Epilogo: Londra

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Londra alle prime luci dell'alba sembrava un'alveare; i pendolari iniziavano ad uscire di casa, le persone che avevano fatto il turno di notte si trascinavano verso le loro abitazioni e i festaioli uscivano dai bar per cercare di dormire almeno un paio d'ore prima di dover correre che a scuola e chi al lavoro

Nel quartiere povero si spegnevano i fuochi fatti per riscaldarsi, ci si rintanava nei sacchi a pelo, e nelle baracche in cui si dormiva, mentre gli uomini uscivano sperando di trovare un lavoro giornaliero che gli permettesse di sfamare le loro famiglie. Solo più tardi le donne si sarebbero alzate e avrebbero preparato una magra colazione per i loro figli che, se erano fortunati, andavano alla scuola pubblica, se non lo erano bazzicavano per le strade tutto il giorno, o chiedevano l'elemosina.

A distanza di due anni, il mondo sembrava invariato, perché si sa che anche se la tua vita viene sconvolta, la terra continua a girare ed il sole a bruciare.
Nel quartiere ricco tutti dormivano ancora.
Tutti, tranne un ragazzo bassino, riccio, con i capelli biondi e gli occhi blu come due zaffiri; un ragazzo che solo due anni fa pensava che avrebbe sposato una ricca ereditiera, avrebbe fatto il direttore di qualche banca e sarebbe diventato importante. Ora importante lo era di certo, anche se non come aveva sempre pensato: era importante per Christian, che lo amava con tutto il cuore, importante per Skyler, che ormai aveva quasi un anno e li chiamava papà, riempendogli il cuore di gioia ogni giorno, e forse era importante per tante persone che, grazie a lui, avevano imparato a seguire i loro sogni.
Forse il cambiamento della tua vita non sconvolgerà il mondo, ma se vivi in un quartiere fatto di regole e convenzioni sociali può dare una spinta per cambiare qualcosa.
Mattia era sveglio perché si sentiva osservato, e quando aveva aperto gli occhi si era trovato quelli di Skyler puntati addosso: la bambina aveva dormito con loro nel lettone, si era svegliata ed era rimasta a fissare i suoi papà che dormivano mani nella mano; forse cercava di capire come tanto amore potesse provenire solo da due persone, perché si sa che i bambini capiscono sempre tutto, e Skyler si era accorta di avere due papà che si amavano alla follia, ed a lei piaceva la sua famiglia, le piaceva anche se sembrava troppo piccola per capire che era diversa dalle altre: la verità, era che sebbene fosse piccola sapeva che la parola "mamma", quella parola che Michael usava tanto spesso, non le apparteneva, lei non l'aveva mai imparata. Penserete che sia assurdo che una bambina così piccola sappia queste cose, ma la verità è che sono gli adulti a non comprendere ed a non voler sapere, perché i bambini, nella loro innocenza, capiscono ed accettano ogni forma di amore, perché non importa come sia, ma basta che ci sia.

Christian e Mattia erano andati a vivere da soli, sebbene il riccio fosse probabilmente il ragazzo più mammone del pianeta: ogni weekend erano a pranzo dai suoi, nella casa dove era cresciuto, ed ogni volta passava nel suo vecchio studio a guardare quel "Ti amo damerino" che sembrava appartenere ad una vita fa, e che aveva sconvolto tutto ciò che sapeva sull'amore.

Due case più avanti, nella stessa via, Elisabeth e Guido sistemavano le ultime cose nella valigia del piccolo Michael, che ancora dormiva nel suo lettino; come ogni mese, sarebbero partiti per passare una settimana in Irlanda dai genitori di lui, quei genitori che non l'avevano cresciuto ma che l'avevano sempre amaro, e glielo stavano dimostrando con tutte le loro forze.
Finalmente, Guido aveva una famiglia, qualcuno che non fosse solo Christian: aveva una moglie, un figlio, dei genitori e dei suoceri, e nemmeno nei suoi più grandi sogni aveva mai immaginato che un giorno sarebbe stato circondato da così tanto amore.
Dal canto suo, Elisabeth era orgogliosa di quel che aveva creato, delle scelte prese, di quel coraggio che fingeva di non sapere sa dove arrivasse, ma che in realtà sapeva che proveniva da quel ragazzo che l'aveva fatta innamorare arrossendo e balbettando, e da quel figlio che aveva accolto con gioia fin da subito, appena era passata la paura. Aveva fatto di tutto per rendere la sua vita normale, ed ogni mattina, mentre preparava il biberon a Michael e la colazione a Guido, ringraziava il cielo per esserci riuscita.

Nel quartiere ricco mancavano due ragazzi, i primi due ad aver dichiarato il loro amore al mondo. Alex e Luigibsi erano trasferiti a Los Angeles: il padre del moro aveva aperto una filiale della sua attività nella città californiana, ed il figlio era la a controllarla. Di bambini ancora non ne avevano, ma erano felici così; entrambi sapevano che un giorno sarebbero diventati genitori, solo che non era ancora arrivato il momento.

La loro storia, quella di ognuno di loro, si conclude così ed un segna che forse il lieto fine esiste, basta solo lasciare che la faccia il suo strano, tortuoso ed a volte incomprensibile corso.

Different worlds || Zenzonelli's VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora