Clarke

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"Il coraggio, che cosa falsa. Nessuno ha coraggio, quello che abbiamo è un cuore"
Elena Ricciardi

-posa quella pistola- la voce tremante di mia madre, la stessa madre che aveva deciso di subire abusi da mio padre senza dire niente. La stessa che adesso implorava mio padre di tagliere la pistola dal mio collo. -sta zitta puttana, il ragazzo deve capire come funziona il mondo- ragazzo... avevo 10 anni. 10 anni di sofferenze e maltrattamenti. Dieci anni dove avevo cercato di essere uguale a mio padre, per evitare di prendere le sue botte. Insomma dieci anni di inferno. Una cosa sola mi aveva salvato: la musica, per la precisione il violino. Mentre suonavo la mia mente si svuotava, le ansie uscivano da me e per pochi minuti dimenticavo quello che mi succedeva. Ero un fenomeno, tutti quanti mi dicevano che per la mia età ero assolutamente avanti. Quel giorno all'accademia di musica il maestro mi aveva detto che se avessi voluto mi aerei potuto esibire la sera stessa, e avrei ricavato 500 euro. Ovviamente ho detto di sì, sarebbe stata la mia prima esibizione, e forse con quei 500 euro avrei finalmente comprare un violino decente. Avevo solo un problema: come dirlo a i miei. Sapevo che non potevo scappare di nascosto, perché le uniche volte dove ci avevo provato mio padre non solo mi aveva scoperto, ma mi aveva anche picchiato. Quando tornai a casa presi coraggio e dissi a gran voce -questa sera mi esibirò, mi daranno 500 euro, non potevo rifiutare-.  Vidi mio padre girarsi verso di me, e con la bocca che puzzava di alcool mi disse -bene bene, il ragazzo finalmente inizia a rendersi utile, tu lo sai che quei soldi poi li darai a me giusto?- -a dirla tutta pensavo di comprarmi un violino nuovo- mio padre mi tirò uno schiaffo -come ti permetti! Se ti dico una cosa è quella.Cinzia passami un altra birra-
Non so come mai ma quella volta ho deciso che era il momento di reagire. Non avrei più sofferto per qualcuno che non lo meritava. Con tutto il mio coraggio tirai uno schiaffo a mio padre ed iniziai ad urlargli contro. Mi aspettavo un altro schiaffo o qualcosa del genere, ma sicuramente non Quello che successe. Mio padre prese una pistola da un cassetto  e me la puntò al collo -vediamo se hai ancora il coraggio di insultarmi- ero paralizato dal terrore. Sentii la voce di mia mamma -posa quella pistola- -sta zitta puttana, il ragazzo deve capire come va il mondo- mia mamma non si arrese, si avvicinò a noi e stavolta urlò -posa quella pistola!- -ti ho detto di stare zitta!- uno sparo, le urla laceranti di mia madre, il ghigno di mio padre, aveva ucciso mia madre, era troppo. Ho solo ricordi confusi di quel momento. Mi ricordo solo che non come riuscii a prendere la pistola di mio padre e senza esitare gli sparai. Era finita. Stavo in mezzo ai corpi dei miei genitori. Morti. Ho provato a dirmi che mi dispiaceva, ma la verità è che ero contento. Quell incubo era finito. Chiamai la polizia, e aspettai che venissero a prendermi

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⏰ Última atualização: Jan 25, 2023 ⏰

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