Non sapeva parlare
No, non aveva mai imparato a farlo forse; forse le era sempre stato impedito
Ma ora aveva bisogno di urlare
Urlare qualunque cosa
C'era tanto
C'era troppo
Troppe parole sussurrate, troppo silenzio in quelle notti piene di pensieri e scelte
In quelle notti diceva tutto e non diceva niente
E così aspettava
Aspettava di sussurrare la notte a qualcuno. Si perché certe cose non puoi dirle così
Non puoi perché sono più grandi di te
Non puoi perché fa troppo male
C'è troppo in una parola
E avrebbe tanto voluto poterle dire
Poterle dire senza sentirsi vulnerabile
Ma lei parlava in realtà
Ma era difficile da ascoltare
Il silenzio era difficile da ascoltare
Ma lei era solo silenzio
Era il silenzio di un sogno infranto
Di una passione lasciata da parte
Di un pianoforte mai avuto
Di una fiaba la sera mancata
Di vuoti da colmare
Di tocchi senza fretta
Di notti non di sesso, ma di sguardi
Di sangue
Di lacrime
Di odio
Di amore
Di brividi per l'assenza di qualcuno
Era il silenzio più urlato
Ma sapere che il silenzio non sempre è comprensibile la distruggeva
Perché non riusciva a parlare?
C'erano troppe cicatrici per spiegarlo
E forse anche quel silenzio era cicatrice
Quei forse
Quei magari
Quei crolli
Quel bisogno di affidarsi pienamente
Perché mancava il proteggere insieme il fragile
Mancavano quegli occhi felici
Quei capelli biondi
Quei momenti di spensieratezza
Quei momenti di risate
E quando mancava ridere
Si ma ridere di gusto
Quelle risate che non ti fanno respirare
Lei respirava fin troppo però
E cercava la sua apnea
Apnea distruttiva
Distruttiva tanto quanto i brividi la sera
C'era solo la musica in quei silenzi
In quel A domani non ci credeva più
Non voleva un domani
Domani sarebbe stato peggio di oggi
E faceva troppo male
E chiuse gli occhi
Gli chiuse sognando il cielo
Sognando le ore di filosofia
Sognando un palco
Sognando un futuro
Tutti sogni finiti
Finiti come l'esistenza stessa
Era tutto finito e COSÌ
Fra tutto finito come i suoi respiri
Silenzio