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L'asilo scelto per Margot é bellissimo, sono sicura che si troverà davvero bene qui.
Le classi sono spaziose, molto illuminate, con diverse aree per il gioco, la creatività, la lettura e molto altro. É tutto molto curato e le educatrici sono gentilissime e bravissime.
Spesso Margot é molto timida e si nasconde dietro di me quando si trova in situazioni nuove che non conosce, invece oggi non mi ha quasi calcolata, é subito andata a giocare con degli altri bambini ed iniziato a fare domande ad una delle educatrici.
Ho salutato mia figlia, dicendole che sarei tornata tra qualche ora, prima di dirigermi verso la sede della Capitol, non lontana da qui.

Alla reception mi indicano di salire al quinto piano e di aspettare nella sala d'attesa.
Cosí vado verso l'ascensore e schiaccio il tasto numero cinque, arrivando al piano poco dopo. Davanti a me un lungo corridoio, tappezzato di foto di alcuni artisti dell'etichetta. Riconosco Halsey, Sam Smith, gli Abba, Katy Perry, Lewis Capaldi, Mabel, ed infine Niall. Mi soffermo qualche secondo sulla sua foto, mentre la mente vaga in mille ricordi e momenti.
Spero solo di non incontrarlo.
Continuo a camminare lungo il corridoio fino a quando non arrivo nella sala d'attesa, non c'é nessuno, quindi mi siedo e cerco di tranquillizzarmi. Io e l'ansia siamo una cosa sola in questo momento, le mie gambe continuano a muoversi velocemente e nervosamente su e giù, spero di essere all'altezza della situazione.
-signorina Moore?- alzo la testa verso la voce che ha appena chiamato il mio nome -prego, mi segua- prendo la mia borsa e seguo la ragazza, poco più grande di me, verso una stanza.
Mi fa segno di entrare e poi chiude la porta alle mie spalle. Mi ritrovo in un ufficio, molto minimal e curato in ogni singolo dettaglio, é davvero stupendo. Mentre mi guardo in giro, la sedia si gira, rivelando la presenza di un uomo.
-buongiorno signorina Moore, prego di accomodi- mi indica la sedia con la mano.
-buongiorno a lei- ricambio il saluto mentre mi siedo
-grazie per aver accettato la nostra offerta, Robert ci ha parlato veramente bene di lei ed il suo lavoro é davvero notevole. Sono sicuro che insieme faremo grandi cose-
-grazie per le belle parole, sono lusingata-
-innanzitutto vorrei sapere se la sua sistemazione ed il resto, sono di suo gradimento, sia estremamente sincera e provvederemo a tutto-
-é tutto fantastico, sono onesta. Grazie per aver pensato anche a mia figlia, la struttura é davvero eccellente- dico sorridendo
-bene, sono contento che sia tutto a posto. Quando Robert ci ha informati, pensava che questo potesse essere un ostacolo, assolutamente no, che sia chiaro. Lei e sua figlia siete le benvenute qui e ci tengo a precisare anche che i suoi orari saranno flessibili, per qualsiasi necessità sua figlia abbia bisogno- sono colpita, sul serio. Non pensavo fossero cosí aperti... Bhe Robert non ha avuto tutti i torti, non molti posti di lavoro ti accolgono se hai dei figli e nemmeno sono flessibili con gli orari. Era una cosa che mi preoccupava molto questa, sono stata fortunata ad essere assunta in un'azienda in cui non mi hanno fatto pesare il fatto di diventare madre e lo stesso qui, sono molto comprensivi ed una cosa che dovrebbe essere normale, mi porta ad essere sorpresa.
-io...davvero... Grazie, non so cosa dire-
-non deve dire nulla, signorina Moore. Speriamo che si trovi bene e che tra sei mesi, riusciremo a rinnovare il suo contratto. Non vorrei farmi sfuggire qualcuno di cosí talentuoso- sorride

Finita la presentazione, mi hanno fatto fare il giro della sede, ho visto il mio ufficio, che alla fine è uno spazio comune con altre scrivanie, ed infine abbiamo parlato degli aspetti più tecnici e burocratici.
Sono emozionata e non vedo l'ora di iniziare a lavorare, sembra un'ambiente sereno e stimolante, dove non vengono imposte rigide regole ma tutti sono abbastanza liberi di gestire il proprio tempo, l'importante é portare a termine i lavori, stando all'interno dei tempi di consegna.
Ora sono tornata a prendere Margot all'asilo e stiamo facendo una passeggiata in un parco vicino casa, quando ricevo una videochiamata da Anne, cosí richiamo mia figlia per farle salutare sua "zia".
-ciao Anne, come stai?-
-ciao tesoro, io sto bene e voi? Come sta la mia piccolina preferita?-
-ciao zia Anne!!!- quasi urla Margot -lo sai che io e la mamma abbiamo preso l'aereo?-
-davvero?- domanda stupita Anne
-siii! La mamma ha un nuovo lavoro ed io vado in una scuola bellissima-
-ma che bello! Sono felice che la scuola ti piaccia-
-zia Anne adesso vado a giocare. Quando vieni a trovarmi?-
-presto amore. Un bacio- guardo Margot scendere dalle mie gambe e correre verso lo scivolo, non le tolgo gli occhi di dosso mentre continuo a parlare con Anne. L'aggiorno sul viaggio, l'asilo di Margot ed il lavoro e sulle ultime cose successe
-James mi ha trovata- dico -questa offerta di lavoro é stata un salvagente. Ero davvero spaventata-
-perché non me lo hai detto prima?-
-lo so, scusa é che sono stata presa da mille cose e non sono riuscita ad avvisarti-
-ma l'hai visto? Ti ha fatto qualcosa?-
-no, non l'ho visto ma, sapeva dove abitavo e si é addirittura presentato all'asilo per ritirare Margot, menomale che Katie, l'educatrice, mi ha chiamata-
-oddio tesoro... State bene?-
-si, stiamo bene fortunatamente. Tu invece, come mai questa chiamata?-
-niente di che, volevo solo vedervi- Anne sorride -e dirti che tra una settimana sarò a Los Angeles per un po', quindi possiamo vederci, cosí Margot sarà contenta-
-si, Margot ti adora, era preoccupata che ora che ci siamo trasferite, non ci avresti piú trovate- mi metto a ridere e lo stesso fa Anne
-amore... é troppo dolce-
-si, é vero-

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Ciao a tutt*
Nuovo capitolo!
Siccome è un po' corto, ve ne posto un altro

Alla prossima, Ale x

Chicago | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora