Capitolo 39

25 3 0
                                    

Floch diede l'ordine di portare la donna in prigione, dolorante, spaventata e anche molto preoccupata per le sorti di tutti loro, Celine non poté fare altro che muoversi per via dell'uomo che la stava portando via.

Qualcuno le recuperò anche gli occhiali e glieli mise, c'era una piccola crepa sulla lente destra, per fortuna che non ruppe l'intero accessorio per la vista.

Solo che una volta che furono vicino alla porta:

  <<Aspettate... - i due si fermarono e la donna con la coda dell'occhio vide il suo comandante avvicinarsi a lei, metterle una mano sulla spalla e sussurrarle all'orecchio - Hai sempre svolto un ottimo lavoro... Anche prima di diventare ufficiale... Non pentirti di niente.>>

La ragazza sentì qualcosa in più nel suo tono di voce che le fece provare i brividi di freddo, essi derivavano dalla paura che stava provando in quel momento.

Non sapeva cosa stava succedendo, solo questo la terrorizzava davvero, per non dire che aveva capito che non erano stati i marleyani a trattarli così... Erano tenuti in ostaggio dai loro soldati... E non da uomini qualunque, altri della Legione Esplorativa che però lei non conosceva.

Quando l'uomo si allontanò, il soldato dietro di lei riprese a spingerla davanti a sé e a guidarla fino alle tanto temute prigioni, varcata la porta Celine pensò:

  "Dopo tutte le volte che sono stata a rischio, ora ci sono sul serio."

Quel luogo era davvero oscuro anche se c'erano le torce ad illuminare il lungo corridoio, erano presenti varie celle e alcune già piene di persone, vedendoli alla veloce l'ufficiale non riconobbe nemmeno loro, in più avvertì un'orrenda sensazione di disagio: si sentiva gli occhi di tutti addosso e ciò la faceva sentire nuda quando non lo era.

Questo era da aggiungere al suo stato di paura interiore che stava crescendo piano piano in lei e non la lasciava proprio.

Si fermarono davanti ad una cella che qualche altro soldato aveva provveduto ad aprire la porta per farla entrare e poi chiuderla dietro di lei.

Celine era così tesa che non alzò nemmeno lo sguardo per vedere i suoi "compagni", solo quando si sentì chiamare alzò gli occhi, era circondata dai ragazzi di Levi e finalmente ragionò e si sentì al sicuro.

Fece per rilassare le braccia e poi non solo si sentì le mani legate ma veramente doloranti, non voleva sapere in che condizioni fossero.

  <<Aspetta... - Connie la soccorse e la liberò cercando di fare attenzione – Ecco fatto... Chi ti ha legato Celine? Cos'è successo?>>

  <<Hanno preso pure te...>>

Stavolta parlò Mikasa, intanto Jean si avvicinò a lei per controllarle la ferita sulla guancia:

  <<Chi ti ha fatto questo?>>

Anche se l'ufficiale era davanti a persone che conosceva, vederli così vicini le fece scattare qualcosa, tutte quelle emozioni che non era riuscita ad esprimere per paura esplosero e la fecero reagire in un modo che non si riconobbe nemmeno lei.

Successe quando si sentì di nuovo le mani sul viso, le venne d'istinto di allontanare il ragazzo usando, pentendosene subito, le sue le facevano ancora più male.

Davanti a quella reazione, sia il soldato che gli altri rimasero spiazzati dal suo comportamento perché non capivano.

Celine cercò di proteggersi parlando in modo spaventato:

  <<STATE LONTANI!!! NON AVVICINATEVI!!!>>

Chi era fuori da quella cella o si affacciò o cercò di vedere cosa stesse succedendo, forse stavano facendo del male a qualcuno, peccato che non sarebbero potuti intervenire.

Celine e LeviWhere stories live. Discover now