Capitolo XXI

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Adelaide aveva preso posto nell'unico tavolo disponibile quel giorno in caffetteria. Per fortuna era quello vicino alla grande vetrata. Le piaceva guardare fuori e immaginarsi la vita delle persone che le passavano accanto senza accorgersi di lei. Un padre che accompagnava sua figlia a scuola, una donna che si toglieva con nervosismo la sciarpa dal collo. Gente normale con problemi normali e anche gioie normali, si augurava.

Tornò a guardare il quaderno che aveva di fronte. Aveva passato il tempo a disegnare Tyler. Lo vedeva mentre faceva avanti e indietro per il locale, senza avere un attimo di pausa. Era solita fare dei ritratti delle persone con cui sentiva una connessione interna e con Tyler era successo praticamente subito, come se lo conoscesse da sempre.

Come se lo avesse chiamato telepaticamente, il cameriere venne verso di lei con il suo cappuccino con il latte di soia. Si sedette davanti a lei e tirò un sospiro esasperato.

«Ti dispiace se faccio pausa qui?»

Adelaide scosse la testa sorridendo «Sì, mi dispiace»

Bevve un sorso della bevanda calda e guardò di sottecchi Tyler. Aveva la faccia stanca e triste e questo la preoccupò.

«Va tutto bene?» Tyler alzò le spalle e Adelaide continuò «È per Mercoledì, vero? Cosa ha fatto stavolta?»

«Dimmi la verità, Ade, ti sembro stupido?»

Adelaide corrucciò la fronte «No»

«Beh credo di esserlo. Credevo di piacere davvero a Mercoledì. Ma stasera avete un ballo e lei non ha pensato di invitarmi»

Adelaide si voltò verso gli altri tavoli e vide un gruppo di studenti della Nevermore Academy. Doveva aver sentito da loro del Raven. Desiderò trasformare quella faccia imbronciata in una felice, strappò con delicatezza il foglio dal quaderno e glielo passò. Tyler spalancò gli occhi appena vide il suo ritratto.

«Ade, è bellissimo»

La ragazza sorrise «Mi piace fare dei ritratti dei miei amici. Questo è tuo se lo vuoi»

«Posso tenerlo davvero?» Adelaide annuì.

Guardò l'ora sul display del telefono e si alzò in piedi, sistemando le sue cose nella borsa «Devo scappare, tra poche ore c'è il ballo»

Il viso di Tyler si rabbuiò di nuovo. Adelaide gli scoccò un bacio sulla guancia e lo abbracciò stretto.

«Ci perde lei, Tyler» gli fece l'occhiolino e sparì nel traffico cittadino.

Adelaide tornò nel suo dormitorio e trovò Yoko intenta a prepararsi. Vide la vampira gettare un vestito dentro l'armadio e chiuderlo di scatto.

«Va tutto bene, Yoko?»

«Sì, solo... Niente, lascia perdere»

Adelaide si dimenticò presto del malumore della sua compagna di stanza e lo stesso parve fare Yoko. Si aiutarono a vicenda a mettersi in ghingheri per la serata che le attendeva. Yoko le truccò gli occhi e le mise un po' di glitter in giro per il volto. Adelaide si guardò allo specchio e sorrise. Si sentiva bellissima.

Salutò con un abbraccio la sua amica e la ringraziò per tutto quello che aveva fatto per lei, poi si avventurò tra le infinite scalinate della Nevermore, verso il dormitorio maschile. Bussò alla porta di Xavier e quando poté scorgere dentro la stanza vide montagne di vestiti buttati alla rinfusa sopra il pavimento.

«Credevo che ci saremmo incontrati più tardi» le disse in imbarazzo. Aveva indosso solo i pantaloni bianchi e una camicia sbottonata.

«Volevo vederti» gli scoccò un bacio sulle labbra e vide la bocca di Xavier aprirsi in un sorriso.

«Dammi cinque minuti e sono pronto» Adelaide annuì e vide il ragazzo uscire dalla stanza probabilmente diretto verso i bagni comuni.

Adelaide iniziò a girovagare per la stanza. La conosceva fin troppo bene, ma era sempre bello stare lì. Sapeva di casa, almeno per lei che una vera casa non l'aveva mai avuta. Solo posti temporanei in cui sua madre la lasciava ogni volta che dovevano trasferirsi al seguito della congrega. Odiava quelle vecchie streghe, non erano la sua famiglia. Xavier lo era. Insieme a Yoko, Enid e perché no, anche Mercoledì.

Vide un quaderno poggiato sopra la scrivania e iniziò a sfogliarlo. Era pieno di disegni del mostro e ad Adelaide parve di entrare in casa di qualcuno senza permesso e di iniziare a mettere a soqquadro tutto quello che trovava. Quelle erano le visioni di Xavier, la sua mente, lei non poteva entrarci a piacimento. Sfogliò ancora una pagina e quello che vide le fece perdere un battito. Occhi profondi contornati da delle spesse trecce nere. Per lei disegnare qualcuno voleva dire entrarci in contatto nel modo più intimo possibile. Xavier era un sensitivo, valeva lo stesso per lui? Aveva già disegnato Mercoledì Addams e lei si era ritrovata in mezzo al bosco da sola in preda alla rabbia.

Sentì dei passi avvicinarsi alla camera e con un colpo secco chiuse il quaderno e lo rimise dove lo aveva trovato.

«Sono pronto» esclamò il viso sorridente di Xavier mentre faceva capolino dalla porta. Entrò nella camera e si mise una giacca bianca «Devo solo legare questo» disse prendendo in mano un nastro nero.

Adelaide si avvicinò a lui, passò il nastro intorno al colletto della camicia e fece un fiocco morbido. Si stupì a dover combattere contro la tentazione di stringerlo intorno al collo di Xavier. Da dove veniva tutta quella rabbia? Non era da lei.

«Grazie» sorrise ma lei non riuscì a fare altrettanto.

Xavier la prese per mano e le lasciò un bacio sulla guancia «Sei bellissima» le sussurrò all'orecchio e Adelaide sentì il muro di ghiaccio che stava iniziando a costruirsi intorno al suo cuore sciogliersi piano piano.

Strinse saldamente la mano di Xavier e accennò un piccolo sorriso. Sperava solo che quella serata andasse bene. 

The Devil Within|| Xavier ThorpeWhere stories live. Discover now