Capitolo 51: Two different, perfect, lives

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Will accarezzò la guancia di Dean. Il ragazzo stava dormendo nella solita maniera scomposta occupando più della metà del letto relegandolo in un piccolo angolino ma, tuttosommato, a Will piaceva perché aveva la scusa, senza risultare diabeticamente sdolcinato, per abbracciarlo e dormirgli appiccicato. Quando lo guardava dormire così sereno si sentiva sempre più in colpa per tutte le notti in cui gli aveva tolto la serenità e il sonno. Quante notti si era addormentato piangendo per colpa sua? Troppe e Will preferiva non conoscerne il numero esatto o non avrebbe fatto altro che abbracciarlo ogni giorno senza lasciarlo più andare, nemmeno per fargli realizzare il sogno di diventare chirurgo. Aveva amato tantissimo Jem e, forse, avrebbe sempre occupato un posto speciale nel suo cuore. Non poteva dire di amare più Jem o Dean. Era un confronto che non voleva fare. Ma no perché aveva paura della risposta, ma perché non poteva farlo e non aveva senso. Aveva amato Jem e forse lo amerà sempre, ma allo stesso modo amava Dean e il fatto che fosse corrisposto glielo faceva amare di più. Perché svegliarsi ogni mattina e vedere gli occhi verdi di Dean aprirsi e sorridergli era qualcosa che ti scaldava il cuore, sentirlo mentre gli pronunciava ansimando ti amo mentre facevano l'amore era qualcosa di coinvolgente. Forse era una cosa banale da dire ma amare ed essere corrisposti, faceva aumentare l'amore. Perché ogni volta che Dean faceva qualcosa per lui, ogni volta che compiva quel piccolo gesto per dimostrargli il suo amore, lo faceva innamorare ancora di più mentre Jem, per quanto gli volesse bene, ogni volta che compiva un gesto nei suoi confronti, per quanto affettuoso, faceva aumentare solo il suo dolore.

Non rimpiangeva di aver amato Jem, rimpiangeva solo di aver fatto tribolare per troppo tempo quel meraviglioso ragazzo che si stava ora svegliando tra le sue braccia.

«Will... sta zitto.» Borbottò Dean mentre, pian piano, riemergeva dal mondo dei sogni e sentiva il calore avvolgente dell'altro che gli stava accanto.

«Non sto dicendo niente.» Esclamò Will ridacchiando mentre scostava un riccio castano dalla fronte di Dean e vide il suo occhio aprirsi lentamente e poté specchiarsi in quel verde cristallino.

«I tuoi pensieri cupi di prima mattina sono rumorosi.» Borbottò Dean girandosi su un fianco e rannicchiandosi contro il busto di Will che avvolse le sue braccia attorno al suo corpo.

E Will provò di nuovo quella sensazione. Quell'amore che esplodeva. Come se Dean avesse aggiunto un altro pezzettino del puzzle che componeva il suo cuore. Non sapeva come Dean facesse, quale superpotere avesse, ma era sempre in grado di capire quando lui era giù di morale o quando la sua mente ripercorreva dei tristi sentieri.

«Scusa.» Disse Will baciando dolcemente la fronte di Dean, indugiando per qualche minuto con le labbra appoggiate alla sua fronte. Non poteva farne a meno: che fosse perché gli aveva fregato l'ultimo cookies al cioccolato o perché mandava un messaggio a Jem per uscire a bere qualcosa, si sentiva sempre in dovere di scusarsi con Dean che, però, non gli diceva che non doveva perché aveva ancora il bisogno di sentirsela dire quella parolina, si limitava a baciarlo come se, con ogni bacio, gli desse un pezzettino di perdono in più. E, anche quella volta, Dean sollevò appena il capo e poggiò le labbra screpolate su quelle di Will. E il cuore di Will si acquietò.

«Oggi sei con me, sei contento?» Will sentì il sorriso di Dean sul petto.

«In realtà, non prenderla a male...» Esclamò il ragazzo sollevando il volto e guardando Will con gli occhioni verdi luminosi come quelli di un bambino la mattina di Natale quando trova tutti i pacchi di regali sotto l'albero.

«... ma sono più contento che Magnus mi abbia affidato il caso nonostante la difficoltà. Mi sarei aspettato che te lo facesse rinviare visto che lui oggi non c'è. Invece ha detto 'Nelson può cavarsela tranquillamente senza di me'

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