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<<Più drammatica, Bea! Devi entrare nel pezzo! Alza lo sguardo!>>
Erano ore che la Celentano continuava a urlarle correzioni su correzioni, mentre lei eseguiva una delle tante coreografie che stava preparando, in vista della sfida che avrebbe affrontato in puntata.

Terminata la base, la ballerina recuperò la sua bottiglietta d'acqua e cercò di regolarizzare il respiro. La maestra la invitò ad avvicinarsi.
<<Per oggi abbiamo finito. Ormai i passi li hai appresi, ma ricorda che il fulcro della coreografia é l'interpretazione. Continua con gli esercizi che ti ho mostrato e vedrai che migliorerai.
Domani la riproviamo>>
L'allieva annuí alle sue parole, per poi vederla abbandonare la sala e lasciarla sola.

Nonostante quella sarebbe dovuta essere la sua ultima lezione, decise di restare a provare ancora un pò.
Senza che se ne rendesse conto passarono altre ore, in cui non smise per un secondo di ballare.

Provò le coreografie una, due, tre, decine di volte senza mai fermarsi, e ripeté alcuni degli esercizi che le erano stati mostrati dalla maestra.
Ad un certo punto si lasciò andare sul pavimento, sentendo le gambe pesanti.

Dopo aver recuperato si rimise in piedi e riprese a ballare, nonostante il suo corpo fosse sfinito.
Era stanca, terribilmente, ma sentiva di non potersi fermare. Ignorò i piedi dolenti, la testa che le doleva, le gambe che sembravano star per cedere e continuò a danzare.

Lasciò la sala solo dopo esser stata richiamata dalla produzione che, a tarda sera, la invitò ad andare a casa a riposare.

Raggiunse così la casetta e appena varcò la porta d'ingresso si ritrovò dinanzi due figure femminili a lei ignote, circondate da alcuni dei suoi compagni.
Assunse un'espressione confusa, venendo poi affiancata da Martina.

<<Sei tornata ora, non finivi presto oggi?>> le chiese la riccia, vedendola stringere ancora il borsone tra le mani.
<<Sono stata un pò in sala a provare. Cosa mi sono persa?>> spiegò, per poi indicare con lo sguardo le due ragazze di cui ancora non conosceva i nomi.
<<Due nuove cantanti, sono arrivate un'oretta fa>>

La ballerina annuì, per poi poggiare il borsone a terra e sfilarsi la giacca.
Si presentò alle nuove arrivate e successivamente le lasciò nelle mani di Giovanni, che da bravo ospite mostrò loro la casa, avvicinandosi al bancone della cucina.

Prese posto su una degli sgabelli e si portò una mano alla tempia, massaggiandosela per cercare di placare il forte mal di testa che avvertiva.
<<Stanca?>> le chiese Malìa, vedendola annuire.
<<Ci credo, passi le giornate intere in sala>> intenervenì Gaia, guardandola con occhi di rimprovero.
<<Sto preparando tante coreo, per la sfida>>
<<Tanto la passi sicuro, sei spaziale>> cercò di rassicurarla il cantante di Zerbi.

Ebbe giusto il tempo di ringraziarlo, prima di esser distratta dalla figura di Joseph che sbucò alle sue spalle.

<<Quando c'avevi intenzione de torná? Te stavo pe veni a cercà>>
<<Come se fossi potuta andare chissà dove>>
<<Hai mangiato?>> le chiese, ignorando il suo sarcasmo.
Appena la vide scuotere il capo in segno di diniego, si avvicinò ai fornelli. Recuperò una padella e vi ruppe un uovo, preparandole uno dei pochi piatti che era in grado di cucinare.

Beatrice seguì i suoi movimenti accennando un sorriso, intenerita da quel suo modo di prendersi cura di lei. Quei suoi piccoli gesti quotidiani le facevano sorridere il cuore, perché nessuno mai le aveva riservato tanta premura.

Mentre attendevano che l'uovo fosse pronto, la ballerina gli chiese a che punto fosse con la preparazione del nuovo inedito.
<<Ce sto finendo de lavorà, ma presto te lo faccio sentì>>
<<Almeno mi dici di che parla?>>
<<'O scoprirai>> alzò le spalle, prima di impiattare la pietanza e posizionarla dinanzi alla mora.

Quando la ragazza ebbe terminato il suo pasto, lavò velocemente le stoviglie utilizzate e, dopo l'ennesimo sbadiglio, decise che fosse giunto il momento di mettersi a letto.
Chiese al ragazzo di tenerle compagnia per un pò, sapendo che nonostante la stanchezza non avrebbe preso sonno poi così presto, e si recarono dunque nella camera arancione.
Si accomodarono sul letto della ragazza, uno accanto all'altra, beandosi del calore delle coperte.

Joseph si voltò su un fianco, per ritrovarsi faccia a faccia con la ballerina. Prese a giocare con qualche ciocca dei suoi lunghi capelli lisci e la vide sbadigliare per l'ennesima volta, osservando i tratti del suo viso segnati dalla stanchezza.
Il volto pallido, le occhiaie violacee sotto gli occhi, le palpebre che quasi si chiudevano da sole.
Si chiedeva come potesse la sua mente portarla a sottovalutarsi così tanto, facendole di conseguenza assumere comportamenti tossici verso sé stessa.

Non era una novità che si trattenesse in sala oltre l'orario di lezione, ma in quella settimana stava portando il suo corpo allo stremo. Faceva orari assurdi, spesso saltava i pasti per guadagnare altro tempo da spendere in sala e la notte dormiva ben poco.
Dal canto suo, sentiva che avrebbe dovuto sfruttare ogni secondo di quella settimana, se avesse voluto vincere quella sfida. E doveva farlo assolutamente, perché tornare a casa non rientrava nelle opzioni.

<<Non credi di star esagerando ultimamente? So giorni che a stento torni pe pranzo e arrivi la sera distrutta>> prese parola, spostandole i capelli dal viso.
<<É ciò che mi tocca fare se voglio migliorare>>
<<Non migliori, se ti riduci in questo modo>>
<<Sto bene, Jo. Non ti preoccupà>> lo rassicurò.
<<Me preoccupo si invece>>

<<Portare il tuo corpo allo sfinimento non é il modo giusto di affrontare una sfida>> la redarguì, ricevendo una lunga occhiata.
<<Non capisci, Jo>> scosse la testa, voltandosi leggermente e puntando lo sguardo al soffitto.
<<E famme capi allora>>
I loro sguardi si incrociarono e restarono a fissarsi per qualche istante, senza proferire parola.
Beatrice decise di condividere con lui le sue preoccupazioni e di permettergli di comprendere il motivo delle sue azioni.

<<Non posso permettermi di uscire. Non voglio dover tornare a casa e sentirmi dire da mia madre che alla fine aveva ragione lei, che non ce l'avrei fatta. Son entrata qui per riprendere a ballare davvero, ma se dovessi uscirne sconfitta non so se avrei le forze di rialzarmi ancora>>
<<Non ne uscirai sconfitta, Bé>>
<<E questo chi lo dice?>>
<<To dico io>>

Non c'era una singola parte di lui che non fosse certa che quella sfida l'avrebbe vinta, perché gli sembrava impossibile pensare che un talento come il suo non venisse riconosciuto. Inoltre, non poteva immaginare di vivere in quella casa senza la compagnia della ballerina. La sua assenza si sarebbe fatta sentire perché, pur non essendone consapevole, lei portava luce nella vita di chi le stava intorno.

Beatrice cercò di credere delle sue parole, affidandosi alla sua positività.
Si lasciò cullare dalle sue carezze e ben presto crollò in un sonno profondo, tra le sue braccia.

Joseph la osservò dormire per un pò, ammirando la sua espressione più rilassata. Ammaliato dalla bellezza di quella creatura, finì per addormentarsi al suo fianco.

Spazio autrice

Capitolo scritto di getto, quindi forse un pò caotico. Non mi convince per nulla, ma ho deciso di aggiornare comunque.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi aspetto nei commenti.
Love you, M
💘

𝐛𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 // holdenOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz