10- Tensioni.

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DAMON
Ero arrabbiato, anzi furioso con me stesso. Avevo giurato che per nessuna ragione al mondo, le avrei mostrato le mie debolezze, un'ulteriore volta. Invece l'avevo fatto, quando l'avevo portata in ospedale e quando avevamo semplicemente parlato. Avevo mostrato il mio risentimento nei suoi confronti, e nel farlo, le avevo rivelato anche le mie debolezze, le mie fragilità. Tornai a casa nervoso, mi irritava e non poco il fatto che lei era qui, a due passi da me. In cucina non c'era nessuno, così andai nella camera degli ospiti di Philip. Potrà risultare strano ma vivevo in una casa nobile, soprattutto soft. Ed era la casa di Philip, quando andò via, mi cedette la casa e io ci vivevo volentieri. Avevo dei bei ricordi qui, di me, di lei. Ma anche di lui e di noi, era sempre stato un uomo speciale per me, dal principio. Anche la camera era vuota, proseguii per il corridoio ma non vidi nessuno, strano. Dov'era finita? Non avevo una bella sensazione addosso, così senza pensarci due volte, quando sentii un rumore dal bagno, impugnai la pistola. Avanzai lentamente verso la porta socchiusa, un altro rumore mi portò ad avanzare il passo, fin quando la porta non si spalancò, e tirai un sospiro di sollievo. <<Ma che cazzo... Vuoi uccidermi Damon?>>, <<scusa ho sentito dei rumori e non ho riflettuto, ho agito d'istinto>>, allentai la presa sulla pistola e la riposi dietro al jeans, mentre lei uscì dal bagno avvolta da un telo. <<Beh era semplicemente caduto il deodorante Damon, sai succedono queste cose normalmente. Mi hai spaventata a morte>>, la guardai per farle capire che stava esagerando, come sempre tra l'altro. <<Certo ti sei spaventata a morte e non hai emesso neanche un suono, comunque vestiti>>, sorrise e si allontanò per andare in camera sua, ormai la stanza degli ospiti era decisamente di sua proprietà. <<Va bene vado, non sia mai che il grande capo si arrabbi>>, disse sarcastica, prima di chiudersi dentro. Delle volte non la sopportavo, mi chiesi perché non respinsi la sua richiesta, qualche settimana fa. Era irritante vivere con una donna, soprattutto dopo aver vissuto per anni da solo. Qualche ora più tardi, mentre ero al computer per controllare se tutto procedesse bene, finalmente si decise ad uscire dalla sua camera. <<Credevo che non saresti più uscita sai?>>, <<be' io credevo che gli uomini fossero abituati ad attendere una donna>>.

 Lo ero, ero abituato ad attendere una donna, la mia donna l'avevo attesa così a lungo che, averla così vicino, non mi sembrava vero. Stentavo a credere che lei fosse qui, era così vicina a me, eppure era così lontana da noi. <<Sai bene che sono abituato ad aspettare, il problema è che sono disposto a farlo solo con una donna, e mi dispiace informarti che quella non sei tu>>, si sedette accanto a me, con una tazza di tè fra le mani, mi guardò e sorrise, lievemente. Poi guardò il contenuto della tazza con aria pensierosa, e proprio quando stavo per chiederle cos'era successo, riprese a sorridere, stavolta più raggiante di prima. <<Lo so, e a me non dispiace affatto che tu sia disposto ad aspettare solo la mia migliore amica. A tal proposito, come sta Hope?>>, anche lei non la vedeva da parecchio tempo, se non in videochiamata. E per quanto possa sembrare strano, la capivo, era la stessa mancanza che sentivo io. <<Sta bene, almeno credo. Fisicamente un po' meno, è per questo che ho perso più tempo del previsto>>, il sorriso le si spense in volto, un'aria preoccupata le fece contorno. <<Cos'è successo? Mi avevi promesso che non le avresti fatto niente>>, urlò senza neanche sapere il motivo per cui lo stava facendo, era semplicemente una cosa automatica. <<Puoi abbassare la voce? Ci sentono i vicini. Comunque non le avrei fatto niente in ogni caso, semplicemente si è ferita da sola e ora è in ospedale>>, <<be' sai non posso mai stare tranquilla con te e i tuoi scatti d'ira. Comunque, in che ospedale l'hai portata? Vado a trovarla>>. Era decisamente cogliona, questa era stata la conferma. <<Sei impazzita per caso? Nel caso in cui non te ne fossi accorta, Hope è qui per te, perché si suppone che il lupo cattivo ti abbia rapito e ovviamente il cacciatore è venuto a salvarti>>, mi guardò con un'espressione inorridita, come se avessi detto chissà che cosa, era la verità infondo lei lo sapeva molto bene. <<Smettila di fare il superiore con me, soprattutto smettila di parlare della mia migliore amica come se fosse un mostro da cui allontanarsi>>, <<be' tesoro sai come la penso, guardano la storia dal punto di vista della buona quindi di Hope, e così risulto io per il lupo cattivo e Josh per il cacciatore che ti salva, anche se non c'è niente da salvare insomma sei scappata da lui, semmai ti sto proteggendo>>. 

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