora il senso delle sue parole mi era più chiaro.
A Lycoris i morti ti illudevano di poter tornare in vita. Erano così reali, così vivi, che risultava arduo non crederci. Se avessi colto il giglio del ragno rosso che permetteva loro di manifestarsi, saresti rimasto imprigionato in una gabbia di fantasia fino alla fine dei tuoi giorni. Una fantasia che si nascondeva negli spazi reconditi della tua anima. Fantasia che avevi dimenticato, strappato, bruciato, calpestato e poi buttato in quegli angoli bui colmi di speranza, una speranza vana, illusoria, deludente. Almeno, questo era ciò che avevo fatto io. Desideravo un mondo in cui Clara non fosse morta. Ma quel desiderio mi lacerò talmente tanto che non riuscii più a sopportarlo.
Avevo tredici anni quando incrociai gli occhi di Clara per la prima volta. Eravamo in due scuole medie diverse, ma un progetto PON attuato per le scuole dei quartieri "disagiati" di Palermo aveva fatto in modo che potessimo conoscerci. Il progetto consisteva nel permettere agli studenti che volessero aderirvi di poter imparare a suonare uno strumento musicale a scelta e dopo un anno esibirsi in una grande orchestra al Teatro Massimo di Palermo. I più bravi, poi, sarebbero potuti entrare in un'orchestra vera e propria.
Come strumento scelsi la chitarra classica, che avevo iniziato a imparare da autodidatta, ma dato che avevo anche una passione per il canto mi iscrissi per far parte pure del coro. Tutti quei ragazzi che si presentarono alle prime lezioni, come me, non avevano mai avuto la possibilità economica per studiare musica, perciò quando si presentò un'opportunità del genere la cogliemmo senza pensarci due volte. La me tredicenne, ancora sognatrice e con la testa tra le nuvole, sognava di diventare una cantautrice, ma non aveva mai chiesto ai suoi genitori di prendere lezioni private di musica; era un investimento troppo grande e incerto per essere oggetto di richiesta. E probabilmente nemmeno la me tredicenne credeva abbastanza nel suo sogno.
Il primo giorno di lezioni entrai in un'aula in cui delle sedie erano disposte in cerchio. Davanti ognuna di esse c'erano un leggio e un poggia piedi. Ragazzi di diverse età riempivano la stanza, ma io mi sedetti vicino una ragazza che sembrava mia coetanea. Clara indossava dei jeans stretti e una maglietta bianca a mezze maniche, i capelli erano raccolti nella solita coda bassa e le unghie corte erano smaltate di nero. I suoi occhi mi lanciarono uno sguardo timido che io ricambiai con un sorriso. Dopo che l'insegnante arrivò e si presentò, iniziammo subito la lezione, partendo dalla giusta postura da tenere, dal modo corretto di impugnare lo strumento e di premere le corde, dopodiché venimmo divisi in coppie per svolgere il primo esercizio, il quale prevedeva di seguire uno spartito composto da una coppia di note.
Io finii con Clara. A turno svolgevamo l'esercizio ma, dato che io avevo più esperienza perché autodidatta, non incontravo nessun ostacolo. Invece Clara non aveva mai toccato una chitarra. Le sue dita erano insicure e le note uscivano un po' strozzate, segno che dovesse abituarsi a premere bene le corde sui tasti.
«Ma tu sei bravissima» disse, mentre toccò di nuovo a me. Queste furono le prime parole che mi rivolse. Io sorrisi, compiaciuta, terminando il pezzo che mi spettava. «Sto solo barando. Io so già strimpellare un po'» risposi.
«Quanto ti invidio. Io sono una frana» si lamentò. «So già di non poter arrivare al tuo livello».
Nella sua voce non sentii, però, nessun accenno di invidia. Vidi solo una ragazzina semplice, non abituata a credere in sé stessa, e in grado di prendere esempio da qualcuno che fosse più avanti rispetto a lei.
E poi, nonostante per lei fosse la prima volta, era a un livello più alto rispetto a quando avevo iniziato io qualche tempo prima. Aveva talento, ma non riusciva a notarlo. Quindi decisi che lo avrei messo in luce io per lei.
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Cage of Dolls
FantasyQuando Monia si risveglia in un mondo che non riconosce, il suo obiettivo primario diventa quello di sopravvivere. Non sa ancora di essere finita ne La Gabbia, luogo magico e inquietante popolato dalle Proiezioni, e non sa ancora che la padrona di q...