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La camera di Xenia era completamente sottosopra. C'erano vestiti letteralmente ovunque: sul pavimento, sul letto, sulla scrivania. La ragazza si sentiva combattuta. Non sapeva cosa indossare. Sospirò e proprio in quel momento Inez entrò in camera.

«Ti serve una mano?» Le chiese poggiando una mano sulla sua spalla. Xenia si voltò verso di lei. «No, non puoi fare niente per aiutarmi. Ho solo maglie con disegni imbarazzanti» disse mostrandole una maglietta rosa con sopra un sole che sorrideva. «Chi ti dice che a questo ragazzo non piaccia un sole che sorride?» Disse Inez cercando di tirare su il morale di sua sorella.

Xenia scosse la testa ridendo.
«Ho deciso: disdico l'appuntamento»
Avrebbe di gran lunga preferito restarsene a casa piuttosto che mettere Pedri in soggezione con un sole che gli sorrideva. Inez scosse la testa.

«Sai che non è carino dare buca ad una persona?»
«Cosa proponi di fare?» Le chiese Xenia. Sua sorella le fece cenno di aspettarla, prima di dirigersi in camera sua. Tornò qualche minuto dopo con un crop top azzurro e dei jeans a vita alta. Xenia li squadrò attentamente. «Sei sicura che posso metterli?» Chiese con una luce negli occhi che fece sorridere Inez. Quest'ultima annuì.

Quel crop top azzurro le stava benissimo. E lo stesso valeva per i jeans. Inez le aveva allisciato i capelli e l'aveva aiutata con l'eye-liner. La ragazza riflessa nello specchio non poteva essere lei. Non si era mai sentita così bella. Chissà se Pedri avrebbe notato tutto l'impegno che ci aveva messo per apparire come non era mai apparsa prima di quella sera. Lo aveva fatto per lui. Per fare colpo.

Ma non sapeva che lo aveva già fatto.

Pedri l'attendeva nella sua automobile. Si trovava sotto casa sua e l'ansia stava iniziando a farsi sentire. Aveva alte aspettative per quella serata e non voleva distruggerle. Quando la vide scendere le ultime scale del condominio, i suoi occhi si illuminarono.

Era bella come l'arrivo dell'estate. Bella come un concerto di musica reggaeton. Bella come un bacio sotto alla pioggia. Bella come il suono della campanella che segnava la fine delle lezioni. Bella come i tramonti che osservavano insieme sulla spiaggia.

Un senso di inferiorità iniziò a farsi spazio in lui. Era stato premiato come "Golden Boy" alla cerimonia del Pallone d'Oro, giocava nel Barcellona, militava nella nazionale spagnola, aveva diverse sponsorship. Eppure si sentiva inferiore. Si sentiva impotente davanti a lei, a Xenia.

«Stai benissimo, stasera» le disse grattandosi il capo, imbarazzato. Anche Xenia arrossì e sperò che non si fosse notato. «Grazie. Anche tu sei bellissimo. Ehm, volevo dire... stai benissimo» Pedri fece un leggero sorriso anche se non credeva alle sue parole. Indossava semplicemente una maglia blu con dei jeans strappati alle ginocchia. Non era bello come lei. E non lo sarebbe mai stato. Perché continuava a perdere tempo con lui?

Il bowling distava circa quindici minuti da casa di Xenia. L'edificio in cui c'era il bowling, aveva anche una pizzeria napoletana e una sala giochi. Xenia non ci era mai stata e rimase sbalordita dalla grandezza di quel posto.

Pedri la prese per mano e si diressero verso il bowling. Quel contatto fece irrigidire Xenia e il calciatore blaugrana se ne accorse. Rimase un po' deluso dalla sua reazione ma non lo diede a vedere. Niente avrebbe potuto rovinare quella serata.

***

Il tabellone segnava che Xenia fosse in netto vantaggio su Pedri. Quest'ultimo non era proprio portato per il bowling. Era uno dei calciatori più forti del momento ma non riusciva a gettare giù dei birilli.

«Non ti facevo così brava» disse Pedri, parlando della partita che lo aveva visto uscire perdente, davanti ad una pizza a margherita.
Xenia ridacchiò. «In realtà non ci avevo mai giocato» disse tagliando in più parti la sua pizza.

«Ti va di parlarmi un po' di te?» Le chiese, sperando di non averle fatto una domanda inopportuna. «Certo!» Rispose Xenia con un enorme sorriso sul volto. «Sono nata a Barcellona da padre spagnolo, originario di Málaga, e madre coreana, originaria di Seoul ma nata a Bangkok. Ho una sorella di due anni più grande a cui voglio un mondo di bene. Senza di lei sarei persa»

Pedri notò che era molto legata alla sua famiglia proprio come lui. Le aveva raccontato di suo fratello e di Tegueste, sua città natale, che aveva dovuto lasciare a causa del lavoro dei genitori. Non poteva certo dirle che era arrivato a Barcellona con l'intento di esplodere nel mondo del calcio.

«Ti manca Tegueste?» Gli chiese Xenia addentando l'ultima fetta di pizza rimasta.
Pedri annuì malinconico. «Ho lasciato tantissimi amici lì e mi mancano tanto»
Istintivamente Xenia fece lo stesso gesto che aveva fatto Pedri a inizio serata: gli prese la mano. Il calciatore gliela strinse come se avesse paura che potesse andarsene da un momento all'altro.

«Ci sei mai più ritornato?» Gli chiese Xenia.
«Si, ci ritorno ogni anno e ci rimango per almeno due settimane» le rispose.

Rimasero in silenzio. I loro occhi dicevano più di mille parole. A Xenia quel posto stava iniziando a soffocarla. Aveva bisogno di una bella boccata d'aria.

***

Il viaggio di ritorno fu piuttosto silenzioso. Xenia era intenta a guardare Pedri mentre quest'ultimo aveva lo sguardo sulla strada.
Il suo profilo era perfetto. Quel ragazzo pareva non avere nessun difetto.

«Ti ringrazio per la bella serata, Pedri. Mi sono divertita tantissimo» disse Xenia una volta arrivati sotto casa sua. «Non devi ringraziarmi. Anche io mi sono divertito» disse il numero 8 del Barcellona. «Ci vediamo domani in spiaggia?» Xenia annuì.

I loro occhi non volevano lasciarsi. Quanto avrebbero voluto fermare il tempo. Quanto avrebbero voluto tornare all'inizio di quella serata. Quanto avrebbero voluto tenersi nuovamente per mano.

Improvvisamente il cellulare di Xenia squillò, interrompendo il momento intimo che si era creato. La ragazza sbuffò mentre tirava fuori il suo dispositivo dalla tasca dei jeans. Era Inez.

«È successo qualcosa?» Le chiese scocciata.
«Xenita sono mezzanotte passata. Dove sei?» Inez aveva un tono di voce preoccupato.
«Sono qui giù» Pedri stava cercando di capire cosa stesse dicendo la sorella di Xenia dall'altro capo del cellulare, fin a quando la ragazza seduta accanto a lui fece il suo nome.

«Mi dispiace che ti sei preoccupata. Adesso saluto Pedri e salgo...» Inez la interruppe. Sperava di aver capito male. Lo sperava con tutto il cuore. Non poteva stare con lui. Era impossibile. «Chi devi salutare?» Chiese, marcando il chi. «Il ragazzo con cui sono uscita!» «Ti dispiacerebbe ripetere il suo nome?»

«Ma cosa ti interessa, scusa?» Xenia sentiva che sua sorella stava iniziando ad alterarsi e ciò la stava infastidendo. Quando terminò la chiamata, sbuffò. «È successo qualcosa di grave?» Le chiese Pedri. Xenia scosse la testa.

«Ma è meglio che vada, altrimenti stasera mi tocca litigare con lei... Grazie ancora» e gli lasciò un bacio sulla guancia. Il ragazzo cercò in tutti i modi di nascondere il suo imbarazzo, invano. «Ci vediamo domani» le disse.

E, mentre la vedeva scomparire sulle scale del condominio, non poté far a meno di pensare a quanto fosse stato fortunato ad incontrarla quel pomeriggio sulla spiaggia.

Spazio Autore
Buonasera a tuttiii
Come va? Ci tengo a ringraziarvi perché, nonostante la storia l'abbia iniziata nemmeno una settimana fa, abbiamo già raggiunto le 250 letture! Grazie Grazie Grazie Grazie
Attendo impazientemente i vostri commenti e/o le vostre stelline!
Spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossimaa!!
- pcvard <3

Where Do Broken Hearts Go? ; Pedri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora