🧨 Capitolo 3 🧨

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È il mio ultimo anno di liceo classico e la notte dormo poco perché penso troppo.
Mi guardo allo specchio , questa mattina ho le occhiaie.

Accidenti!

Sono anche in ritardo e alla prima ora ho il compito di greco ma nulla mi impedisce di accendere il computer ed entrare nella chat.
Questa storia sta diventando una droga, un impulso incontenibile che non riesco più a frenare.

Spero con tutta me stessa di incontrare virtualmente lui... mi sento così stupida e disperata.

"Sciogliti i capelli neri,
spogliati tutta,
e sdraiati sul letto.
E mentre come
una Dea ti adoro,
ti lecco,
ti esploro,
ti assaporo,
e con le labbra,
avidamente
ti divoro,
in ogni angolo
della tua pelle nuda,
voglio sentire
la tua anima
che vibra,
e che mi invoca.
La tua curiosità mi cammina nelle ossa,
voglio respirare
la tua passione,
mentre la faccia,
ti diventa tutta rossa per me.
Ti voglio mia,
TUTTA,

Ti allego il mio numero."

E da quella poesia cominciò il mio lento e doloroso calvario verso l'inferno.

Intanto mi metto le cuffie nelle orecchie e corro verso scuola con la speranza di non arrivare in ritardo.
Non posso permettermi un ennesimo due sul registro perché ho la testa altrove.
La canzone che circola nella mia mente mi ricorda che già drogata di uno sconosciuto.

Sono sprofondata nei suoi  occhi, occhi che non conosco ma che sento già profondamente miei.
I suoi sono verdi, almeno così mi aveva detto.
Occhi che immagino come quelli di una pantera.
Occhi che mi graffiano l'anima.
Occhi che non riuscirò a guardare senza arrossire.

'Come immagini i miei occhi?'

Digito l'sms mentre le dita mi tremano sullo schermo del cellulare.

Sto davvero facendo la cosa giusta? Credo di no, dietro quelle parole potrebbe nascondersi chiunque, anche un serial killer e io sto giocando con il fuoco.

'I tuoi occhi saranno la mia dannazione, fanciulla curiosa.'

Risponde e io sospiro perché mi sento stupida in quanto sono attratta da uno sconosciuto e dalle sue parole soavi.

'La poesia era bellissima. Ti ringrazio.'

Svio mentre le mie guance divampano sia per lo sforzo che sto compiendo sia per il suo messaggio lusinghiero.

'Oh, una ragazzina erudita come te, si limita solo a definire il mio componimento bellissimo?'

Non rispondo perché sono arrivata di fronte scuola, sono le 8.15. e ringrazio gli dei per essere arrivata in prefetto orario.
Sto per riporre il telefono nella borsa quando d'un tratto il telefono squilla di nuovo.

Un nuovo messaggio proprio da lui, come dovrò salvarlo in rubrica se non so nemmeno come si chiama?

'Adesso vai a studiare, bella fanciulla. Ti voglio colta e all'altezza di omaggiare le mie parole.'

Quest'uomo sta facendo un gran rumore nella mia anima. Maledettamente sfacciato e narcisista, ho iniziato ad avere paura.
Non ho mai provato un tale disagio, il peso della sua cultura mi ha schiacciato ed è proprio tutto quello che sempre desiderato.

'Ti stupirò, Signor Nessuno.'
digito ed entro in classe spegnendo il mondo virtuale ma allo stesso tempo chiudendo le mie arterie.

Esco dalla classe e riaccendo con ansia il telefono.
Il frastuono dei corridoi non mi distoglie nell'aprire con ansia il suo nuovo messaggio.

'Vedi che sei divertente ragazzina? Tu stupire me? Sai bene che sarò io a folgorare per sempre la tua curiosità.'

'Come ti senti a parlare con me?'

'Eccitato a 360 gradi."

Oddio, è così uomo da farmi paura.

Sa quello che vuole e come lo vuole mentre io sono così incerta ed insicura.

'Cosa vuoi davvero da me, Signor Nessuno?'

Scrivo di getto mentre il cuore mi sta per uscire dal petto.

'Conoscere il tuo vero sapore... voglio incontrarti fanciulla... lo sento che mi sei vicina ma prima devo fidarmi di te.'

Oddio, davvero vuole incontrarmi?

Non posso credere che un uomo così intelligente e probabilmente fascinoso, vuole incontrare una ragazzetta come me.

'Come posso guadagnarmi la tua fiducia?'

Sono insicura, ho paura ma sento che posso fidarmi di lui.

'Accettando la mia impertinenza. Io sarò in ogni angolo della tua vita.. comanderò la tua mente integralmente ed infine, se lo meriterai il tuo corpo.'

Sto per rispondere quando d'un tratto mi sento stringere una spalla.

Non mi sono resa affatto conto di essere uscita da scuola ed ad aspettarmi c'è il mio dolce, seduto sul sedile della sua Ducati.

'Ciao amore, allora stasera vieni da me? Mio padre insiste nel volerti conoscere e per me è piuttosto importante la cosa.'

Il telefono squilla e non posso fare a meno di leggere l'anteprima del messaggio.

'Questa sera alle 21.00 puntuali ti chiamerò. Voglio sentire la tua voce. Se non risponderai, perderai l'opportunità di incontrarmi e sparirò.'

Oh, no il Signor Nessuno vuole parlare al telefono con me proprio questa sera.
Non so che fare, sono davvero in un bel pasticcio.

'La smetti con questo telefono ?'

Sento che quest'uomo sta già annullando la mia persona, la cosa mi inquieta ma mi affascina tremendamente.

'Gio, ecco io questa sera non ci sono...' torno alla realtà.

'Come sarebbe a dire che non ci sei? Sai bene che mio padre rimarrà qui per soli due giorni.'

'Lo so, lo so... ma purtroppo domani ho l'interrogazione di latino su Catullo e non posso permettermi un brutto voto.'

'Fanculo a Catullo! Siamo fidanzati da ben cinque anni e adesso per un motivo e adesso per un altro non hai mai conosciuto mio padre. Come è possibile?'

I suoi occhi marroni sono infuocati ma io non ho nessuna intenzione di declinare l'invito del mio intrigante sconosciuto.
Mi dispiace, ma dinanzi al 'Doctor' suo padre perde totalmente di rilevanza.
Non posso perdere la comunicazione con quell'uomo.

'Quindi, verrai?'

'No, Gio. Devo studiare, non mettermi davanti ad una scelta per favore. Sai bene che è il mio ultimo anno.'

Lui abbassa lo sguardo, sale sopra la sua moto e senza dire una parola va via.

Riprendo il telefono tra le mani mentre il cuore mi trema. Mi trema forte perché sento che quest'uomo mi sta impadronendo troppo della mia vita.

'Non comandarmi.'

'Tu vuoi questo, Lolita. Sei una bambina dalle membra di mare e la lingua ardente che non smetterò di dominare e fare mia, se asseconderai le leggi del mio gioco.'

Mi infilo tra le vie della città per fare ritorno a casa.

'Quale gioco?'

E non ricevo nessuna risposta per tutto il pomeriggio.

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