Capitolo 8: Amicizie e rivalità

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Il professor Prospero indicava sulla lavagna i simboli tracciati con il gesso bianco. Spiegando attentamente la teoria che si celava dietro di essi, affascinando le menti dei presenti come di consueto, parlando con il suo tono calmo e forbito.

Il Club di Lettura e Riflessione era più nutrito quell'anno, il professore aveva proposto di entrare a ben quattro nuove reclute, un Incantatore, Rinaldo Rupescissa; due Duellanti, Lupo Settimi e Primo Leoni e un Fattucchiere, Tebaldo Tauri.

Primo si era ambientato subito, conosceva già Altea poiché cantavano insieme nel coro della scuola e conosceva bene il suo compagno Duellante, a volte parlava anche con i ragazzi più grandi, soprattutto con Zeno, che come lui era stato reclutato al quarto anno.

Lupo era più calmo, ma comunque molto educato e di buona compagnia, conosceva gli altri ragazzi del sesto anno ed era sempre gentile con Altea, che conosceva grazie alle volte in cui il coro aveva organizzato esibizioni insieme agli Incantadanzatori.

Rinaldo era amichevole con tutti, soprattutto con Zeno che era suo compagno di stanza e con Armance, dato che erano entrambi Incantatori. Rinaldo era caldo e amichevole perfino con il professore, così come lo era con i compagni, sembrava che dovunque andasse il sole lo seguisse, era l'Incantatore più socievole che molti studenti avessero mai conosciuto.

Tebaldo era il più spocchioso dei quattro, parlava poco e in tono saccente, non si rivolgeva ai compagni Duellanti e non legava con i compagni Incantatori, spesso non salutava né Armance né Altea e non era raro che rispondesse in modo irritato a Primo, come se lo considerasse troppo piccolo per presenziare al Club.

L'unica persona verso cui tutti, stranamente, avevano sempre lo stesso atteggiamento era Sveva.

Altea lo aveva notato anche nell'anno precedente. Come aveva detto a suo fratello, oltre ad essere una persona enigmatica, Sveva teneva delle alte barriere attorno a se stessa e alla sua mente e questo faceva sentire Altea alquanto a disagio.

Ogni volta che parlava con qualcuno, Altea compresa, Sveva manteneva il suo tono neutro e cordiale, calcolato quasi. Non diceva mai una parola fuori posto e non alzava mai la voce.

Quando il professor Prospero finì di parlare e dichiarò chiuso l'incontro tutti iniziarono a recuperare le loro cose.

«Rinaldo» chiamò delicatamente l'insegnante.

«Sì?»

«Non so se vi è già stato detto ma si pensava, per l'ultima serata dei Saturnalia, di aprire le porte alle famiglie degli studenti»

Tutti si misero sull'attenti, la notizia era nuova e di certo insolita.

Il professore sorrise: «Capisco dai vostri volti che ancora non vi era stato detto, bé non spargete la voce per favore, sono certo che presto il Consiglio farà affiggere degli avvisi in tutte le bacheche dei Salotti e dei dormitori. Nel frattempo sarà un segreto fra noi, posso contarci no?»

«Ma certo professore!» disse subito Tebaldo.

Zeno e Armance si scambiarono un'occhiata dubbiosa.

«In ogni caso, Rinaldo» disse di nuovo il professore: «Sarei felice se tuo padre partecipasse, so che non ama partecipare ad eventi di questo tipo ma mi farebbe molto piacere rivederlo»
«Non so professore, se davvero si darà la possibilità alle famiglie di partecipare all'ultima serata allora di certo mia madre e mia sorella saranno ben felici di venire, ma mio padre non sarebbe facilmente convincibile» Rinaldo alzò le spalle: «Magari posso digli che me lo ha chiesto lei, forse se sapesse che lei vuole vederlo...»

«Oh no, non preoccuparti, voglio che la decisione sia solo sua. Magari puoi spiegargli tu che sarà una bella occasione di rivedere la scuola e darti sostegno»

Aeternam: Un  Nuovo InizioWhere stories live. Discover now