Capitolo 4

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Per essere felici bisogna

eliminare due cose: il timore

di un male futuro e il

ricordo di un male passato

-Seneca

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Claire

Mi svegliai a causa di un fastidioso e continuo rumore che molto probabilmente proveniva dalla cucina. 

Passai una mano sugli occhi cercando di eliminare la tentazione di addormentarmi per poi poggiare i piedi scalzi sul pavimento. Repressi uno sbadiglio e, dopo essermi passata una mano tra i capelli per cercare di sistemarli, mi diressi verso il soggiorno in cerca di capire la causa di quel sordo fischio. 

Una volta giunta constatai che il fischio si trattava del bollitore. 

«Oh, scusa, ti ho svegliato?» domandò Weston spegnendo il gas e afferrando due tazze dallo scaffale della cucina. 

«Tranquillo, almeno così non rimarrò sveglia per tutta la notte» affermai sorridendo leggermente per poi sedermi al piccolo tavolo da pranzo e volgere lo sguardo al di fuori della finestra. 

«Che ore sono?» domandai notando come il sole stesse tramontando e come i merli stessero giocando allegramente tra di loro compiendo acrobazie attorno ai condomini.

«Le diciassette» rispose per poi posarmi una tazza fumante sotto al viso. 

Abbassai lo sguardo e notai come l'acqua calda assorbiva il tè colorandosi di un tenue arancio. 

Posai le mani sulla tazza arancione e mi beai di quel calore. 

«C'è un qualche supermercato qui nei dintorni? Avrei bisogno di alcune cose...» affermai per poi portarmi la tazza vicino alle mie piccole labbra. 

«C'è un Walmart qui vicino, se vuoi, dopo il tè, ti posso accompagnare...»

«Certo. Allora, mi potresti esporre questa missione?» domandai per poi bere l'amaro tè. 

«Sono sotto copertura da più di un anno e mezzo. Il mio obiettivo era quello di far in modo che Alejandro arrivasse a fidarsi di me.»

«E ci sei riuscito?» domandai per poi alzarmi e cercare dello zucchero nei vari scaffali. 

«Primo scaffale.

Sì, ci sono riuscito. Le informazioni che ho acquisito sono buone ma non abbastanza.»

Seguii le sue indicazioni e presi il dolcificante e un cucchiaino per poi rimettermi seduta al mio posto. 

«Ho letto sui fascicoli che ha in mente di trasportare un intero container di droga e soldi attraverso il Pacifico settentrionale. 

Vuole percorrere Tijuana-San Diego via mare affinché non dia nell'occhio. Nessun poliziotto controllerebbe un intero container, si fermerebbe al davanti, soprattutto se arriva a notte fonda. Basterà che Alejandro riempia le prime scatole di qualcosa di inutile per sviare i controlli. Per non parlare del fatto che potrebbe tranquillamente corrompere quei poliziotti affinché non vi siano tracce nei Metal detector. Allargherebbe immensamente il suo impero e diventerebbe uno dei più grandi narcotrafficanti mai visti» affermai analizzando ogni singolo dettaglio nella mia mente. 

«Esattamente...»

«Ma? Perché consideri queste informazioni non abbastanza? Se non mi sbaglio nei fascicoli erano presenti anche il giorno, l'orario e le persone immischiate in questa faccenda. Basterà mandare queste comunicazioni alla DEA e ai federali. E poi, perché richiedere un aiuto adesso?» domandai incuriosita. 

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