Capitolo 30

11 1 0
                                    

«Io torno in camera» dissi e lui mi fermò.

«Sei sempre rinchiusa in quella camera, perché non andiamo un po' a casa mia?» chiese
«A fare?» domandai e lui incrociò le braccia.

«Si possono fare molte cose» accettai senza tanti giri di parole e così c'è ne andammo.

• • • •

«Eccoci qua» disse aprendo la porta.

Sorrisi quando mi venne in mente il momento in cui entrammo in quella casa con delle maschere sul viso.

«Per caso vuoi un altro massaggio?» chiese rinchiudendosi in bagno, dissi di no e quando uscì era vestito normalmente, niente più armatura.

«La rimetterò dopo» disse riferendosi a quella.

«Voglio farti vedere una cosa» mi prese per mano e iniziammo a percorrere corridoi su corridoi, finché non arrivammo in un piccolo giardino.

Al centro c'era un albero di ciliegio con tutti i suoi fiori rosa sopra.

Al contrasto con la luce del sole creava un'atmosfera stupenda.

«È bellissimo» dissi e lui sorrise.

«Si, ma non era questo quello che volevo farti vedere» aggrottai la fronte.

Arrivammo sotto l'albero e mi accorsi che era molto più grande.

C'era una piccola porta che io non avevo visto e Adam l'aprì.

«Vieni» c'erano delle scale, così scendemmo.

Entrammo in una stanza gigante sotto terra, c'erano un sacco di scaffali, fiori e piante dappertutto.

«E da quando ti dai al giardinaggio?» chiesi e lui si avvicinò a me.

«Mi hanno sempre intrigato le storie dei fiori» disse
«Mh, me ne racconteresti una allora?» chiesi e lui dopo avermi guardato, si poggiò con il fondoschiena alla scrivania gigante dietro di lui.

«Non so se conosci gli dei a cui credono gli umani sulla terra» scossi la testa.

«D'accordo, ti racconterò la storia della viola, non preoccuparti dei nomi» appena lo disse, iniziai a credere che non ci avrei capito niente.

«Si narra che Ade, dio dell'oltretomba, un giorno s'innamorò di Persefone, nata da Zeus e Demetra.
Ade decise di sposare Persefone e sebbene Zeus acconsentisse, Demetra si oppose al matrimonio.
Ade allora rapì la giovane mentre coglieva dei fiori e la portò nel suo regno.
Demetra disperata vagò nove giorni e nove notti per cercarla e la terra cadde nella desolazione, le piante morirono e la carestia devastò il territorio, finchè Zeus mandò Ermes, il messaggero degli dei, a riportare Persefone da sua madre. Zeus convinse Ade ad un accordo, Persefone avrebbe passato quattro mesi agli Inferi e il resto dell'anno, tra la primavera e l'autunno, sarebbe stata con sua madre. Demetra, placata, ritornò sul Monte Olimpo e la terra fu di nuovo fertile e feconda.
Quando all'inizio della primavera Persefone tornò per la prima volta tra i vivi, la terra l'accolse creando per lei dei nuovi fiorellini festosi, delicati e vellutati come i suoi occhi, dei veri "pensieri d'amore" e inventò le "viole del pensiero".
Da allora esse ritornano puntuali ogni anno, a Primavera per festeggiare Persefone, la dea che rappresentava la rinascita della natura in primavera, che ritorna sulla terra» disse mentre mi accarezzava i capelli, eravamo finiti su un'amaca all'improvviso.

«Il monte Olimpo cosa sarebbe?» chiesi
«È dove abitano gli dei, per fartela breve» disse.

«E Persefone voleva sposare Ade?» domandai e Adam mi rispose dopo un po'.

«Credo di no, anche perché se avesse voluto, non l'avrebbe rapita»
«Quindi lei fu costretta a starsi quattro mesi con lui senza il suo effettivo consenso?» chiesi ancora, mi stavo addormentando tra le sue braccia senza neanche che me ne rendessi conto.

«Bhe, da quel che so, penso di sì. I fiori qui su Ares sono ben diversi da quelli che si trovano sulla terra, quindi le storie le ho sentite un po' qui e là» disse.

«Quindi sei andato sulla terra per prendere dei fiori?» chiesi e lui annuì.

Risi
«Certo che solo tu avresti potuto fare una sciocchezza del genere» dissi e lo abbracciai.

«La vuoi una viola?» mi chiese ed io alzai il capo per guardarlo.

Non risposi e tornai con la testa sul suo petto.

Non avrei voluto rispondere in realtà, se voleva darmela allora il gesto doveva venire da lui, anche perché avrei detto di sì.

«Ti stai addormentando principessa?» scossi piano la testa.

La luce soffusa non aiutava per niente, era quella che mi faceva venire sonno, poi stava continuando ad accarezzarmi i capelli, come pretendeva che rimanessi sveglia?

• • • •

Quando mi svegliai, mi trovai sullo stesso letto in cui mi ero trovata un po' di tempo fa.

Ero ancora a casa di Adam.

Mi alzai e mentre cercai di aprire gli occhi, aprii la porta del bagno.

Entrai e mi chiusi dentro.

Non mi curai neanche di accendere la luce dato che non vedevo.

Mi bloccai appena sentii un rumore e cercai di mettere a fuoco, ma non vidi nulla ugualmente, avevo gli occhi appiccicati.

«Ma buonasera mia principessa, allora avete ripensato alla mia proposta di fare l'amore con me?» sobbalzai appena sentii Adam e quando finalmente aprii gli occhi, lo vidi completamente nudo.

«Ma che cazzo fai, dico sei impazzito?!!» mi voltai immediatamente e lui scoppiò a ridere.

«Non hai neanche la decenza di coprirti!» dissi
«Bhe, in realtà tu sei entrata qui dentro nonostante ci fossi io» disse cercando di giustificarsi.

«Ma se non ero neanche del tutto sveglia, volevo solo sciacquarmi il viso!» cercai la chiave per aprire la porta ed uscire ma non la trovavo.

«La chiave è qui comunque» disse e poi la lanciò in aria.

PENSAVA CHE LA PRENDESSI AL VOLO?

«Adam io ti uccido» dissi nervosa e ora mi toccava per davvero cercare quella maledetta chiave.

«Mi sono coperto, puoi girarti» disse ed io tirai un sospiro di sollievo.

«E poi quando mai mi avresti fatto una proposta?» dissi e lui rise.

«Infatti era per prenderti in giro» disse e poi si aggiustò i capelli bagnati.

«Mi aiuti a trovare questa maledetta chiave così che possa lasciarti da solo?» lui mi guardò come se non avesse capito nulla.

Sbuffai e mi sedetti a terra.

«Che fai, ti arrendi?» ma stava scherzando?

«Che fai, vuoi una sberla?» chiesi alzando un sopracciglio e lui rise.

«Meglio di no» disse ed io feci cenno col capo.

Mi alzai e gli aggiustai i capelli dato che non riusciva.

«Grazie» disse ma io non ricambiai con un sorriso, anzi non risposi prorpio.

«È tardi Adam, i miei genitori tra poco partiranno» dissi e mi fece voltare.

«Ora mi vesto» disse ed io incrociai le braccia al petto.

~~~~~~~~

𝕌𝐧𝐚 𝕍𝐢𝐭𝐚 𝕋𝐫𝐚 𝕊𝐞𝐢 𝕄𝐨𝐧𝐝𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora