Capitolo 27

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Tik tok... manca sempre meno, Daisy.

Era da diversi minuti che continuavo a rileggere quel messaggio di ieri sera. Cercavo di non aver timore, ma come potevo non averne.
Come potevo starmene tranquilla?
Fino a ieri ci avevo provato, però stavo capendo che io non potevo rilassarmi, dovevo continuare a essere vigile ventiquattro su ventiquattro.
Perché a quanto pare quel maledetto sconosciuto voleva colpirmi a breve.
Tremavo sommersa dall'inquietudine di non sapere cosa sarebbe successo, cosa mi avrebbe fatto. Forse potevano essere solo minacce a vuoto.
Però, sospettai che non sarebbe stato così.
Quella persona avrebbe davvero agito.

Desideravo il silenzio quella mattina, ma allo stesso tempo non lo volevo, perché avevo paura di tutti quei pensieri e riflessioni.
Sentivo che erano arrivati di nuovo quei dieci minuti, in cui non capivo più niente, in cui mi sentivo così sola. E dove la paura mi stringeva fino a farmi soffocare.

Mi sentivo giù di morale e con il panico che mi bloccava il respiro.
Quella mattina avevo quasi intenzione di rimandare l'uscita con Wade, ma poi mi ero detta che avevo bisogno di uscire e di vederlo.
La sua presenza riusciva a calmarmi.
Le sue battute a farmi sorridere.
E i suoi baci e le sue mani, a farmi dimenticare.
Ero così curiosa di vedere dove mi avrebbe portata, ma lui non si era presentato.

Controllai l'ora sul telefono e vidi che mancava mezz'ora alle dieci. Provai a vedere se avevo ricevuto qualche messaggio o chiamate. Ma nulla.
Mi scompigliai con nervosismo i capelli e poi mi alzai facendo avanti e indietro per la stanza.

Non verrà più.

E non capii il motivo, per cui non mi aveva nemmeno avvertita del suo ritardo o del fatto che non sarebbe passato.

E se gli fosse successo qualcosa?
E se avesse cambiato idea?

Continuavano a sorgere dubbi e incertezze. Ad arrovellarmi per trovare un motivo, ma senza arrivare da nessuna parte.

Il giorno prima andava tutto bene e allora perché aveva deciso di non venire più, senza comunicarmi la sua decisione?

«Non andare a conclusione sbagliate. Può darsi che abbia un contrattempo a lavoro».
Poi sentii il campanello suonare.
«Finalmente ora mi sente quel cretino», dissi dirigendomi verso la porta.

La aprii e appena vidi chi avevo davanti, sentii una fitta di delusione colpirmi allo stomaco.
Non verrà, mettiti il cuore in pace, mi disse la coscienza.
«Pensavi che fossi qualcun altro, non è così?», disse Daniel distendendo le labbra in un sorriso sornione.

Inspirai indossando la maschera di impassibilità. Non volevo mostrargli il mio stato d'animo.
«Sì. Ma a quanto pare mi ha dato buca», poi guardai il suo abbigliamento casual.«Non dovresti essere già a lavoro?».
«Mi sono preso un giorno libero».
Ricontrollai il telefono.«Hai bisogno di qualcosa?».
«Ti va di andare al Moonlight bar?», mi propose pregandomi con lo sguardo di accettare.
Rimisi il telefono in tasca.«Va bene. Prendo la borsa e ti raggiungo».

***

«Con chi ti dovevi vedere?», mi chiese Daniel mentre rispondeva a un messaggio che notai da parte di Lucy. Non gli dissi niente, non volevo apparire per una impicciona.
Picchiettai l'unghia lunga sul bicchiere.«Con Wade. Il direttore dell'hotel Fairytale».
«Carlyle giusto?».
Annuii.«Lo conosci?».

After That NightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora