Ho veramente perso la testa. Ho deciso di aiutare Bella, di starle accanto in questo momento abbastanza delicato. Ma in cosa mi sono cacciato?
Dovrò condividere la stessa casa con lei, dovrò prepararle il pranzo e la cena. Dio santo.
<<Potevo benissimo cavarmela da sola, sono grande e vaccinata.>>
Roteo gli occhi verso il cielo, mentre osservo il tramonto dalla finestra di camera sua.
<<Hai la febbre altissima, Bella. Potrebbe essere rischioso, lo capisci?>>
Cerco di farla ragionare, nonostante non sia molto facile. Non lo è mai stato, neanche in passato.
Isabella ha la testa dura, vuole sempre avere ragione. Odia chiedere aiuto, vorrebbe fare tutto in autonomia, anche quando non può.
<<Non c'è niente da fare, comunque. Bastava che andassi a prendere le medicine, al resto potevo pensarci io.>>
Sbruffo già esasperato, mi avvicino al suo letto con passo lento ma deciso.
Appoggio le braccia sul cuscino, di fianco al suo viso pallido ma bellissimo, come sempre.
<<Smettila. Non ti lascerò sola neanche per sbaglio, Bella. Mettitelo bene in testa.>>
Sento il mio cuore battere forte sotto la felpa, cerco di controllarmi ma sembra impossibile.
<<Devi farti una doccia.>>
Strizzo gli occhi e mi allontano bruscamente, provo ad ignorare il suo sguardo. Fisso sulla mia schiena, come se non bastasse.
<<Assolutamente no. Non ho voglia di alzarmi.>>
Mi sfrego le mani, in questo posto fa veramente tanto freddo.
<<Il dottore ha detto che devi fare una doccia tiepida, Bella. Perché può aiutare ad abbassare la temperatura.>>
Mi guarda con un'espressione sofferta, io sorrido intenerito. Mi avvicino di nuovo, le afferro una mano.
<<Non sono qui per infastidirti, ma per darti una mano. Voglio rendere questo processo di guarigione il meno faticoso possibile.>>
Lei annuisce, non mi lascia andare per nessun motivo al mondo. Sta tremando come una foglia, non riesco a vederla così... fragile.
<<Preparo tutto il necessario per un bagno tranquillo, dopo posso lasciarti sola.>>
Le faccio l'occhiolino e senza darle il tempo di parlare, mi dirigo verso il bagno.
Sistemo tutto con calma, scelgo uno shampoo nuovo e inizio a riempire la vasca. Credo sia più efficace per questo tipo di situazione.
Torno indietro, apro l'armadio di Bella senza preoccuparmi della sua presenza e decido di prendere un pigiama caldo e comodo.
<<È tutto pronto, Isa. Ti accompagno?>>
Annuisce nuovamente, ancora un po' controvoglia. Io cerco di non perdere la pazienza, dev'essere veramente difficile rapportarsi con una figlia come Bella.
<<Io ti aspetto fuori, quando sei pronta mi chiami e ti riaccompagno in camera. Sicura di riuscire a fare tutto da sola?>>
All'inizio sembra tutta contenta, un'altra persona, ma poi i suoi occhi si riempiono di lacrime.
<<Bella... cosa succede? Ti prego, smettila di piangere.>>
Titubante, cerco di massaggiarle un braccio. Non so più con chi ho a che fare, devo stare attento e mantenere le giuste distanze.
<<Non ci riesco da sola. Fatico a rimanere in piedi!>>
Faccio un lungo sospiro. Ho paura per quello che sto per chiederle.
<<Vuoi una mano?>>
Lei sgrana gli occhi, ma poi torna seria. Ci pensa per una manciata di minuti, poi annuisce.
<<Non credi, insomma, che sia...>>
Mi esce una risatina spontanea.
<<Strano?>>
Le chiedo, con tono di voce ironico e visibilmente divertito. Lei arrossisce, mostrandomi un cenno di assenso.
<<Nah, non così tanto.>>
Mento. Probabilmente mi prenderà per pazzo, ma non posso farci niente.
Lentamente entriamo in bagno, le faccio segno di sedersi sullo sgabello. Comincio con il toglierle le scarpe, con attenzione e evitando di farle male.
Poi passo al pantalone, ogni tanto le rivolgo un'occhiata curiosa e sorrido quando vedo le sue guance diventare rosse.
<<Non stiamo facendo nulla di male, Bella. Sei una ragazza che sta male e io sono un ragazzo che ti sta aiutando.>>
Lei annuisce, io continuo con il mio lavoro. Potrei agire più velocemente, ma non le sto così vicino da anni.
Una volta sfilati i pantaloni, passo alla maglietta. Afferro il bordino e lo trascino verso l'alto.
Studio attentamente ogni lembo della sua pelle, ammiro un corpo che una volta era tutto mio.
<<Ora posso fare da sola.>>
Dice all'improvviso, con tono sbrigativo.
Alzo le mani in segno di resa e mi volto, cercando di non metterla ulteriormente in imbarazzo.
<<Ok, fatto, puoi girarti.>>
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Per Sempre// Alex Wyse
RomanceDi qualsiasi cosa siano fatte le anime, la mia e la sua, sono uguali.