Apologia

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Che cos'è la verità? Vi è una sola verità o ve ne sono tante? E se vi è la verità, possiamo realmente conoscerla oppure possiamo solo cercarla senza mai poter dire di averla trovata? Strano discorso da fare per il Dio Degli Inganni.

"Sono Loki di Jǫtunheimr e sono ricolmo di gloriosi propositi."

Così amavo presentarmi ai miei nemici - o almeno, quelle persone che io ritenevo tali. Perché in fondo di nemici non ne ho mai avuti. "Un narcisista irreparabile" mi ha definito uno dei miei più cari amici e probabilmente proprio questa mia caratteristica mi ha portato ad essere ciò che ero diventato: un nemico comune. Non mi è mai piaciuto far soffrire gli altri, nonostante in tutta la mia vita io non abbia fatto altro che portare dolore, distruzione e morte. Ho tradito chiunque mi abbia voluto bene: mio fratello, mio padre, il mio popolo. Questo solo per un mero desiderio di vendetta e, allo stesso tempo, voglia di riscatto.

Vissuto all'ombra di mio fratello Thor, non ho avuto altra scelta che puntare al trono; aspirazione a cui ho dovuto rinunciare non appena si era presentata la mia occasione. E perché? Perché Odino è sempre stato un lurido bugiardo.

"Loki, figlio di Odino."

"Loki, figlio di Laufey."

Non sono stato io a rinnegare Odino come padre, è stato lui a rinnegare me come figlio non appena mi rivelò di avermi preso come merce di scambio, un patto silenzioso per una pace che non sarebbe mai durata. Questo è quello che ho sempre pensato; ora mi rendo conto che Odino mi ha solo salvato la vita anche se la mia è stata solo una vita di inganni e tradimenti. Ho sempre creduto di non essere degno, ma cosa mi rendeva tale? E cosa, invece, rende degno Thor? In fondo io e lui non siamo così diversi. Forse il mio destino è sempre stato quello di rimanere all'ombra di qualcuno ma non sarei stato in grado di accettarlo perciò la mia tristezza si trasformò in odio. Me ne pento ma ormai è troppo tardi. Ho tradito chiunque e, a volte, anche me stesso per i miei "gloriosi propositi" che mi hanno portato alla distruzione. Vorrei poter tornare indietro e parlare al bambino che sono stato, gli vorrei dire ciò che mi è stato detto anni dopo: "Tu puoi essere chiunque tu voglia, anche uno dei buoni." Peccato che quel bambino, poi ragazzo e in fine adulto, sia sempre stato spaventato dalla solitudine. Tutti quegli scherzi innocenti (forse non è mai stato il termine giusto per definirli) che ho fatto da ragazzo, servivano solo per ricevere attenzioni che, però, arrivavano costantemente dalle persone sbagliate. Non avevo bisogno dell'approvazione di qualcuno quasi definibile insignificante. No, la necessitavo dalla persona che più ammiravo: mio padre. Purtroppo Odino ha sempre avuto occhi solo per Thor condannandomi all'eterno oblio.

Solo anni dopo a capire perché mio padre ammirasse così tanto Thor; non solo perché io non ero un vero asgardiano, probabilmente quello era l'ultimo dei problemi. La verità che ho tanto cercato, in realtà, risedeva nella nostra somiglianza. Credevo che il mio eccesso di bramosia per il potere mi avesse portato alla deriva ma in realtà fu un eccesso di esso a farmi perdere la "retta via", come direbbe qualcuno. Ciò non mi rese più degno. Thor, legittimo erede al trono di Asgard. Loki, eterno sconfitto. Anche Thor bramava il trono ma lui è riuscito a indirizzare i suoi propositi verso azioni più nobili.

Non ho mai smesso di volere bene a mio fratello nonostante tutto. L'ho tradito infinite volte e ho perso la sua fiducia ma come biasimarlo? Neanche io posso fidarmi di me stesso. Eppure, ironia della sorte, ho dato la mia vita per lui. L'ennesimo e ultimo inganno che mi ha ucciso. Morto a causa della mia stessa natura; il destino che meritavo, in fin dei conti. Eppure questa è l'unica cosa di cui non mi pento e mai mi pentirò. Ho salvato mio fratello con la vita, spero solo che ciò abbia riscattato gli anni di tradimenti e pugnalate alle spalle.

A pensarci, solo il fatto di essere il Dio Degli Inganni non portava nulla di buono fin dall'inizio. Il mio titolo chiama crudeltà, la voglia di potere chiama terrore.
Dispotismo.
Non ho mai amato causare disperazione e morte. Non mi piace far del male agli altri ma ho dovuto perché ciò fa parte della grande illusione, il grande trucco realizzato dai deboli per incutere timore. Detto questo, qualcuno sarebbe in grado di non definirmi "malvagio".
Ma cosa si intende davvero per "malvagio"? Cosa rende una persona malvagia? Certamente sarebbe qualcuno i cui comportamenti vanno contro quella legge morale che risiede in molti di noi (anche se in realtà l'uomo ha la tendenza di agire contro il volere di essa). L'uomo è cattivo per natura e avrà per sempre, dentro di lui, questa parte; lo stato di civiltà apparentemente pacifica in cui si costringe a vivere non è altro che repressione del suo istinto primitivo: prevalere. Purtroppo con il tempo si è venuta a creare la tendenza di definire "cattivo" chiunque abbia più potere rispetto ad altri.
Il male corrisponde alla perfezione del tutto. Il caos da cui tutto è nato. L'esistenza in sé è puro caos e l'uomo cerca di dargli un significato tramite un altro dei più grandi inganni: la libertà. Il concetto di libertà trae la sua origine dalla malvagità delle persone: tutte così impegnate a schiacciare gli altri che ad un certo punto è stato necessario creare una società, un'organizzazione, che si occupava di mantenere la pace e di fare in modo che la libertà individuale non venisse violata. Ma proprio per ricevere questa sicurezza, queste persone hanno sacrificato parte della loro libertà...in cambio della libertà. Che ilarità.

Il male prevarrà sempre sul bene in quanto necessario, il caos ancor di più; perciò sì, credo sia bene non definirmi "malvagio". Nonostante ciò non ritengo che le mie azioni siano state giuste, sebbene il concetto di giustizia sia molto effimero, ma la mia esistenza è stata necessaria affinché l'universo trovasse il suo ordine nel caos.

Il paradosso del mentitore | Loki OdinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora